12/02/2012
Il regista Francesco Vicario. Screzi con il molleggiato? (in copertina: Federico Moccia)
Alla scoperta dei figli di papà a Sanremo: ma non rampolli di artisti che sono sul palcoscenico bensì personaggi fondamentali per lo spettacolo, bravi come e più dei genitori, che agiscono dietro le quinte. Il primo è Federico Moccia,il Petrarca di un paio di generazioni che si abbeverano con i suoi romanzi. Ascoltando le canzoni cercate di scoprire se ci sono frasi abbastanza mielose da poter apparire in uno dei romanzi che nel 1990 girava in fotocopie per le scuole: “Tre metri sopra il cielo”. Il successo fu tale che arrivò sul tavolo di un editore che stampò il romanzo trasformandolo subito in un cult.
Non è un caso se parlo dell’autore di “Tre metri sopra il cielo”, cult da ormai più di vent’anni: il nostro Federico, infatti figura tra gli autori dei testi del Festival di Sanremo. Figlio d’arte, il padre Giuseppe firmava col nickname Pipolo soggetti, sceneggiature, regie e grandi show televisivi degli anni Sessanta e Settanta insieme all’inseparabile Castellano. Scaltrissimo conoscitore del mondo giovanile (una frase di “Tre metri sopra il cielo” diceva testualmente:”belli e fatti di jeans, meglio di una pubblicità dal vivo”) ha inventato quei lucchetti dell’amore che “costringono” gli innamorati a suggellare la loro passione collocando piccoli e grandi lucchetti destinati all’eternità su Ponte Milvio. Non è finita bene.Infatti se ne sono accumulati così tanti che il sindaco di Roma ha deciso di rimuoverli perché mettevano a rischio la sicurezza del ponte.
L’altro figlio d’arte si chiama Francesco e suo padre era quel Marco Vicario che produsse e diresse “Sette uomini d’oro”, un made in Italy nato sulla scia dei film di Bond e degli effetti speciali. Protagonista era sua moglie Rossana Podestà, che ottenne anche un successo mondiale con il film, “La rete” considerato molto ardito, almeno per l’epoca. Francesco ha un curriculum televisivo di tutto rispetto: dai tempi di “Bim Bum Bam” ha formato un sodalizio con Paolo Bonolis che l’ha portato, nel 2006, a firmare la regia del Festival targato Bonolis. Tra l’altro ha anche firmato “Il pranzo è servito” con Corrado e “I Cesaroni”. Ora, mi dice un uccellino, sta battibeccando con Celentano che vuol metterci del suo nei momenti in cui è in scena. Finirà che il regista del Festival lascerà la sua postazione mentre il padrone del Festival si autodirigerà ? E’ già successo in una delle ultime apparizioni televisive di Adriano. Allora il regista era Paolo Beldì, ma la trasmissione la firmò Adriano. E pensare che siamo appena alla vigilia…!
Gigi Vesigna