27/09/2012
Torna
la rabbia nelle strade di Taranto, dove esplode di nuovo la protesta
degli operai dello stabilimento siderurgico Ilva.
Gli operai
alle 9 hanno cominciato lo sciopero
di due giorni proclamato
da Fim Cisl e Uilm Uil contro il blocco degli impianti disposto dal
Gip
Patrizia
Todisco. Il giudice ha così bocciato il piano di risanamento
dell'azienda e ribadito la sua chiusura senza possibilità di
mantenere la produzione, anche a basso regime.
Nella
mattina di giovedì un migliaio di lavoratori hanno bloccato
la statale Appia,
nei pressi della Direzione dello stabilimento, e la
106 Jonica che
collega Taranto a Reggio Calabria. Alcuni momenti di accesa
discussione e di tensione si sono verificati vicino alla portineria A
dello stabilimento dove il 'Comitato cittadini e lavoratori liberi e
pensanti' ha cercato di convincere gli operai a non occupare le
strade e a non aderire alla manifestazione. Allo sciopero non
aderisce la Fiom, che ritiene sbagliato contrapporsi alla decisione
della magistratura.
Intanto
altri gruppi di operai protestano issati sulla torre di smistamento
dell'altoforno 5, a 60 metri di altezza, e sulla passerella del
camino E312 dell'area Agglomerato. I manifestanti si alternano sulla
sommità delle due strutture per richiamare l’attenzione sulla
vertenza e l’adozione di provvedimenti in difesa del lavoro.
Il
giudice Todisco ha messo sotto sequestro l'area a caldo dello
stabilimento il 26 luglio scorso. Nelle settimane seguenti l'azienda,
presieduta da Bruno Ferrante, si è impegnata con 400 milioni di
euro per avviare le operazioni di risanamento dell'impianto e anche
il Governo ha sbloccato dei fondi per le bonifiche. Ma il gip Todisco
ritiene queste misure insufficienti per la tutela della salute degli
operai e dei cittadini di Taranto.
Roberto Zichittella