06/04/2013
Il presidente del Consiglio Mario Monti durante la conferenza stampa (Ansa).
Quaranta miliardi di crediti sbloccati, da
pagare nell’arco di dodici mesi, a partire da lunedì. E’ il provvedimento
urgente adottato dal Consiglio dei ministri che da tempo gli imprenditori
chiedevano per far respirare centinaia di migliaia di aziende.
Non si tratta dell’intero ammontare dei crediti della pubblica
amministrazione verso i privati, che è almeno il doppio (ma La Cgia di Mestre
parla di 120 miliardi di euro). Ma almeno è una boccata salutare di ossigeno. Servirà certamente a favorire la ripresa, anche se non in maniera determinante.
“La quota di debiti della pubblica amministrazione non ceduta alle banche era già 61 miliardi di
euro, salito a 74 a
fine 2010 e a 80 miliardi a fine 2011", ha detto il premier Mario Monti,
durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi. "I debiti accumulati finora dalle
pubbliche amministrazioni hanno scaricato gli oneri sul futuro delle imprese e
dei cittadini". Monti non ha risparmiato qualche battuta caustica all’indirizzo
dei suoi predecessori: “Ho visto un' improvvisa voglia di tutti di pagare molto
di più alle imprese, compresi coloro che le hanno soffocate in passato".
Ma da dove arriveranno le risorse promesse per
rimettere i debiti di Stato? Il ministro Passera ha spiegato che provengono dalla
Cassa depositi e prestiti e dall’emissione di titoli di Stato ad hoc. O, ancora, dalla
compensazione tra debiti e crediti: “Abbiamo allargato la tipologia di crediti
che potranno essere compensati”.
Dunque si accumulerà altro stock di debito
pubblico. Ma Monti assicura che il rapporto tra deficit e Pil rimarrà invariato:
“C'é la fondata aspettativa che a maggio l'Italia sarà dichiarata fuori dalla
procedura dell'Unione europea per deficit eccessivo”, ha assicurato.
La certificazione e il censimento dei debiti
della pubblica amministrazione "verrà fatto nell'ambito della prossima Finanziaria",
ha aggiunto Passera, ricordando che il disegno di legge erogherà 40 miliardi, di cui 15 o 20
già ceduti e 3 o 4 che dovranno essere compensati, "poi tutto si
chiuderà".
Francesco Anfossi