Rifiuti, si differenzia sempre di più

L'Istat analizza il rapporto tra le città italiane e l'ambiente. Buone notizie circa la raccolta differenziata dei rifiuti e il consumo dell’acqua, ma peggiora l’aria che respiriamo.

05/08/2012

È un’Italia a luci e ombre quella che emerge dal rapporto Istat 2011 “Dati ambientali nelle città”. Buone notizie sul fronte dei rifiuti urbani, della raccolta differenziata e del consumo dell’acqua, mentre peggiora l’aria che respiriamo e, nonostante la crisi, aumenta il numero di macchine per abitanti.

Nelle città, si consuma meno e di conseguenza diminuisce la produzione di rifiuti, passando dai 609 chili pro capite del 2010 ai 590 dell’anno scorso. Una tendenza che si combina virtuosamente con una maggiore diffusione della raccolta differenziata. Sacco rosa? Verde? Giallo? La propensione alla differenziata è aumentata dell’1,8%, arrivando al 33,4%. Fanno meglio i Comuni con meno di 200 mila abitanti che i grandi centri; se il Nord rimane in testa all’Italia che ricicla (44,9%, rispetto al 30,7% del Centro e al 19,5% del Sud), tuttavia, secondo l’Istat l’aumento è generalizzato nell’intera Penisola. 

Tutti i 117 capoluoghi di provincia organizzano il servizio di raccolta differenziata, ma, a fine dicembre, sono 96 quelli in cui risulta servita l’intera popolazione. Sono solo 16, invece, i capoluoghi che hanno raggiunto l'obiettivo del 60% di differenziata imposto dalla normativa per la fine del 2011. Accanto a Pordenone, Novara, Verbania, Carbonia, Belluno, Trento, Oristano, Asti, Rovigo, Tortolì e Nuoro, Teramo, Udine e Monza, spiccano Salerno e Benevento in Campania. Anche Napoli, simbolo dell’emergenza rifiuti, fa qualche passo avanti: sebbene la quota si mantenga ancora contenuta (18,4%), la raccolta differenziata cresce dello 0,7% rispetto al 2010. In coda, rimane invece la Sicilia: tra i 19 capoluoghi italiani che non raggiungono il 15% di differenziata, ci sono ben otto dei nove siciliani (solo Ragusa si salva), con il minimo nazionale a Enna. 


Buone notizie arrivano anche dal consumo dell’acqua per uso domestico: con un trend positivo lungo dieci anni, è sceso dai 206,1 litri per abitante al giorno del 2001 ai 175,4 del 2011. Cala anche del 7,4% il consumo di gas metano per uso domestico e riscaldamento, mentre è stabile quello di energia elettrica. La produzione dalle fonti rinnovabili rimane bassa, ma le amministrazioni comunali accennano qualche miglioramento: la potenza ricavata dagli impianti fotovoltaici è raddoppiata rispetto all'anno precedente e, per il solare termico, ogni 1.000 abitanti ci sono 1,3 metri quadrati di pannelli installati sugli edifici comunali. 

Le peggiori notizie arrivano invece dal fronte inquinamento. Il verdetto è senza appello: l’aria che respiriamo è più inquinata. Rispetto al 2010, infatti, aumentano da 44,6 a 54,4 i giorni in cui il PM10 supera il valore limite per la protezione della salute umana. La crescita riguarda soprattutto i capoluoghi del Nord (da 55,8 a 75,2), mentre risultano stabili i valori del Centro (43) e del Mezzogiorno (35). Due dati confermano questa tendenza: scende leggermente il numero di passeggeri che utilizzano il trasporto pubblico urbano, ma aumenta dello 0,5% il tasso di motorizzazione. Nelle città italiane, ogni mille abitanti, nel 2011 ci sono ben 614 automobili.

Stefano Pasta
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