13/03/2012
Manifestazione di protesta in una cittadina nei pressi di Homs (Reuters).
In Siria la spirale di violenza continua, implacabile, a mietere vittime. Hanno fatto rabbrividire e indignare la comunità internazionale le immagini, pubblicate su Internet di quasi cinquanta corpi di civili, fra cui tanti bambini, brutalmente straziati emutilati nella città di Homs, roccaforte dei ribelli, ormai da settimane nel mirino della repressione del regime. Le vittime sono famiglie dei quartieri a maggioranza sunnita. Le forze dell'opposizione, che hanno filmato e diffuso le immagini, attribuiscono il massacro alle milizie lealiste; il Governo di al Assad, al contrario, dice che si è trattato dell'azione di terroristi finanziati da Arabia Saudita e Qatar.
Ormai la Siria è scivolata in un baratro di violenza che ha acquistato i tratti di uno scontro confessionale, tra minoranza sciito-alawita - che s'identifica con il clan al potere - e sunniti.
"Le uccisioni di civili in Siria devono fermarsi adesso", ha tuonato da Ankara, capitale della Turchia, Kofi Annan, inviato speciale dell'Onu e della Lega araba, altermine di un viaggio in Qatar e a Damasco.
Ma, di fatto, sulle risoluzioni da prendere c'è ancora molta incertezza.
Il Consiglio disicurezza dell' Onu è diviso tra diverse posizioni, da un lato l'atteggiamento più netto e severo di Stati Uniti e Occidente, dall'altro quello più prudente di Russia e Cina.
Intanto, Save the children denuncia la situazione critica in cui vivono tantissimi bambini siriani.
Molte famiglie che dalla Siria si sono rifugiate in Libano riferiscono all'organizzazione umanitaria, attiva al confine tra i due Paesi, che la popolazione è allo stremo, priva di cibo e medicine.
Save the children ha lanciato una campagna di sensibilizzazione e mobilitazione per fermare i massacri e per assicurare accesso agli aiuti umanitari ai bambini siriani.
FamigliaCristiana.it