14/02/2012
Una via del villaggio francese di Saint Valentin, a sud di Parigi.
Pierre Rousseau è uno di quei sindaci che trovi alle otto di sera ancora in ufficio intento a sbrigare le ultime pratiche della segretaria, perché quest'ultima "ha due bambini di cui uno con il morbillo". Altro che articolo 18. Non é raro che sia lui a rispondere al telefono dell'ufficio informazioni quando se ne vuole sapere di più su questo villaggio di poche anime, perso nella piatta campagna del Berry, a sud di Parigi. Il prodotto più conosciuto di questa antica regione agricola é l'ottimo vino Sancerre e l'essere vivente più celebre é la "poule berrichonne": un'altezzosa gallina nera che razzola nei cortili di certe fattorie secolari che paiono uscite da un romanzo di Dumas.
Il sindaco Pierre Rousseau, eletto nel 1983, dall'inizio del suo incarico era fin troppo consapevole che scommettere sull'appeal turistico del proprio villaggio, decidendo di farlo diventare una meta per i gitanti domenicali, costituiva una scommessa davvero azzardata. Asserragliato in quel municipio simile a una casa di bambola, stette a spremersi le meningi pensando a ciò che Saint Valentin potesse avere di speciale: un'unica lunga via diritta, sentieri laterali polverosi, qualche casetta dal giardino fiorito, tre o quattro cascine, una chiesa e un minuscolo ufficio postale ricavato in quella che, in tempi più animati, fu la stazione ferroviaria. Fine.
Ma qualcosa di speciale il villaggio ce l'aveva. Il nome. Pierre Rousseau ebbe un'illuminazione. Il nome Saint Valentin avrebbe da quel momento cambiato il destino del borgo anonimo.
Da allora, i giorni precedenti la Festa dell'Amore, tutti gli abitanti si impegnano a decorare la propria casa con centinaia di fiori variopinti. Il parroco ha messo a punto una messa speciale per le coppie, funzione dove si parla di futuro, di famiglia, di solidarietà reciproca, di speranza. Ma la chiesa é troppo piccola e adesso, visto l'incredibile successo dell'iniziativa, la maggior parte di fedeli sono costretti ad ascoltare le parole stipati sul sagrato o sul prato circostante, sfidando i rigori di febbraio con una dose doppia di amorosi abbracci o rifocillandosi col Sancerre caldo, gentilmente offerto dal romantico Don Camillo del paese.
Un francobollo dedicato al celebre disegnatore Peynet.
Saint Valentin, dopo gli inizi in sordina, in seguito a qualche anno di
"prove generali" da parte degli abitanti, é diventato dunque
ufficialmente il Villaggio dell'Amore.
Le coppie, di tutte le età, sposate o no, affrontano chilometri per
venire qui a festeggiare il 14 febbraio. Chi lo desidera, può rinnovare
la propria promessa di matrimonio davanti al sindaco, solennemente
armato di codice civile e fascia tricolore. In questo modo, l'anno scorso, Martin e Juliette, arzilli novantenni
venuti da Bourges a bordo di una scoppiettante Citroen Due Cavalli, si
sono ritrovati mano nella mano a pronunciare di nuovo il fatidico "sí"
davanti a un Pierre Rousseau fiero e commosso.
Ci sono i "sí" degli amori che sfidano il tempo, quelli delle coppie
giovani e sposate da poco che vogliono gridare al mondo i propri
sentimenti, e ci sono i "sí" delle riconciliazioni, di quelli che
credevano di non amarsi più e invece...
Per fare in modo che Saint Valentin non fosse protagonista solo il 14
febbraio, l'infaticabile sindaco ha steso un progetto ambizioso: il
Parco degli Innamorati, quattro ettari di terreno dove ogni coppia, per
suggellare i propri sentimenti, può venire durante tutto l'anno a
piantare un albero.
Tutto ciò che vi é di disponibile nel villaggio é stato coinvolto nella
missione "Saint Valentin", anche l'ufficio postale. Ogni anno, il
celebre disegnatore dei "fidanzatini", Raymond Peynet, veniva da queste
parti per offrire al sindaco Rousseau alcuni fra i suoi disegni più
belli. Le opere sono state riprodotte in francobolli emessi
esclusivamente dall'ufficio postale di Saint Valentin. Ogni 14 febbraio
ne viene emesso uno inedito.
Questa particolarità ha fatto sí che il villaggio ampliasse la sua fama
anche oltrefrontiera, in special modo in Giappone, dove esite un vero e
proprio culto per la festa di San Valentino e per il disegnatore Peynet,
quintessenza del romanticismo alla francese.
Fu cosí che qualche anno fa, alla fermata dell'autobus del paese,
arrivò, con tanto di bagagli al seguito, Masima Kimura, raffinato chef
giapponese conosciutissimo nella madrepatria.
Il signor Kimura ha aperto il primo ed unico ristorante di Saint
Valentin, il quale, forte dei suoi sapori fusion franco-nipponici,
attira clienti fin dalla capitale.
Sui muri esterni del ristorante, manco a dirlo, campeggiano giganteschi
affreschi di Peynet.
Si chiude qui la favola a lieto fine di Saint Valentin nel Berry,
l'insolita e sincera storia d'amore fra un sindaco e il suo villaggio.
Eva Morletto