Sicurezza stradale: la politica dov'è?

Il caso delle due madri con i passeggioni investiti da un pirata della strada ad Aosta. Cinquemila le vittime ogni anno, nel 2012 morti più di 60 bambini.

01/02/2013

Le carrozzine riverse sul marciapiede, due neonati di poche settimane, in pericolo di vita, le mamme sotto choc travolte mentre portavano a passeggio i loro bambini. Tutto questo per raccattare una sigaretta caduta sul tappetino dell'auto. E mentre Marius Pohrib, 21 anni, viene arrestato e trovato positivo al test sui cannabinoidi, si fa più forte la voce di quanti chiedono alle istituzioni di intervenire attivamente sul tema della sicurezza. «Quello dell’insicurezza stradale resta un problema grave e complesso sul quale istituzioni e politica non possono continuare a far finta di nulla - afferma Carmelo Lentino, Portavoce di BastaUnAttimo, la campagna nazionale sulla sicurezza stradale e contro le stragi del sabato sera, promossa da AssoGiovani e Forum Nazionale dei Giovani. -  Non può accadere che ci siano persone che si mettono alla guida di un mezzo senza essere consapevoli dell’attenzione che necessita. Due donne e due neonati rischiano la vita per una sigaretta caduta. Siamo al paradosso». Eppure quello di Aosta non è un caso isolato: alta velocità, distrazione, uso e abuso di alcol, assunzione di droghe sono spesso causa di tanti incidenti.


Quando le vittime sono i bambini. Nel 2012 hanno perso la vita sulle strade 60 bambini. A loro si aggiungono almeno 13 piccoli ancora in grembo alla madre (e spesso uccisi anche con la mamma) che non sono mai nati a causa di un violento impatto stradale. Un triste conteggio arrotondato per difetto, un elenco di bambini di cui non esisteranno mai dati, numeri, percentuali. Secondo l'osservatorio dell'Asaps (Associazione sostenitori e amici della polizia stradale), lo scorso anno sono stati 793 gli incidenti significativi che hanno coinvolto i più piccoli, in cui ben 900 bambini hanno riportato lesioni importanti. Delle vittime, il 64% erano trasportate, il 26% a piedi, il 6% in bicicletta e il 4% su ciclomotori. La fascia d'età che fa contare il maggior numero di vittime è proprio quella che va da 0 a 5 anni (52%) e il maggior numero di sinistri, 293, è avvenuto nei centri urbani. Il triste primato va alla Lombardia, con 171 incidenti, seguita da Emilia Romagna (93) e Veneto (59).



Leggi adeguate e più educazione stradale
. Da più parti arriva la richiesta di interventi mirati, anche dal punto di vista legislativo. L'Asaps, insieme ad altre associazioni, ha già raccolto 60.000 firme per introdurre il reato di omicidio stradale nel codice penale, una proposta che verrà ripresentata quando sarà terminata la prossima tornata elettorale.«Nel nostro paese uccidere un ragazzo sulla strada guidando in modo irresponsabile viene punito meno di un furto - denunciano Stefania Lorenzini e Stefano Guarnieri, autori di "Felice di seguirti. Una storia di ordinaria inciviltà" e genitori di Lorenzo, ucciso a 17 anni da un uomo che guidava sotto l'effetto di alcol e droga - E la sicurezza stradale non è una priorità dei nostri amministratori, tranne rare eccezioni». Strade più sicure, pene più certe e un'attenta educazione stradale: è questo che serve per alzare la guardia. 

Ce lo chiede l'Europa. È una frase che sentiamo ripetere spesso in relazione all'abbassamento del debito o l'aumento del Pil. Ma l'Europa chiede anche altro: ogni anno in Italia muoiono sulle strade cinquemila persone. Vanno aggiunti 300mila feriti e oltre 20mila disabili gravi. «Il parlamento Europeo ha chiesto all'Italia di ridurre del 40% in dieci anni questi numeri, ma lo Stato sta rispondendo con un sempre calante presidio del territorio e con un grave ritardo nell’adeguamento degli organici delle forze dell’ordine e delle norme del Codice della strada», denuncia l'Associazione familiari vittime della strada. 

Piccoli gesti di attenzione. Il Parlamento deve fare di più con leggi e regole, ma non sembra che la sicurezza stradale sia al centro dei programmi dei candidati. Ma anche tutti noi possiamo fare più attenzione per la nostra sicurezza. Perché non tutti gli incidenti sono causati da pirati della strada, ubriachi o drogati. Spesso basta davvero un'imprudenza o un attimo di distrazione. Legare i bambini all'apposito seggiolino anche se piangono o protestano, mettersi la cintura di sicurezza anche per brevi tragitti, non parlare al cellulare o cercare qualcosa mentre si guida sono piccoli gesti che fanno la differenza tra un viaggio sicuro e non. Così come è bene fermarsi se si è stanchi o organizzare i sabati sera affidando la guida a un amico che decide di non bere (non è necessario ubriacarsi per non essere abbastanza pronti di riflessi, basta un po' più di vino di quanto raccomandato). Ricordandosi sempre che basta un attimo e anche raccogliere qualcosa caduto sul seggiolino di fianco può essere fatale.

Eleonora Della Ratta
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Postato da galeno il 01/02/2013 23:49

Va bene l'attenzione, che non è mai abbastanza, ma sempre più persone vivono ed agiscono ignare delle più elementari regole di convivenza e Buon Senso. Allora anche in questo ambito non può bastare stare attenti: per i tanti che si credono volpi occorrono chiari limiti invalicabili ai quali la legge non consenta MAI nessuna scappatoia o giustificazione, anche se certi imbonitori continuano a predicare il contrario disprezzando non solo gli uomini ma anche Dio. PS : l'investitore patentato è non solo tossico ma anche rapinatore...in libertà!

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