L'Antica Sartoria Rom, con stile

Da quasi quindici anni l'Antica Sartoria Rom, cooperativa di donne rom, produce a Roma abiti per spettacoli e crimonie. Ma ora rischia la chiusura.

06/04/2012
Un momento dello spettacolo organizzato a Roma per sostenere l'Antica Sartoria Rom.
Un momento dello spettacolo organizzato a Roma per sostenere l'Antica Sartoria Rom.

Nella scala della segregazione e del razzismo subìto, all’ultimo gradino, inutile dirlo, ci sono i Rom. Sebbene nell’immaginario collettivo la presenza di questa  etnia in Italia ammonterebbe a cifre almeno a sei zeri, i Rom attualmente residenti nel nostro Paese, secondo le stime ufficiali, non arrivano a 150.000. Di questi, circa la metà, sostanzialmente Sinti, sono cittadini italiani. Gli stranieri vengono dai Balcani, in gran parte ex Jugoslavia, e  dalla Romania.

È interessante notare che dopo l’allargamento della UE e l’ingresso della Romania nel 2007, si è registrato un rapido aumento della popolazione Rom in Italia che ha raggiunto la punta massima di 350.000 presenze nel 2008. Ma subito dopo il fenomeno si è rapidamente sgonfiato e siamo tornati alle cifre di sempre: 150.000. Insomma chi ha provato l’Italia, ha anche preferito lasciarla. L’istituzione di un ministero che si occupi  specificamente di integrazione è un segnale, quindi, in netta controtendenza che fa ben sperare, proprio a partire dai Rom. Non a caso, una delle prime uscite del Ministro Riccardi, è stata la visita al campo nomadi dato alle fiamme alla periferia di Torino, cui ha fatto seguito un importante discorso durante il quale, tra le altre cose, ha dichiarato: “Sono convinto che ce la faremo a restare un grande Paese europeo politicamente ed economicamente. Ma non vorrei che le tensioni della nostra società si scaricassero sui rom, sui più emarginati degli emarginati” e ha parlato di lavoro e istruzione come primi passi verso l’integrazione.

Perfettamente in linea con quanto detto dal ministro, si inserisce la bellissima quanto originale esperienza di un gruppo di donne Rom, organizzatesi in cooperativa e supervisionate da Carmen Rocco, una mezzo-soprano con la passione per la moda. Stanche di chiedere l’elemosina o di sognare emancipazione, hanno creato l’”Antica Sartoria Rom”, un laboratorio di alta moda che confeziona abiti e coreografie per teatri o cerimonie.

“Il lavoro - racconta Magdalena Dinca, una sarta-modella della cooperativa - è il vero modo per spiegare al mondo che sappiamo fare tante cose, che abbiamo una tradizione da cui prendere molti aspetti positivi”. “Quando un gruppo di donne Rom mi ha chiesto aiuto per trovare un lavoro vero - spiega Carmen Rocco - ho pensato che la moda, attingendo alla tradizione ottocentesca di abbigliamento Rom, ma anche alla propensione di questo popolo per l’arte, potesse essere un campo inesplorato ma con grosse potenzialità”.

E aveva ragione. Dalla fine degli anni Novanta, l’Antica Sartoria Rom fabbrica abiti e inscena sfilate, vendendo in gran parte a teatri e compagnie operistiche di mezza Europa e ricevendo commesse da case di moda quali Romeo Gigli o Arsenale Fashion. Ma, è l’incredibile finale della storia, rischia di chiudere. “Per fare fronte alle commesse - riprende la Rocco - dovremmo formare un numero molto maggiore di sarte: per fare i nostri abiti, non basta certo saper tagliare e cucire. Molti enti ci avevano promesso fondi, anche una sede visto che nella nostra piove dentro, ma, pur avendo moltissime richieste, tutte anche facoltose, siamo sull’orlo della chiusura”.

Anche per sostenere questa iniziativa e promuovere un’immagine propositiva di un popolo a partire, almeno per una volta, non solo dai problemi che lo caratterizzano, ma da quanto di positivo può produrre, dalla sua cultura, i contributi che può offrire alla società, sulla via dell'integrazione e della dignità, due associazioni storicamente amiche dell’Antica Sartoria - Vento di Tramontana e Amici delle Biblioteche - hanno promosso il Seminario “Ho visto anche degli Zingari Felici”. L’incontro si è aperto in maniera del tutto inusuale. Cantanti lirici del Teatro dell’Opera di Roma, hanno eseguito arie tratte dalla Carmen di Bizet, indossando costumi, e muovendosi tra scenografie realizzati dall'Antica Sartoria Rom.

Luca Attanasio
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