07/05/2011
Dall'alto in basso e da destra e sinistra: Roberto Rosso, Luca Bellotti, Daniela Melchiorre, Catia Polidori, Bruno Cesario, Aurelio Misiti, Riccardo Villari, Antonio Gentile e Giampiero Catone.
Amano la definizione di “Responsabili”. Sono i parlamentari che hanno attraversato le linee approdando nel Centrodestra per “il Bene della maggioranza e del Paese” e in nome “della Stabilità di Governo”. Il che ha dato la stura a tutta una serie di nomignoli per alcuni di loro da parte di chi era rimasto dall’altra parte: “I Disponibili” (Copyright di Gianfranco Fini); “I Trasformabili”; “I Trasferibili”; I “Ricambiabili”; “I Coltivabili e “I Rimborsabili”.
L’ultimo “rimpastino” di Berlusconi deciso per puntellare il Governo, ha portato il numero di sottosegretari a 64. Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, dice che è stato “un contributo serio alla disoccupazione”. Ma pare che il Cavaliere ne abbia “in pectore” altri dieci perché i debiti di riconoscenza non finiscono mai. A leggere le biografie dei nove si può dire che la coerenza politica non sia la loro principale caratteristica. Con la dovuta eccezione. Vediamo.
Hegeliani. Roberto Rosso e Luca Bellotti (sottosegretari rispettivamente all’Agricoltura e al Welfare) avevano lasciato il Popolo della Libertà per aderire a Futuro e Libertà in novembre. Entrambi sono tornati nel Popolo della Libertà a febbraio, dopo un incontro col premier, attuando un processo storicistico-idealistico di tesi, antitesi e sintesi di impronta hegeliana. Celebre le commoventi parole di Bellotti al Congresso di Fini, alla Fiera di Milano: “Gianfranco, fai come Mosé, portaci fuori dalle acque verso il futuro”. Bellotti 48 ore dopo entra nel Pdl.
In Tournée. Ora un attimo di attenzione perché il percorso non è facile e il lettore rischia di perdersi. Il sottosegretario allo Sviluppo economico Daniela Melchiorre, affascinante magistrato passata in politica, era stata sottosegretario alla Giustizia nel Governo Prodi , presidente della Margherita a Milano e successivamente componente dei Liberaldemocratici di Lamberto Dini. Ma dopo pochi mesi era passata al Gruppo Misto. Nel 2008 questa inquieta parlamentare si candida nel Pdl. Ci siamo? Andiamo avanti. Dopo qualche mese l'onorervole Melchiorre esce dal Pdl per rientrare dalle porte girevoli del Gruppo Misto. Alle europee però è capolista per i Liberali Democratici Riformisti con l’appoggio dei Verdi Ecologisti Indipendenti. Ma è il momento di abbandonare il bipolarismo e puntare al centro. Alle regionali del 2010 aderisce col suo gruppo all’Udc di Casini e nello stesso anno entra nel Terzo Polo insieme a Fli, Movimento per l’Autonomia, Api, Pli e Repubblicani. Ma non è finita qui. Un mese fa l'onorevole Melchiorre ha riconsiderato il bipolarismo, ha lasciato il Terzo Polo ed è tornata nella maggioranza col Pdl. Riepilogando: Ulivo, Margherita, Diniani, Pdl, Gruppo Misto, Udc, Terzo Polo, Pdl. E chiediamo scusa se ci siamo dimenticati qualche partito.
E non mi schiodo, e no che non mi schiodo. Ve lo ricordate il tormentone di Riccardo Villari, il presidente della commissione di vigilanza Rai che non voleva dimettersi nonostante l’ordine di scuderia di abbandonare la poltrona? Politicamente parlando, il suo è un itinerario complesso. Già democristiano, scottiano, legato a Buttiglione, veltroniano, eletto nelle liste del Partito Democratico, era poi stato scelto come presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai con i voti del Centrodestra. Era stato quindi espulso dal Pd per passare al Gruppo Misto, poi mastelliano, poi era passato con Rutelli e poi al Movimento per l’Autonomia. Successivamente ha lasciato Lombardi per divenire presidente del Gruppo parlamentare dei Responsabili al Senato. Ora è sottosegretario ai Beni culturali.
Finiana convinta, ma non convintissima. Catia Polidori, sottosegretario all’Economia, era una finiana convinta che si è convinta che in fondo non era poi così convinta ed è passata con Berlusconi.
Sequenza. Ecco in rapida successione la sequenza dei partiti attraversati dal neosottosegretario all’Economia Bruno Cesario: Democrazia Cristiana, Partito Popolare, Margherita, Partito Democratico, Api di Rutelli. Dopo aver constatato che “Con Api non si vola” è andato coi Responsabili rendendosi disponibile a un sottosegretariato.
Pontiere. Di Aurelio Misiti, sottosegretario all’Infrastrutture, ex Cgil, ex Pci, ex Italia dei Valori, ex Movimento per l’autonomia, ex Gruppo Misto ci rimarrà imperitura la frase del secolo: “Sono un esperto di infrastrutture. Se riusciamo a realizzare il Ponte di Messina Berlusconi entrerà nella storia, come Barack Obama con Bin Laden”.
La pecora nera. L'unica eccezione, tra i nove neosottosegretari, è rappresentata da Antonio Gentile, sempre rimasto fedele al Pdl. Meriterebbe un premio fedeltà.
Francesco Anfossi