L'annuncio della liberazione di Colangelo è giunto dopo una giornata di
drammatici colpi di scena. Prima la notizia di un nuovo rapimento ad opera dei
guerriglieri: Jhina Hikaka, ministro del governo locale presieduto da Navin
Patnaik, e' stato circondato da un centinaio di ribelli armati mentre rientrava
a casa verso l'una del mattino nella sua auto. L'autista e la guardia del corpo
che lo accompagnava sono stati rilasciati poche ore dopo, mentre per la
liberazione di Hikaka i maoisti hanno reso note una serie di condizioni che,
curiosamente, coincidono grosso modo con quelle avanzate per il rilascio degli
ostaggi italiani.
Poi, nella mattinata, i due mediatori nominati per trattare
con i ribelli la sorte dei prigionieri, hanno annunciato in una affollata
conferenza stampa di ritirarsi dal mandato per "mancata fiducia" nei confronti
tanto del Governo quanto dei maoisti. In effetti, la tregua dichiarata da ambo
le parti per permettere lo svolgimento delle trattative, sembra non sia stata
rispettata né dagli uni né dagli altri. L'uccisione in pieno giorno di un
poliziotto a 24 ore dal nuovo sequestro, sarebbe stata la risposta dei
guerriglieri al perpetuarsi delle violenze da parte delle forze dell'ordine.
Nel
frattempo, Governo e opposizione locali si sono violentemente affrontati in
parlamento, dove è scoppiata una vera e propria rissa sul caso dei recenti
sequestri, con tanto di sedie e microfoni andati in pezzi. Non tira buona aria
nemmeno tra il Governo centrale di Delhi e il capo ministro dell'Orissa Patnaik.
Quest'ultimo ha accusato il centro di disinteressarsi della crisi, al punto da
non rispondere nemmeno alle sue chiamate telefoniche. Delhi, dal suo canto, ha
criticato il governo dell'Orissa per non aver fatto rispettare le regole
turistiche nelle aree infestate dalla guerriglia.
Viene anche chiesto al
ministro Patnaik come è possibile che Paolo Bosusco, uno dei due italiani
rapiti, vivesse da 23 anni in India, dove addirittura gestiva una piccola
agenzia di viaggi, con un visto turistico che in teoria non potrebbe durare
più di tre mesi consecutivi.
Infine, sul giallo dei sequestri, si affaccia anche l'ombra di una faida
interna tra fazioni di ribelli. I due italiani, infatti, sono stati rapiti dai guerriglieri di Shabhasachi
Panda, uno storico capo maoista recentemente caduto in disgrazia a favore di
gruppi più estremi del vicino stato dell'Andrha Pradesh. La successione dei due
rapimenti, e la coincidenza delle condizioni richieste, farebbero pensare a una
sfida tra leader del movimento rivoluzionario per la supremazia sulla regione
nord-orientale dell'Unione.