08/02/2012
La spettacolare scenografia del Festival di Sanremo (copertina e questa foto: Ansa).
Immaginate due eserciti schierati ai due lati di una valle. Uno ha come insegna un cavallo, l’altro porta la bandiera del biscione. I condottieri valutano le forze in campo, poi quello che comanda le truppe di Mediaset vede, o immagina di vedere, la città di Sanremo sulla quale campeggia l’ombra grifagna di Adriano Celentano.
Non ci pensa un attimo e grida alle truppe: abbiamo scherzato, tutti a casa. L’obbedisco è d’obbligo e la Rai si trova vittoriosa in una guerra che avrebbe senz’altro vinta, ma se non altro avrebbe dovuto combattere. Siamo più chiari. Quelli di Cologno Monzese, per la prima volta da diversi anni, rinunciano completamente alla loro programmazione settimanale. Via Zelig, cancellato Le jene, soppresso Italia’s got talent. La 7 fa lo stesso e sopprime – ma non è un guaio- la trasmissione di Serena Dandini che affronta per la prima volta una prima serata, ma non riesce a decollare. Insomma il Ba Bau del Festival mette in condizione la Rai di andare in onda praticamente a reti unificate.
Non so cosa ne pensiate, ma vi par giusto che quei non pochi milioni di fedelissimi seguaci di Zelig vengano privati della loro trasmissione preferita? E che gli oltre otto milioni che si beano con gli sconvolti concorrenti giudicati della triade De Filippi-Scotti-Zerbi siano privati della loro dose di “sadismo” del sabato sera? La questione sta tutta - mi assicurano - nel fatto che nella settimana del Festival la pubblicità finisce (quasi) tutta in Viale Mazzini, ma una resa così, senza nemmeno l’onore delle armi mi sembra davvero epocale. E la Rai ne approfitta.
Da lunedì su Raiuno si comincia con il Question time, vetrina regalata ai giornalisti per far domande sul Festival, poi tutti al teatro del Casinò dove si sono trasferiti armi e bagagli quelli di La vita in diretta. La sera, dopo il tg, spazzato via anche Frizzi, è subito Festival. Per un totale, ora più ora meno, di dodici ore. Intanto Celentano ha provato a far passare uno spot dove invitava il pubblico a guardare Canale 5. La Rai gliel’ha bocciato facendo scattare l’orribile minaccia: censura! Roba da matti, Canale 5 e le cugine sono semichiuse per ferie. O magari per un inventario dal quale mi auguro trovi argomenti per far dimenticare l’incredibile autogol.
Gigi Vesigna