13/07/2011
Augusto Minzolini, direttore del Tg1.
Ormai sembra deciso: non si sa dove né quando il cavallo di Viale Mazzini, simbolo della Rai, traslocherà insieme alla storica sede e a tutti i dipendenti. Che la scelta sia strategica oppure inevitabile non importa. Chi lavora nel Palazzo comunque ora aspetta più sereno: l’amianto di cui l’edificio è pregno non presenta pericoli per la salute di chi ci lavora quotidianamente.
Così ha stabilito il Tribunale di Roma che al ricorso firmato da 113 dipendenti ha risposto garantendo che gli ambienti di lavoro non presentano particolari problemi per la salute. “Per me c’è poco da star tranquilli- commenta un funzionario che alla Rai “abita” resistendo al cambiamento di almeno tre direttori generali. E precisa: “Anche se il direttore generale Lorenza Lei si dichiara soddisfatta dell’esito della perizia, deve spiegarmi perché da tempo non entriamo più dall’ingresso principale, dove si sta bonificando la presenza di amianto, ma dall’ingresso secondario, quello di Viale Pasubio. E mi piacerebbe anche sapere come mai ogni i giorno trovo uffici inaccessibili per non meglio precisati lavori in corso”.
Il pericolo amianto, scongiurato ma sino a un certo punto, non getta acqua sul fuoco sulle polemiche interne in cui sono coinvolti in queste ore i massimi dirigenti. Polemiche che riguardano gli ascolti di Raiuno, la crisi del TG1 di Minzolini accusato dal presidente Paolo Grimberti di perder punti nei confronti dei diretti concorrenti. “Bisogna far qualcosa perchè il TG1 torni ad essere il TG1", attacca Garimberti. E Minzolini ribatte: “Nei panni di Garimberti mi preoccuperei di Raiuno perché se il mio Tg ha perso 9 punti di share dal 2008, Raiuno ne ha persi quasi il doppio e questo non può non ripercuotersi sugli ascolti del TG1.”
Interviene allora Mauro Mazza sostenendo che lo spettacolo che trainava il telegiornale (L’eredità) ha sempre registrato ascolti più alti del TG stesso. Insomma, una diatriba forse legittima ma che non tiene conto del crollo di ascolti subito in generale dalla TV generalista che ormai, depurata degli ascolti delle reti a pagamento e di quelle del digitale terrestre, registra quotidianamente un crollo d’ascolti di quattro, cinque milioni.
Colpa di una programmazione scellerata, di “format sperimentali che sanciscono la mancanza assoluta di idee. Una chicca per tutte: è annunciata da Mediaset una fiction intitolata Un amore e una vendetta. Bene, ambientata ai giorni nostri non è altro che il rifacimento de Il Conte di Montecristo ma che viene presentato come un thriller sentimentale con Alessandro Preziosi e Anna Valle. Contemporaneamente La 7 annuncia la prima visione assoluta de I Kennedy. Peccato che sia appena andata in onda su Sky.
Tornando alle schermaglie dirigenziali della Rai s’è anche ipotizzata la possibilità di vagliare proposte autoprodotte da Michele Santoro: “Sono d’accordo- ha commentato il mi amico misterioso - purchè entri dall’ingresso principale!”. Che si sia riferito alla vicenda dell’amianto?
Gigi Vesigna