26/05/2013
Sette milioni di italiani alle urne, pari all’8 per cento dei cittadini elettori, chiamati a rinnovare i vertici di 564 Comuni, di cui due capoluoghi di regione (Ancona e Roma) e quattordici capoluoghi di provincia: Avellino, Barletta, Brescia, Iglesias,Imperia, Isernia, Lodi, Massa, Pisa, Siena, Sondrio, Treviso, Vicenza e Viterbo. Si può votare oggi fino alle 22, e domani, lunedì 27 maggio, dalle 7 alle 15. In caso di ballottaggio per l'elezione dei sindaci, si voterà domenica 9 giugno, sempre dalle ore 8 alle 22, e lunedì 10 giugno, dalle 7 alle ore 15. Si vota anche in Valle d'Aosta per il rinnovo del Consiglio regionale.
I segretari dei partiti, da Epifani a Berlusconi, si sono affrettati a spiegare che non si tratta di un test nazionale. In realtà, viste l piazze vuote di Roma in cui si sono svolti i comizi, il vero avversario da battere è l’astensionismo. La sfida più importante è naturalmente Roma, dove assisteremo alla prima assoluta delle preferenze di genere, il nuovo sistema per garantire una presenza più massiccia delle donne in consiglio comunale. Il paradosso è che su diciannove candidati alla poltrona di sindaco non c’è nemmeno una donna. Il duello è tra il sindaco uscente Gianni Alemanno e il candidato del Centrosinistra Ignazio Marino, con il rappresentante del Movimento Cinque Stelle Marcello De Vito e il rampollo della dinastia degli imprenditori di Botteghe Oscure Alfio Marchini a cercar di sparigliare.
Ma l’Italia sembra essere in altre faccende affaccendata. La campagna per la tornata delle comunali è stata un po’ dappertutto sottotono, senza particolari sorprese e con molti deja-vu, come a Treviso, dove il sindaco "sceriffo" Gentilini, alla guida della città dal 1994 al 2003 ci riprova alla bella età di 84 anni. Sarà interessante vedere come andrà a finire a Brescia, la seconda città della Lombardia e a Siena, la città simbolo delle giunte di sinistra squassata dal terremoto Montepaschi.
Francesco Anfossi