01/10/2011
La Corte dei Conti.
Contro il Governo Berlusconi ci si mettono anche i giudici della Corte dei Conti. Fatto sta che hanno bocciato la riforma fiscale. Secondo al Corte la riforma non ha copertura, anche perchè “parte delle entrate sono state usate dal decreto di agosto”. Lo ha spiegato il presidente Luigi Giampaolino in un’audizione alla commissione Finanze e Affari sociali della Camera. Il verdetto della Corte lucido e severo, soprattutto per i tagli alla spesa sociale. La riforma tassa “beni personali e reali”. Inoltre vanno evitati i tagli lineari alle agevolazioni in quanto “recessivi”. Il presidente Giampaolino evidenzia poi come i nuovi assetti disegnati dal ddl delega prefigurino “più che una generalizzata riduzione del prelievo fiscale, un'estesa operazione redistributiva”, mentre la “molteplicità e la rilevanza” degli obiettivi perseguiti dal ddl rendono “doveroso interrogarsi sia sull'idoneità dei mezzi di copertura sia sul rischio di un conflitto nella destinazione delle risorse acquisibili”.
Inoltre il fisco insiste sulla tassazione su lavoro e imprese, bloccando la ripresa. “Occorre domandarsi se le incertezze che gravano sulla copertura della delega fiscale e assistenziale non rendano necessario esplorare fonti di gettito nuove, in direzione di basi imponibili personali o reali che non insistano sul lavoro e sulle imprese”, spiega il presidente della Corte dei Conti per il quale “c’è la consapevolezza che la strada di una riduzione della spesa sociale risulta difficile e rischia di produrre effetti non diversi da quelli derivanti da un prelievo eccessivo e distorto”.
E il condono? E’ una scelta molto politica, “specie per l’aspetto che riguarda le conseguenze sul comportamento dei contribuenti”, ha poi affermato Giampaolino. Il quale però ha anche ricordato che, a differenza di condoni passati, ora si è «in presenza di nuove misure antievasione delle quali bisogna tenere conto». Lotta all'evasione e condono potrebbero infatti condurre il contribuente a "nuova vita" fiscale.
Francesco Anfossi