13/09/2012
È già stato superato il tetto delle 5.000 firme alla petizione popolare per passare ai 30 km all'ora in tutte le aree residenziali d'Italia (a eccezione delle arterie cittadine a scorrimento veloce), dove invece oggi vige il limite di 50 km all'ora secondo il Codice della Strada. Dunque, un grande successo per l'iniziativa lanciata sul web (www.salvaciclisti.it) dal "Movimento Salvaciclisti", per chiedere al Parlamento l'adozione «immediata e non più rinviabile» di questa misura, già adottata da altri Paesi europei, e in corso di valutazione anche a Milano dalla Giunta Pisapia, ma soltanto dentro la cerchia dei Navigli.
La petizione popolare, alla quale si può aderire lasciando una firma "digitale" (ecco il link diretto: www.change.org/30eLode) è del movimento Salvaiciclisti, che per l'occasione si
appoggia a una delle più forti piattaforme di petizioni on line,
change.org, capace di raccogliere in breve tempo centinaia di migliaia
di firme su progetti ritenuti d'interesse collettivo. L'iniziativa è stata lanciata anche su Twitter, con l'hashtag #30eLode, e poi sugli altri principali social network: Facebook, Google+ e Linkedin.
manifestazione del movimento "Salvaciclisti" a Roma davanti a Montecitorio, sede della Camera dei Deputati (Eidon).
«Da ormai troppo tempo sosteniamo l'urgenza di un cambiamento delle
strade italiane per evitare la strage continua di pedoni e ciclisti, precisa Paolo Pinzuti, tra i fondatori del movimento Salvaciclisti. Negli ultimi dieci anni sulle strade italiane sono morti oltre 2.500 ciclisti e circa 7.500 pedoni: un numero sufficientemente alto di persone per affermare che la sicurezza nelle strade delle nostre città, allo stato attuale, è da rivedere. Il nostro movimento è nato lo scorso febbraio replicando un'iniziativa promossa dal quotidiano Times di Londra. Lo scorso 28 aprile abbiamo portato in piazza, a Roma, ai Fori Imperiali, circa 50.000 persone desiderose di vivere in città più a misura di persona, e non più, o non solo, di automobile».
Il motivo per cui si è scelto il limite dei 30 km/h invece
degli ultradecennali "50 all'ora" è spiegato dagli stessi attivisti: «Ogni
morto sulle strade costa mediamente alla società oltre 1,3 milioni di
euro. Riducendo la velocità di 20km/h, oltre a dimezzare il numero
di morti e feriti in città, sarebbe agevolato anche lo sviluppo sociale dei
bambini, per i quali è ormai impossibile frequentare in sicurezza la strada. Per contro, i tempi
di percorrenza media per gli automobilisti aumenterebbero di appena il
3 per cento. E significa offrire l’opportunità a chi guida di reagire prontamente ed evitare gli impatti che si possono
verificare in strada: bambini che giocano, pedoni , ciclisti o anche
animali che attraversano all’improvviso». Oltre al lancio della petizione, sul sito del movimento Salvaciclisti (www.salvaciclisti.it) c'è anche una presentazione della letteratura
scientifica disponibile, cioè delle esperienze provenienti nel resto del
mondo e una confutazione punto per punto dei pregiudizi che solitamente
circondano la mitigazione del traffico.
Pino Pignatta