Ostaggi italiani, pasticcio indiano

Nessuna notizia certa su Paolo Bosusco mentre Claudio Colangelo è stato liberato. Sul fronte indiano, intanto regnano la confusione e la disorganizzazione.

25/03/2012
La conferenza stampa in cui i negoziatori indiani hanno rinunciato al mandato (foto del servizio: Ansa).
La conferenza stampa in cui i negoziatori indiani hanno rinunciato al mandato (foto del servizio: Ansa).

Da New Dehli -  Claudio Colangelo, 61 anni, il medico italiano rapito dai ribelli maoisti nello Stato indiano dell'Orissa, è stato rilasciato e "consegnato" a un gruppo di giornalisti. Colangelo è stato liberato dopo aver contratto la malaria durante la prigionia. Di Paolo Bosusco, invece, tuttora nella mani dei rapitori, non si hanno notizie precise.


     L'annuncio della liberazione di Colangelo è giunto dopo una giornata di drammatici colpi di scena. Prima la notizia di un nuovo rapimento ad opera dei guerriglieri: Jhina Hikaka, ministro del governo locale presieduto da Navin Patnaik, e' stato circondato da un centinaio di ribelli armati mentre rientrava a casa verso l'una del mattino nella sua auto. L'autista e la guardia del corpo che lo accompagnava sono stati rilasciati poche ore dopo, mentre per la liberazione di Hikaka i maoisti hanno reso note una serie di condizioni che, curiosamente, coincidono grosso modo con quelle avanzate per il rilascio degli ostaggi italiani. 

     Poi, nella mattinata, i due mediatori nominati per trattare con i ribelli la sorte dei prigionieri, hanno annunciato in una affollata conferenza stampa di ritirarsi dal mandato per "mancata fiducia" nei confronti tanto del Governo quanto dei maoisti. In effetti, la tregua dichiarata da ambo le parti per permettere lo svolgimento delle trattative, sembra non sia stata rispettata né dagli uni né dagli altri. L'uccisione in pieno giorno di un poliziotto a 24 ore dal nuovo sequestro, sarebbe stata la risposta dei guerriglieri al perpetuarsi delle violenze da parte delle forze dell'ordine. 

     Nel frattempo, Governo e opposizione locali si sono violentemente affrontati in parlamento, dove è scoppiata una vera e propria rissa sul caso dei recenti sequestri, con tanto di sedie e microfoni andati in pezzi. Non tira buona aria nemmeno tra il Governo centrale di Delhi e il capo ministro dell'Orissa Patnaik. Quest'ultimo ha accusato il centro di disinteressarsi della crisi, al punto da non rispondere nemmeno alle sue chiamate telefoniche. Delhi, dal suo canto, ha criticato il governo dell'Orissa per non aver fatto rispettare le regole turistiche nelle aree infestate dalla guerriglia. 

     Viene anche chiesto al ministro Patnaik come è possibile che Paolo Bosusco, uno dei due italiani rapiti, vivesse da 23 anni in India, dove addirittura gestiva una piccola agenzia di viaggi, con un visto turistico che in teoria non potrebbe durare più di tre mesi consecutivi. 

      Infine, sul giallo dei sequestri, si affaccia anche l'ombra di una faida interna tra fazioni di ribelli. I due italiani, infatti, sono stati rapiti dai guerriglieri di Shabhasachi Panda, uno storico capo maoista recentemente caduto in disgrazia a favore di gruppi più estremi del vicino stato dell'Andrha Pradesh. La successione dei due rapimenti, e la coincidenza delle condizioni richieste, farebbero pensare a una sfida tra leader del movimento rivoluzionario per la supremazia sulla regione nord-orientale dell'Unione. 

Marta Franceschini
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