01/07/2011
Cumuli di rifiuti a Napoli.
È un po’ colpa anche del Nord se la situazione dei rifiuti campani è così disastrosa. Di quegli “insospettabili” imprenditori che per anni hanno scaricato illegalmente – complice la camorra – i propri rifiuti nel Meridione.
Monitorando la situazione nel casertano la Commissione antimafia aveva già da tempo messo in guardia sulla situazione dichiarando già nel 2006 che «nella Provincia venivano smaltiti rifiuti inquinanti provenienti dal Nord Italia solo formalmente conferiti nelle discariche autorizzate, ma di fatto oggetto di passaggi fraudolenti». Le indagini sulle ecomafie risalgono ancora agli anni Novanta e dicono che fin da quegli anni la Campania è stata la pattumiera degli scarti industriali del settentrione. Un traffico illecito di rifiuti dal Nord al Sud che frutta ai clan oltre 7,5 miliardi di euro (circa 15 miliardi di vecchie lire) l’anno. Lo Stato, se volesse bonificare i luoghi contaminati dalle discariche abusive, dovrebbe spenderne oltre 75 (circa 150 di vecchie lire).
I clan hanno creato un’autostrada per i rifiuti, soprattutto tossici, che dal Settentrione giungono al Sud. Molti si fermano a metà strada, nel Lazio, e gli altri raggiungono la Calabria, la Campania e la Sicilia.
Legambiente, e non è la sola, propone da tempo l’introduzione di un reato contro l’ambiente e la tracciabilità dei rifiuti. Così magari Bossi potrebbe tentare di trattenere in loco i rifiuti prodotti al Nord o, magari, andare a riprendersi a Napoli quelli marchiati “Lumbard doc”.
Annachiara Valle