23/04/2010
Il cardinale Dionigi Tettamanzi.
“Mi lascia perplesso il fatto che Riina si sia rivolto a un uomo
come
il cardinale Dionigi Tettamanzi, un arcivescovo che ha sempre
mostrato un alto rispetto per le istituzioni”. Il professor Augusto
Cavadi, palermitano, esperto di mafia e autore del recente volume
pubblicato dalla San Paolo “Il Dio dei mafiosi”, commenta così la
notizia che il boss di Cosa nostra, in carcere da 17 anni, si sia
rivolto al cardinale di Milano perché sostenga la sua domanda di grazia.
La lettera è giunta in curia attraverso un cappellano dell’istituto
penitenziario di Opera. “Non sapevamo nulla”, sostengono i suoi
avvocati.
“La mafia”, spiega a Famiglia Cristiana il professor Cavadi, “è abituata
a saltare i canali istituzionali. Anche per questo, come spiego nel mio
libro, ha cercato il sostegno e l’appoggio della Chiesa. In questo
senso il gesto di Riina si inserisce in una sorta di continuità. La
mafia ha cercato sempre un collegamento con una istituzione altra
rispetto a quella statale, ha cercato di usare i simboli religiosi e ha
tentato di allearsi con una certa parte di Chiesa. Quello che però mi
sorprende di questa lettera, ripeto, è che questo gesto non può trovare
sponda in un uomo della levatura del cardinale Tettamanzi. Sono
sicuro che l’arcivescovo di Milano non potrà che dargli un conforto
umano e invitarlo a seguire le vie istituzionali per la sua richiesta.
Questo, un uomo come Riina, dovrebbe saperlo. Mi chiedo se non ci siano altre intenzioni o altri messaggi - e quali
possano essere -, dietro a questa iniziativa”.
Totò Riina
Annachiara Valle