Se domenica non è più domenica

Manifestazione in tutta Europa contro la liberalizzazione degli orari. Ma in Italia è probabilmente una battaglia già persa.

04/03/2012
Con il decreto del Governo MOnti la grande distribuzione potrebbe rimanere aperta sette giorni su sette, tutto l'anno.
Con il decreto del Governo MOnti la grande distribuzione potrebbe rimanere aperta sette giorni su sette, tutto l'anno.

Domenica, benedetta domenica. Ma la benedizione rischia di estinguersi, di trasformarsi in un giorno come gli altri. Il Governo Monti lo prevede espressamente (chissà se si è tagliato i capelli di domenica anche come azione simbolica della politica di governo). Ma non tutti ci stanno. E manifestano in favore di una battaglia che pare persa in partenza. Anche Confesercenti e Cgil, Cisl e Uil hanno infatti aderito alla “Giornata europea per le domeniche libere dal lavoro”, promossa dall’European sunday alliance. In Europa sono 80 gli organismi, dai sindacati alle chiese cristiane, che aderiscono a questa organizzazione, fondata a Bruxelles nel giugno 2011 con lo scopo di battersi per il rispetto dei giorni festivi.

Stamattina in tutte le piazze sono stati distribuiti volantini. A Modena all’uscita della Messa in Duomo è stato distribuito un volantino con scritto “Grazie di essere qui (e non all’ipermercato”). A Bolzano, Curia e sindacati hanno diffuso un manifesto in tre lingue (italiano, tedesco e ladino), per disincentivare la spesa domenicale. Come accennato, il decreto “Salva Italia” del governo Monti prevede la possibilità di tenere aperti negozi e supermercati 24 ore su 24 e sette giorni la settimana. Qualcuno oserà fermarlo in Parlamento?

Chi ha scritto questo articolo lo ha fatto di domenica e potrebbe essere tacciato di incoerenza. Ma quello dei giornalisti è un mestiere che rasenta l’ossessione. Inoltre, l’attività domenicale di chi lavora nei mass media, oltre che essere necessaria, è ben organizzata in turni di lavoro e orari che permettono a tutti di riposarsi. Sarebbe come chiedere ai pompieri di non lavorare per le feste. Ai commercianti, che sono molti di più, invece, lo si può chiedere, anche perché l’impatto sociale della liberalizzazione degli esercizi sarebbe (anzi, sarà) enorme.

 

Il provvedimento di Monti è infatti criticabile sia sotto il profilo economico che morale. Innanzi tutto non sta scritto da nessuna parte che aumenterà i consumi e l’occupazione nel settore. Al contrario, potrebbe danneggiarli ulteriormente. Tentativi analoghi effettuati negli anni scorsi non hanno prodotto un incremento ma hanno semplicemente aumentato i problemi degli addetti del settore, con un aumento, tanto per cambiare, del precariato nei contratti e nelle condizioni di lavoro. Dicono i sindacati: “Si continua ad alimentare la spirale della precarietà aggravata dal rischio di peggioramento dell’organizzazione del lavoro a partire dagli orari e dai turni trascinando anche il peggioramento delle condizioni economiche”. Insomma, il decreto sugli orari ha più lo scopo di aggiungere un’altra bandiera all’ideologia liberista che caratterizza questo governo di “tecnici” che quello di creare occupazione e produzione.

Inutile aggiungere che il decreto favorisce la grande distribuzione creando problemi enormi per i piccoli negozi, che costituiscono la rete capillare dei centri storici e dei piccoli Comuni. Come può una bottega retta da una famiglia tenere aperto sempre, anche alla sera tardi, magari per tener testa ai cinesi che hanno aperto una bottega analoga a cinquanta metri di distanza e che tengono aperto giorno e notte?

L’Italia dei negozi e dei supermercati aperti 24 ore su 24, sette giorni su sette, penalizza non poco la famiglia. Pensiamo ai nuclei familiari che hanno almeno uno dei componenti che lavora nel commercio. La domenica libera dovrebbe consentire alle famiglie e ai singoli individui di godere di serenità e distensione, di incontri tra parenti e in comunità, di riflessione, celebrazione festiva, vacanze, studio, di molteplici altri impegni.

Ma è difficile che questo Governo faccia un passo indietro. Anche perché non c’è in giro, a parte qualche rara iniziativa come quella di oggi, anche nel mondo cattolico (eppure si tratta del Terzo Comandamento), un clima granché interessato a quello che ci sta per capitare. Gli italiani paiono in altre faccende affaccendati. La maggior parte accoglierà il decreto come un occasione in più per fare quattro passi in centro la domenica pomeriggio.


 

 

 

Francesco Anfossi
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Postato da folgore il 06/03/2012 15:48

Liberalizzazioni? Tante belle parole. In particolare queste mi sembrano solo delle belle parole e nulla più. Chi ne trarrà giovamento saranno solo i CENTRI COMMERCIALI (dalle Coop a quelle straniere). I clienti non aumentano coll'aumentare delle ore, ma semplicemente si distribuiscono nelle fasce orarie. In quelle notturne quante persone pensate che andranno? Beh sapete le massaie che si avvedono che manca il burro o la pasta andranno alle 02.00 a comperarla? Magari rischiando degli scippi o anche di peggio vista la gente che circola? Se si vuole calare il costo della vita occorre mettere mano alle TASSE. In Italia si paga in media il 43% mentre in Francia il 42% ed in Germania il 37% e Spagna il 30% e, udite udite, negli USA il 24%. Tempo fa si disse che il problema erano le festività religiose e si cancellarono alcune di queste (feste patronali ad esempio). Decaduto il decreto non se ne parla più eppure non mi sembra che anche la Confindustria ne senta la mancanza di tale abolizione. Non si potrebbe, pertanto, andare a parlare di cose serie e non di cose da specchietto delle allodole. Una per tutte: Obama riceve per il suo incarico circa 304793 € all'anno.

Postato da folgore il 05/03/2012 20:30

Allucinante. Il rispetto della festa viene ad essere solo l'andare alla Santa Messa. Una volta effettuata tale incombenza, e rispettato il nostro DOVERE verso Dio allora sono affari nostri e si può anche andare a fare quello che si vuole. Scusate, ma non vi seguo. Una cosa è il lavoro particolare che DEVE essere svolto 24 ore su 24. Lui deve essere contento d'averci visto alla Messa e noi ci andiamo al lavoro o al Centro Commerciale. Anche gli ebrei che svolgono attività di polizia, per fare un esempio, lavorano il sabato e anche gli islamici che sono nella sanità, per fare un altro esempio, non si fermano certo il venerdì. Ma i negozi che ci azzeccano con questa emergenza? V'è ora l'emergenza shopping (spesa)? Si deve assecondare questa forma di aggregazione nei Centri Commerciali? Ripeto fino alla noia che in altri paesi manco si pensa a questo, ed in Austria i negozi alla sera non chiudono alle 19.30 come da noi, ma alle 18.00. Eppure il rating dell'Austria non ne risente, basta osservare come ci sono davanti. E veramente pensate che aumentando le ore di apertura aumentino i clienti e gl'incassi? Auguri, anche osservando che nelle ore notturne sarà indispensabile aumentare anche la SICUREZZA dei locali stessi. Il rispetto della domenica equivale anche al rispetto della nostra persona, al bisogno di recuperare in ‘umanità’. Insomma farci capire che esiste un’umanità non solo divorata dall’interesse economico, dal consumo, ma che si serve dei beni materiali per vivere in pienezza, che vuole riposarsi per riflettere, curare la propria intelligenza. Magari anche per passare qualche ora con la propria famiglia e che so magari anche pregare. Non crediate che parecchie persone che alla domenica lavorano non gradirebbero passarla coi familiari.

Postato da lettore02 il 05/03/2012 19:37

Ti domando scusa Folgore non ti voglio criticare ma solamente prendere spunto dal tuo commento :"Ora non si facciano tante polemiche quando opera!" per portare la discussione sul punto che è il ragionare sulle cose che ci riguardano che incidono sulla qualità della nostra vita. Non pensi che se gli italiani avessero puntualizzato sulle proprie condizioni di vita anzichè farsi suggestionare da mirabolanti slogan del "ghe pensi mi" non avremmo avuto bisogno di un Monti salvatore della patria. Ora sembra che la panacea di tutto siano le liberalizzazioni, basta aggiungere la parolina magica e tutto va a posto. Io temo che anche questo si rivelerà un miraggio, per progredire una società ha bisogno soprattutto di coesione e questa è un'arte difficile e faticosa che si ottiene con la discussione, il confronto delle idee. Sarà difficile confrontare le ostre idee se saremo chiusi nei nostri orticelli, mi si dirà cosa centra con il santificare le feste ma se non abbiamo tempo per noi sarà difficile averne per Dio proprio perchè Egli non è un fatto privato

Postato da ugolucio il 05/03/2012 18:18

Ha ragione da vendere la sig.ra MARA, si vedrà in seguito se l'idea è stata buona oppure no. Ormai vale l'abitudine di criticare tutto e tutti, polemizzare su ogni cosa persino sui delitti mettendo dubbi con mille " però, se, ma forse...." L'importante è discutere per ore o scrivere articoli che non hanno ne capo ne coda. Brava MARA hai colto nel segno!!!!!

Postato da Filippo1184 il 05/03/2012 15:28

Lavoro spesso di domenica, e non mi creo problemi. La messa? La mattina prima di andare a lavoro, o il sabato alle 18. La realtà è che la santificazione delle feste coincide per molti con lo stare sdraiati sul divano a fare nulla. "Chi non lavora neppure mangi...". Ci sono alcune attività che vanno svolte di domenica, e molti altri hanno a disposizione solo la domenica per uscire. A parte la messa, io trovo la domenica un giorno come un altro perché il riposo è stare con Dio, e si può fare anche nel tragitto da casa al lavoro. Molte altre persone poi si riposano la domenica al punto da non andare in Chiesa per pura pigrizia. E se quest'ultima categoria, dovesse dirmi che non si lavora di domenica, mi sentirei decisamente in difficoltà a non rispondere. Ciao!

Postato da Mara44 il 05/03/2012 09:10

Se l'apertura nei giorni festivi non è obbligatoria, saranno gli esercenti e i clienti a mostrare se l'idea è valida oppure no. Per quanto mi riguarda, anche se potrei fare la spesa di domenica, troverò senz'altro anche il tempo di andare alla messa. Forse è il caso di parlare meno (tanto, per farsi ascoltare bisogna arrampicarsi sui tetti o sui tralicci) e coi fatti far capire quello che è più giusto.

Postato da lettore02 il 05/03/2012 00:05

Ricordati di santificare le feste. Quante volte me lo sono ripetuto con rabbia da ragazzo quando dovevo lasciare la compagnia ed andare a governare le bestie nella stalla. Lo dicevo con sfida a mia madre perchè a mio padre non fidavo, la risposta di mia madre era che l'avevo santificata al mattino andando a Messa e nel pomeriggio al Vespro, alle 3 finiva la funzione e alle 4 dovevo essere in stalla. Quell'ora di libertà mi è sempre pesata perchè era l'unica della settimana e lasciare la compagnia fra gli sfottò degli amici se pesava. Da adulto quando avevo la responsabilità di un reparto di produzione di una multinazionale e dovevo organizzare i turni per supportare la produzione anche la domenica mi sono trovato a sostenere la causa persa del riposo domenicale. Hai voglia documentare l'inutilità del lavoro domenicale argomentando che il lunedì avrei avuto il reparto vuoto di persone che recuperavano e di materiale accumulato in spedizione che sarebbe partita comunque lunedì sera. La mia è stata una battaglia persa la prima come la seconda ma c'è una differenza che è fondamentale: nella prima anche il mio lavoro santificava la festa, nella soconda temo di no ad essere santificato è il business

Postato da folgore il 04/03/2012 22:45

Qualcuno ha lodato questo Governo e questo Premier? Ora non si facciano tante polemiche quando opera!

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