Monti, nessuna cambiale in bianco

Il sondaggio Famigliacristiana.it-Demòpolis conferma che gli italiani hanno fiducia nel Premier ma non a qualunque condizioni. Sacrifici sì, ma per tutti e con equità.

01/12/2011
Il nuovo premier Mario Monti.
Il nuovo premier Mario Monti.

Governo Monti: molta stima, nessuna cambiale in bianco. Ecco il giudizio che esce dal sondaggio che Famigliacristiana.it e Istituto Nazionale di Ricerche Demòpolis hanno realizzato sui primi passi della nuova compagine governativa. Pubblichiamo sul sito i risultati completi della ricerca. Ora ci preme però sottolineare un’altra cosa. Il Primo Piano pubblicato su Famiglia Cristiana n. 48 (che aveva in copertina proprio il Premier) conteneva un monito e un consiglio per il nuovo Governo: “Si potranno chiedere sacrifici necessari solo se l’equità sarà garantita. Senza sotterfugi e giochi di Palazzo. Ma con chiarezza e trasparenza”. Gli utenti di Famigliacristiana.it, con il loro voto, hanno ribadito che questa condizione non è negoziabile.

Clicca qui per scoprire i risultati del sondaggio
"Governo Monti: più tasse o meno spese?"




   


 In grande maggioranza, infatti, sono disposti a sostenere il Governo Monti fino alla scadenza della legislatura ma, in maggioranza altrettanto grande, chiedono di non ripetere le recenti esperienze e di veder garantita a tutti gli strati sociali una parità di trattamento di fronte ai sacrifici ormai inevitabili per affrontare e superare la crisi. Tre intervistati su quattro sono favorevoli a una tassa patrimoniale su ricchezze e patrimoni superiori a 1 milione di euro, e in percentuale quasi analoga affronterebbero anche un prelievo straordinario e progressivo sui redditi superiore ai 100 mila euro lordi annui. La maggioranza, però, è ostile alla reintroduzione dell’Ici e all’aumento dell’Iva proprio perché teme che questo inasprimento fiscale si scarichi soprattutto sulle spalle dei cittadini meno abbienti.

     Sacrifici sì, ma per tutti, ed equamente distribuiti. Ecco la morale del nostro sondaggio. Molta stima per Monti ma nessuna cambiale in bianco, ripetiamo. E se il buongiorno si vede dall’assenza di un ministero (e persino di un sottosegretariato) per la Famiglia…

Fulvio Scaglione
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Postato da frassinello il 04/12/2011 22:15

Mi consentite di ringraziare pubblicamente gli economisti Alesina e Giavazzi che stamattina sulla prima pagina del Corriere della sera hanno letteralmente scuoiato Monti e la sua idea di aumentare le aliquote Irpef al ceto medio? Poi Monti in tv ha detto che non ci aveva mai pensato, ma è una bugia. Ancora nel pomeriggio tutti i giornali e le tv ne parlavano perché il provvedimento era scritto nella bozza presentata a partiti e sindacati (infatti il Pdl alle 20 ancora si vantava di aver bloccato l'aumento sui redditi da 55 a 75mila euro, ma di aver dovuto ingoiare quello dai 75mila in su). Tutto è bene quello che finisce bene.

Postato da ironyman il 04/12/2011 01:20

Che il governo Monti goda di un vasto consenso popolare è un fatto; che questo però non basti a legittimarlo lo dice la Costituzione ed io sono molto rispettoso della Costituzione la cui impostazione parlamentarista condivido pienamente. La legittimazione di questo parlamento risiede nel fatto che ha ricevuto la fiducia di quasi tutte le forze politiche dell’arco costituzionale (quindi anche oltre l’80% dei rappresentanti del popolo), e non certo perché risulta gradito anche all’opinione pubblica. Evocare adesso pericoli di deriva democratica dopo le sbornie di populismo che hanno inquinato la scena politica degli ultimi decenni mi sembra davvero curioso. Invero la democrazia è stata deturpata da governi rabberciati alla meglio e che pur di sopravvivere sono stati costretti a ricorrere al sostegno di parlamentari eletti con i voti dell’opposizione con un parlamento trasformato in un desolante ed avvilente mercato delle vacche. Pensare che qualche legislatura prima quegli stessi paladini della democrazia avevano preteso le dimissioni di governi con valide maggioranze solo perché a qualcuno sembrava che il vento del consenso popolare stesse cambiando direzione. E ricordo perfettamente le pressioni sul povero presidente Scalfaro per sciogliere le camere nonostante esprimessero ancora una maggioranza politica o la campagna diffamante contro i senatori a vita del governo Prodi e quelle contro i ribaltonisti additati al pubblico ludibrio come traditori. Sono più fresche le annotazioni dei traditori sul taccuino del premier uscente mentre nelle sue fila facevano bella mostra di spirito democratico e coerenza personaggi come Scilipoti &C. così preoccupati delle sorti della democrazia da manifestarlo con plateale svolazzo di volantini funebri e lutto al braccio. Bene, speriamo davvero che tutto ciò che ci lasciamo alle spalle abbia fatto maturare lo spirito democratico degli italiani. Adesso ci aspettano momenti difficili dal punto di vista della tenuta sociale e la democrazia, è un buon viatico per affrontarli nel modo migliore. Ovviamente deve essere una democrazia non di facciata sostanziale e non formale altrimenti le ingiustizie e le tensioni sociali non saranno vinte. A me farebbe davvero piacere pensare che viviamo in un paese in cui la metà degli italiani possiede un patrimonio di un milione di euro. Se così fosse credo avremmo molto meno problemi di quel che si pensa. Purtroppo non è così. E’ vero che circa il 75-80% delle famiglie (non dei singoli) possiede una casa di abitazione, ma a parte pochissimi fortunati il valore di quelle case è ben più modesto e oltretutto nella maggior parte dei casi gravato da mutui anche pesanti. Poi se vogliamo sostenere che chi possiede un patrimonio di un milione di euro se la passa male con la crisi incombente, va bene. Ma ci tocca guardare anche al resto della società e purtroppo ammettere che sono tanti quelli che se la passano ancora peggio e che purtroppo, (ma questo è un problema che preesisteva alla crisi) la distribuzione della ricchezza in Italia come i numeri snocciolati da Vialba hanno molto ben mostrato è fortemente sperequativa. Adesso perciò si tratta di capire chi deve pagare il costo di questa crisi perché se saranno ancora quelli appartenenti alle fasce più deboli, il problema sarà solo rimandato e purtroppo più in là potremmo pentirci di non averlo affrontato nel modo giusto. Per il resto le teorie del leva e metti dei soldi nelle tasche degli italiani sinceramente mi hanno stufato e credo che non vi sia rimasto molto da dire. Gli italiani ormai credo stiano imparando ed hanno capito che aldilà dei proclami e dei trucchetti come quello sull’IVA alla fine quel che da la misura di tutto è la maggiore o minore difficoltà ad affrontare i costi della vita e se si chiedesse in giro alle persone se negli ultimi anni il loro tenore di vita sia migliorato le risposte negative sarebbero nettamente prevalenti.

Postato da frassinello il 03/12/2011 18:47

Caro Ironyman, cominciamo con il dire che se abbiamo sempre preso in giro Berlusconi e i suoi sondaggi, è fuori dal mondo sostenere che il Governo Monti ha l’80 per cento del consenso popolare. Certo, i qualunquisti (perchè di qualunquismo si tratta e lo dico con rispetto) pensano che le elezioni, con tutti i loro costi e le loro asperità, siano un incidente da evitare il più possibile, ma la democrazia, dai tempi di Atene è questa: un governo ha il consenso solo se è verificato con i voti, non con un campione di intervistati. Condivido un certo orrore per le misure che si preannunciano. E facciamo chiarezza su che cosa intendiamo per ricchi e per ricchezza. Secondo voi una famiglia monoreddito di 4 persone con 80mila euro di imponibile all’anno è “ricca”? Si può definire benestante o addirittura redditiera? Sapete che cosa significa quell’imponibile? Più o meno 3.200-3.500 euro al mese. Si tratta solo di ceto medio e nemmeno di ceto medio alto. Inoltre, nel 90 e passa per cento dei casi, stiamo parlando di persone che percepiscono uno stipendio e che quindi “hanno sempre pagato le tasse fino all’ultimo centesimo”. Questo sa fare il mitico governo dei tecnici: alzare l’Irpef a chi magari ogni tanto cambia l’auto e va in vacanza facendo muovere l’economia e ha sempre versato il dovuto al Fisco? Infatti, gli esperti borbottano, non osano dirlo chiaramente (però se leggete bene, tra le righe gli scappa), ma sanno benissimo che una misura di questo genere è recessiva: riduce i consumi, riduce il Pil, non taglia il debito pubblico. È la politica delle cicale: pochi, maledetti e subito. Serve? Chissenefrega, facciamo cassa e magari la Merkel ci casca. Anche parlare di ricchezza per “patrimoni” da un milione di euro è qualunquismo puro. Una casa in una città medio grande, la vecchia casa di campagna dei nonni, un bilocale al mare; il tutto rivalutato di tre volte (come si dice) e almeno la metà delle famiglie italiane (quelle, soprattutto, dei lavoratori dipendenti) paga la patrimoniale. Altri soldi tolti ai consumi e ai servizi. Diminuisce il Pil, non il debito pubblico. E, signori, stiamo parlando di un Paese che, per la prima volta nella sua storia dai tempi di Quintino Sella, ha un avanzo primario di bilancio, cioè lo Stato, con tutti i suoi sprechi, spende meno di quello che incassa. Nessun osanna per la coppia Berlusconi-Tremonti, ma almeno la verità la vogliamo dire? E vogliamo dire che il debito pubblico è al 120 per cento, con piccole oscillazioni (non dovute alla politica, ma all’economia), dal 1992? Nè Prodi, né D’Alema, né Amato, né Berlusconi sono granché responsabili. Non posso scrivere un trattato e credo di aver già annoiato abbastanza. Ma lasciatemi dire solo per slogan altre quattro cose. Prima: Tremonti fino alla fine ha cercato di evitare l’aumento dell’Iva, non perché non andasse bene e fosse iniquo, ma perché voleva tenerlo come compensazione al taglio dell’Irpef. E’ una teoria giusta, equa e solidale: lasciamo più soldi in tasca alla gente, che poi li spende quando e se vuole. Seconda: 40 anni fa chi andava in pensione la percepiva, in media, per 15 anni. Oggi chi va in pensione d’anzianità (ma il discorso, con altri numeri, vale anche per la vecchiaia) la percepisce almeno per 20-25. Non è giusto, non è sostenibile e porterà alla fame le prossime generazioni. Il resto è demagogia. Terza: ho letto una certa ironia sul federalismo fiscale. Dimenticate che, se applicato bene, sarebbe l’unica cura per i conti dello Stato e il risanamento (morale) della politica. Quarta: condivido al cento per cento lo sconforto di Antonel per l’esito dei referendum. Lasciamo stare il nucleare, sul quale abbiamo tutti il giudizio un po’ confuso da Fukushima, ma il blocco della privatizzazione dell’acqua lo considero un suicidio collettivo. Grazie

Postato da ironyman il 02/12/2011 21:09

Ah dimenticavo, per tornare alle strane contrapposizioni di questi giorni avevo dimenticato quella tra democratici e “dispotici?”. Beh, tra i primi vi sono quelli che ritengono prediligere un governo che non ha più il consenso popolare ma la fiducia di un parlamento di “responsabili” ( usiamo pure questo termine, ma tutti siamo consci della crisi mistica che ha dilaniato queste nobili coscienze in spregio della opinione popolare) e che gode di una credibilità a livello internazionale sprofondata ai minimi termini. Tra gli altri invece vi è chi appoggia un governo formato nel rispetto di tutte le prerogative costituzionali, affidato a personaggi che non hanno aspirazioni politiche e nemmeno procedimenti giudiziari pendenti, con competenze riconosciute e supposti conflitti di interessi che messi a confronto con quell’altro farebbero arrossire, restii alla popolarità eppure con circa l’80% del consenso popolare e quasi per intero quello del Parlamento . I primi potremmo definirli come i paladini della volontà popolare i secondi come i fautori della democrazia sospesa.

Postato da ironyman il 02/12/2011 20:38

Indubbiamente gli italiani quando si tratta di difendere privilegi sono capaci di raffinate elucubrazioni. Se ne sentono di tutti i colori. In un paese con stipendi a manager pubblici stratosferici, con categorie protette (e non sono solo notai e farmacisti) che al riparo dalle leggi del mercato (che però invocano per gli altri, tratto tipicamente italiano) sono stati a malapena sfiorati dalla crisi, con ricchi possidenti che vivono di rendita e che senza far niente hanno realizzato plusvalenze immobiliari immuni da prelievo fiscale e qui potrei continuare all’infinito, adesso bisogna estirpare i privilegi di quei fortunati di pensionati e dipendenti pubblici. Sono perfettamente d’accordo con chi ha sostenuto che in tempi di crisi il ruolo principale che deve assumere la politica è quella di riequilibrare il sistema con qualsiasi sistema e non solo con la leva fiscale che senza dubbio resta lo strumento più efficace. Le differenze sociali infatti difficili da accettare in un sistema che tutto sommato tende a progredire diventano intollerabili in periodi di regressione. Voglio dire che quandanche fosse vero che il sistema pensionistico costituisce una zavorra per il bilancio pubblico, e non è affatto vero visto che il sistema è sostanzialmente in equilibrio, in ogni caso considerato il livello di pura sussistenza della maggior parte dei trattamenti pensionistici, urge spostare l’ago della bilancia ed allora qualcun altro dovrà sostenere il maggior peso delle pensioni. E non certo per spirito di solidarietà, o almeno sono solo per questo, ma soprattutto per esigenze di equità. E l’equità non sta solo nel redistribuire le ricchezze in maniera meno sperequativa ma anche nel ristabilire condizioni di giustizia giacchè le fortune da cui attingere si sono formate soprattutto a danno della collettività grazie ad un sistema fiscale che fa acqua da tutte le parti. In questo senso una imposta patrimoniale calibrata in maniera anche meno restrittiva rispetto alle ipotesi che circolano, sarebbe perfetta perché coniugherebbe entrambe le esigenze. E’ chiaro che chi ha patrimoni di un milione di euro avrebbe di che lamentarsi ma cosa dovrebbero dire chi deve tirare la cinghia con redditi da fame (e la maggior parte dei redditi di lavoro dipendente sono ormai a quel livello) e con un fitto da pagare che assorbe la metà o più delle proprie striminzite risorse, talvolta per abitazioni al limite delle bidonville?. Certo che l’idea di alzare l’IVA per colpire ancora nel mucchio e dunque dare l’ennesimo colpo di grazia agli strati più ai margini della società, è davvero singolare soprattutto se si considera che comprimere i consumi con riflessi sulla crescita economica se da un lato può rivelarsi un pannicello caldo per il buco di bilancio dall’altro alla lunga avrà riflessi negativi sulla crescita economica e quindi anche sulla capacità di ridurre il deficit. Pensare che poi sembra una soluzione largamente caldeggiata da coloro che si dicono contrari ad un inasprimento fiscale la dice lunga sul grado di confusione che serpeggia, e qui voglio essere buono e credere alla buonafede di chi esprime tali bizzarre opinioni che poi sono gli stessi che credono, in barba ai numeri, che il deficit sia esploso con il governo Prodi e tenuto sotto controllo da Tremonti.

Postato da antonel il 02/12/2011 17:34

Gentile redazione, prima di questo commento ne avevo mandati altri due. ll primo forse non era a vostro giudizio "adeguato" (rispondevo al dottor Scaglione), ma se non pubblicate il secondo, questa risposta a Vialba può sembrare frutto di uno choc etilico. Grazie

Postato da antonel il 02/12/2011 14:34

Scusi, Vialba, mi sono dimenticata di rispondere sui referendum. NON ho detto che non vanno accettati, ho detto solo che gli italiani hanno commesso un errore madornale a votare contro la liberalizzazione dell'acqua, che renderà difficile la strada delle liberalizzazioni e delle privatizzazioni, che tutti ci scongiurano di intraprendere. Basterà un Tar a bloccarle con crollo della nostra credibilità sui mercati. Sul nucleare sono meno drastica, anche se penso che si sia votato sull'onda dell'emotività (infatti, prima di Fukushima i sondaggi gli erano favorevoli). E l'emotività come la demogagia (acqua) sono pessime consigliere. Detto ciò mi inchino al volere popolare.

Postato da antonel il 02/12/2011 14:25

Aiuto, dottor Scaglione, vedo che censura le mie risposte a Lei, ma mi lasci almeno risponde al lettore Vialba, che ha frainteso. Carissimo, io non ho contestato nessuna cifra, semplicemente "leggo" diversamente certi dati. E contesto che l'Italia sia un paese di ricchi che non fanno sacrifici, se per ricchi intendiamo chi ha un reddito a cavallo dei 100mila euro. In tutto il mondo questo è il CETO MEDIO e al ceto medio NON si chiedono sacrifici. Non per una legge divina, ma per necessità economica: sono il nerbo del benessere di un Paese. Questo non significa che bisogna mettere la tassa sul macinato ai più poveri. Quando parlo di statistiche farlocche a proposito dei "poveri" pensionati, non contesto i numeri ma l'analisi sociologica. NON è assolutamente vero che un pensionato da 500 euro sia automaticamente povero. Spesso è molto più ricco di uno da mille. Tutto qui.

Postato da antonel il 02/12/2011 12:07

Caro Scaglione, Le rispondo perché so che Lei è una persona onesta intellettualmente e lascerà spazio a questo mio commento. Primo: non mi sogno nemmeno lontanamente di rimpiangere la liretta. Secondo: rispondendo a Vialba mi sono limitata a parlare degli ultimi tre anni, ma sono d'accordo che Berlusconi doveva e potevaintervenire anche prima. Terzo: non mi sembra corretto (anche se secondo me ha ragione nel merito) di ironizzare sui dati "incontestabili" di LiberoLeo. Perché anche Lei mica scherza: il suo giudizio categorico sul federalismo fiscale lascia il tempo che trova. E' una di quelle cose "incontestabili" che non lo sono per niente. L'Italia ha bisogno di molto federalismo, anche per ripulire la politica dai politicanti e dai cattivi amministratori. Solo che Lei, come Vialba, pensa che il federalismo sia contrario alla solidarietà. E' sbaglia. Legga Ricolfi, la prego ancora una volta. Lo stesso vale per il referendum sull'acqua: è un macigno sulle liberalizzazioni, che ci ha messo in una grande grana solo per un impazzimento generale. Diverso il caso del nucleare. Secondo me è stato uno sbaglio, senza Fukushima tutti i sondaggi lo davano vincente. E di Fukushima sarà meglio discuterne fra qualche anno. Che poi gli altri, Germania compresa, si stiano ritirando, parliamone dopo il 2020. Per ora, solo annunci o chiusure di centrali che andavano chiuse.

Risposta di: Fulvio Scaglione (vice direttore FC)

Cara Antonel,
facciamo a capirci: la liretta la rimpiange (o dice che "qualcuno" la rimpiange il nostro LiberoLeo, l'ho detto chiaramente pubblicando i vostri post appaiati. Secondo: io non critico il federalismo in sé, ma il fatto che Berlusconi, che non ha nemmeno avviato riforme molto minori per importanza e difficoltà, abbia fatto credere agli italiani (ad alcuni, almeno) che invece era possibile varare niente meno che il federalismo fiscale. A proposito, appunto, di onestà intellettuale. Per il resto accolgo il Suo invito conclusivo: parliamone dopo il 2020. Intanto vediamo che fine farà il direttore della centrale di Fukushima, che è in ospedale.
Salutoni

Postato da Rodolfo Vialba il 01/12/2011 22:29

Ad Antonel, rispondo solo per precisare che non basta dire che un certo dato non è vero, ma occorre dimostrarlo citando studi, ricerche e quant'altro ne costituiscano la fonte, meglio se credibile e condivisa. Così ho fatto nel citare i dati da me riportati e desiderei che anche lei faccia altrettanto. Mi permetto però di richiamare la sua attenzione su due fatti: la prima è che la povertà in Italia, secondo il rapporto Caritas-Fondazione Zancan, è passata da 7.810.000 persone del 2009 a 8.272.000 del 2010; la seconda è che possono anche non piacere le scelte referendarie, ma quando queste sono condivise dalla maggioranza degli aventi diritto al voto, altro non sono che un fatto di democrazia sostanziale e non avendo finora trovato una regola diversa del convivere in comunità continua a valere il principio che la maggioranza decide e la minoranza ha il diritto di dissentire. La ringrazio per l'attenzione.

Postato da Pietro48 il 01/12/2011 21:32

Condivido pienamente l'esito del sondaggio. Quello che mi stupisce è leggere in qualche commento l'allusione alla presunta antidemocraticità del metodo seguito per la formazione del Governo Monti .Ma non ancora ci si rende conto che il governo (minuscolo ) precedente non si è dimesso , ma è stato rimosso per MANIFESTA INCAPACITA' e che alternative credibili immediate non esistevano? Che valore hanno poi , mi chiedo , le ripartizioni dei contribuenti per fasce di reddito quanto è risaputo che tante dichiarazioni sono fasulle ? Per questo sono molto favorevole alla patrimoniale : almeno così viene restituito qualcosa alla comunità !

Postato da luciocroce il 01/12/2011 21:08

Per quanto mi sforzi, mi riesce molto difficile capire come si possa ancora credere alla propaganda del berluscoleghismo ( e cioè che "loro" il debito pubblico lo avrebbero "ereditato" etc.etc.). A parte il disastro etico in cui questa ideologia (perchè di ideologia si tratta) ha lasciato il Paese, se parliamo di economia, i numeri sono numeri e dovrebbe essere difficile non intendersi sul loro significato. Ora, senza fare alcuna analisi sofisticata o addentrarsi in interpretazioni che potrebbero risentire delle simpatie politiche di ognuno di noi, se esaminiamo i dati del bollettino della Banca d'Italia "Statistiche di finanza pubblica nei paesi dell'UE" - nonchè l'ultima Relazione annuale - leggiamo che nel decennio 2001-2011, decennio in cui il cavaliere ha governato per oltre otto anni, il debito pubblico è schizzato da circa 1.300 a circa 1.900 miliardi di euro; in particolare, negli ultimi tre anni è passato da circa 1.640 a circa 1.900 miliardi. Ora, se è' vero che in tale ultimo periodo il debito è cresciuto molto anche negli altri paesi, è anche vero che altrove i relativi governi hanno dovuto far fronte ad una ingente ripatrimonializzazione dei rispettivi sistemi bancari, con una spesa in molti casi notevolissima; un tale intervento in Italia non si è reso necessario, se lo fosse stato saremmo falliti già da un pezzo! Per quel che riguarda poi il PIL - la quantità di ricchezza prodotta in un paese - questo in Italia è aumentato ad un tasso medio annuale dello 0,40% circa, percentuale di gran lunga inferiore a quella degli altri stati europei (la media UE , infatti, è stata di oltre l'1,3% all'anno). La favola di far credere agli italiani che i conti erano stati messi in sicurezza e che noi, per certi aspetti, stavamo addirittura "messi meglio della Germania" fa il paio, tanto per fare un solo esempio, con quella secondo cui il Prof. Prodi avrebbe sbagliato ad accettare - come se fosse stato possibile ottenerne uno più favorevole - un concambio di 1936 lire per ogni euro. Bastano questi numeri? Che cosa deve succedere ancora? Non è che tra qualche mese, se le cose dovessero andar male, diranno che è stata tutta colpa di Monti? E' possibile che la responsabilità sia sempre degli "altri"? Saluti lucio

Postato da dino avanzi il 01/12/2011 19:53

Personalmente posso condividerne il contenuto, ma il bello di questo paese (Italia), in questo momento, è che tutti hanno ragione!, però nessuno riesce ad impostare un ragionamento con una sua credibilità ( questo puto dobbiamo confidare in Mario Monti). Il problema unico è, a mio modesto avviso, che abbiamo una grande ricchezza privata e un grande debito pubblico; in sostanza abbiamo privatizzato i guadagni e socializzato le perdite..... un po come ha sempre fatto Fiat. Adesso ci viene chiesto anche di socializzare i guadagni che abbiamo messo in Banca, in Svizzera, in immobili ecc..

Postato da antonel il 01/12/2011 17:44

Caro Vialba, ci sono parole da usare con cautela e con molto imbarazzo: riforme, solidarietà, equità, comunità sono formule vuote. In nome di queste parole sono stati commessi più crimini che buone azioni. E poi bisogna intendersi: è più solidale chiedere a chi ha quasi 40 anni di contributi di allungare di 2 o 3 anni l’uscita dal lavoro per non sfasciare il sistema o è più solidale difendere “i diritti acquisiti dalla classe operaia”? E’ più equo decidere che una famiglia da 80mila euro l’anno è ricca o smontare stereotipi ottocenteschi come “la scuola pubblica gratuita per tutti”? E’ avere il avere senso della comunità ricordare che ci sono milioni di pensioni sotto i 500 euro o non è senso di responsabilità dire che quella statistica è farlocca? Per vari motivi: perchè magari non è l’unica, perché chi la percepisce vive in famiglie con altri redditi, perché lui stesso ha altri redditi, perché in molti casi è bassa in quanto si tratta di autonomi che con un po’ di evasione si sono messi da parte il tesoretto della vecchiaia. Anch’io penso che il Governo di centrodestra abbia delle colpe, ma attenzione a non guardare solo il cortile di casa: la disoccupazione giovanile è alta, ma è alta anche l’occupazione di papà e mamma, grazie a delle politiche di sostegno, come la Cassa integrazione, che hanno limitato l’uscita dal mondo del lavoro di chi ce l’aveva (e oggi è sempre meno utilizzata, segno che qualcosa è cambiato). Come stanno gli spagnoli con una disoccupazione sopra il 20 per cento? E gli altri europei che mediamente viaggiano sopra il 10 mentre in Italia è all’8,5 e con tutto quello che abbiamo passato è cresciuta solo dello 0,1 in un anno? Berlusconi ha difeso forse l’indifendibile e non ha avuto il coraggio di fare le riforme promesse: taglio delle tasse senza se e senza ma (dove è avvenuto, sembrerà un paradosso, ma il gettito è aumentato), taglio della spesa pubblica lasciando strillare chi si nasconde dietro a malati e studenti per difendere gli sprechi (bastava far entrare subito in vigore il federalismo fiscale), severa riforma della Giustizia per far lavorare i giudici (la spesa italiana è in media con quella dell’Ocse, NON è vero che mancano le risorse), riportare ordine nelle Procure (tutti possono fare tutto), dare al mondo l’idea che si può investire in Italia senza rischiare la galera solo per il fatto di esistere. Ha sbagliato, è vero, ma non perché non ha cercato di difendere i conti dello Stato (siamo praticamente i migliori tra i grandi Stati europei) o i posti di lavoro, come già spiegato. Ha sbagliato perché non ha fatto le riforme strutturali: pensioni, liberalizzazioni, giustizia. E i mercati ci hanno castigato. Però noi italiani gli abbiamo dato una mano ad andare a fondo. Penso a quel voto scriteriato nel referendum sull’acqua. E anche sul nucleare, voglio dirlo con chiarezza. Se passavano liberalizzazione e centrali, i mercati avrebbero avuto l’impressione di una svolta per lo sviluppo. Il Signore acceca chi vuol perdere.

Risposta di: Fulvio Scaglione (vice direttore FC)

Cara Antonel,

prima di dire la mia inserisco questo commento di LiberoLeo che in qualche modo fa il paio e che non era arrivato al sito

"Fulvio Scaglione fa un riferimento alla situazione politica quando scrive in risposta a Mauropedevillano: “... Quanto al fatto che da quando si è insediato il Governo Monti le cose siano peggiorate... beh, cerchiamo di non dire sciocchezze. In ogni caso miglioreranno subito appena nominati i 12 sottosegretari in quota Pdl-Berlusconi.”. Per questo colgo l’occasione per fare notare che il governo Monti ha già fatto un miracolo. Infatti i grandi massmedia cominciano a non nascondere più la verità. Prima sembrava che l’Italia fosse la causa della crisi finanziaria mondiale e che lo spread elevato fosse causato esclusivamente dal governo italiano. Non si diceva che forse l’origine dei problemi poteva essere anche in Europa e che l’Italia soffriva più di altri perché aveva un enorme debito generato soprattutto nel periodo del consociativismo. Non si diceva che forse l’euro era stato pianificato male. Non si diceva che con l’euro non è più possibile la svalutazione per riacquistare competitività internazionale. Ogni male sembrava imputato all’Italia ed al suo governo, anche per quanto riguarda i problemi della famiglia. Finalmente ora si comincia a dire che i problemi sono causati anche, e forse soprattutto, dall’euro e dall’Europa. Qualcuno comincia a dire che sono urgenti ed indispensabili gli eurobond. Qualcun altro comincia a rimpiangere la lira perché con la sua svalutazione l’Italia riacquisterebbe competitività, sviluppo ed aumento dell’occupazione. Inoltre, pare che ci si cominci a rendere conto che, in un momento difficile come l’attuale, forse bisogna accantonare i provvedimenti a favore delle famiglie e prepararsi ad una maggiore tassazione sulle famiglie con l’applicazione dell’ICI sulla prima casa e forse con altri balzelli, che non saranno certamente compensati da qualche lieve diminuzione dell’IRPEF. Siamo proprio in presenza di un miracolo: alcuni fatti incontestabili non vengono più taciuti dai grandi giornali".

Ora, nelle argomentazioni di Antonel e Libero Leo ci sono, almeno secondo me, parti di verità e parti di pregiudizio ideologico. Per esempio: l'idea di LiberoLeo (o di "qualcuno", fa lo stesso) di recuperare la liretta per guadagnare in competitività è più buffa che altro: se fossimo soli con la nostra liretta, ora che anche l'Unione Europea sembra è piccola di fronte alla tempesta, saremmo tutti a spasso. Non a caso l'ipotesi della fione dell'euro è vista dagli economisti come una tragedia. Questo, e altri fatti che LiberoLeo definisce "incontestabili", sono invece contestabilissimi.
Così come legare la crisi ai referendum sull'acqua e sul nucleare (che peraltro in Europa nessuno, Francia a parte, persegue più, a partire dalla grande Germania), e non al debito pubblico enorme accumulato col Caf (Craxi, Andreotti, Forlani) e incrementato dai Governi di centrodestra, è piuttosto fantasioso. Quanto alle riforme: Berlusconi ha mancato non facendole negli ultimi tre anni ma ha mancato ancor più non facendole nei dieci anni che ha trascorso al potere. E se uno pensa che in questi ultimi anni ha invece raccontato agli italiani che si poteva addirittura passare al federalismo fiscale...
Cordiali saluti a tutti

Postato da luca anedda il 01/12/2011 15:54

Sulla riforma delle pensioni del Governo Monti. Cosa succederà a chi è stato posto in cassaintegrazione e poi in mobilità,perchè la sua azienda è stata ristrutturata o peggio chiusa? Il lavoratore in questa situazione, era stato sacrificato poichè con la cassa e la mobilità avrebbe raggiunto la pensione.Ma ora con l'innalzamento dell'età pensionabile cosa farà?Non ha più il lavoro e si ritroverà nell'impossibilità di accedere alla pensione! Uno scenario da incubo.Ma purtroppo reale per tanti!

Postato da Rodolfo Vialba il 01/12/2011 15:17

Per rendere comprensibili i dati sulla distribuzione del reddito e delle ricchezza riportati nel mio commento precedente si precisa che la popolazione è suddivisa in 10 fasce del 10% ciascuna e per ogni fascia si indica la % della reddito familiare e la % della ricchezza familiare: - il 10% più povero della popolazione ha un reddito familiare del 2,5% del totale e una ricchezza familiare dello 0,03% del totale, - la seconda fascia di popolazione ha un reddito familiare del 4,2% del totale e una ricchezza familiare dello 0,2% del totale, - la terza fascia di popolazione ha un reddito familiare del 5,4% del totale e una ricchezza familiare dell’1,2% del totale, - la quarta fascia di popolazione ha un reddito familiare del 6,4% del totale e una ricchezza familiare del 3,1% del totale, - la quinta fascia di popolazione ha un reddito familiare del 7,5% del totale e una ricchezza familiare del 5,7% del totale, - la sesta fascia di popolazione ha un reddito familiare dell’8,8% del totale e una ricchezza familiare del 7,1% del totale, - la settima fascia di popolazione ha un reddito familiare del 10,5% del totale e una ricchezza familiare del 9,2% del totale, - l’ottava fascia di popolazione ha un reddito familiare del 12,6% del totale e una ricchezza familiare del 12% del totale, - la nona fascia di popolazione ha un reddito familiare del 15,7% del totale e una ricchezza familiare del 17,5% del totale, - la decima fascia di popolazione ha un reddito familiare del 26,4% del totale e una ricchezza familiare del 44,5% del totale.

Postato da antonel il 01/12/2011 14:52

Senza offesa e conoscendo la Sua cortesia, mi lasci dire che il vostro atteggiamento mi sembra un po' quello dei ranocchi nello stagno e del re Travicello. L'antiberlusconismo portato all'estrema potenza, fino al sostegno di un Governo che non è "democratico" nel senso stretto della parola (mi risparmi, la prego, la storia che "è stato votato dal Parlamento", sarebbe una scusa ipocrita), ora deve pagare alcuni dazi. E attenti alla demagogia. Vi faccio qualche esempio: un alloggio di tre-quattro locali a Milano e Roma, se davvero si rivedessero i valori catastali, potrebbe tranquillamete valere più di un milione di euro. Se poi la famiglia ha anche un bilocale al mare o in montagna, la frittata è fatta. Solo che questa famiglia non è ricca, né benestante, ma di censo medio-basso (spesso l'alloggio o gli alloggi sono ereditati). Dobbiamo di nuovo spremerla? Non è un ragionamento di nicchia, visto che quasi l'80 per cento degli italiani possiede una casa e un italiano su sei, due. E un reddito imponibile di, mettiamo, 120mila euro, sa a quanto corrisponde al netto? Meno di 5mila euro al mese. Una famiglia di 4-5 persone con questo reddito arriva alla fine del mese, ma si può definire “ricca”? Senza contare che certi redditi Irpef sono nel 90 per cento di lavoratori dipendenti. Beffa nella beffa: chi denuncia di meno non sarebbe toccato dai sacrifici. Come vede, le cose non sono così semplici, come magari pensa la maggioranza dei Suoi lettori. Se Monti taglia le pensioni medio-alte commette un’ingiustizia. Non c’è bisogno di togliere soldi al ceto medio 8l’unico che può far ripartire davvero i consumi), basta che tutti accettino di alzare subito l’eta pensionabile, semplicemente perché da quanto i termini in vigore furono decisi, l’aspettativa di vita è cresciuta. Di molto. Basterebbe rispristinare quella forbice fra pensione e fine vita e tutto andrebbe a posto. Senza ingiustizie generazionali. L'aumento dell'Iva, come delle tariffe per i servizi pubblici (compresa scuola e sanità) non sono un attacco ai poveri, ma - se progressivi - una scelta di sviluppo e crescita. Molto meglio (e lo dicono quasi tutti gli economisti liberal, non di destra) far pagare di più Iva e servzi e tagliare le imposte sui redditi individuali e sulle imprese. Bisogna lasciare dei soldi in tasca alla gente, che poi li spende come vuole e solo se ne ha bisogno. E a proposito di demagogia, Le segnalo l'ultimo libro di Luca Ricolfi: La repubblica delle tasse. Lo legga con attenzione, scoprirà che di questi tempi circola un luogo comune assolutamente falso, ma radicatissimo: che la forbice tra ricchi e poveri si sia allargata. NON è semplicemente vero. Grazie

Postato da Rodolfo Vialba il 01/12/2011 14:41

Dall’inizio della crisi economica nel 2008 ad oggi si sono persi 576.000 posti di lavoro ( Fonte Istat) e ogni anno circa 500.000 lavoratori sono in cassa integrazione (580.000 nel 2010, Fonte ilsole24ore), il 29,1% dei giovani è senza lavoro (Fonte Istat), mentre i lavoratori precari sono 3.757.000 (Fonte lavoce.info). I lavoratori dipendenti nel 2008 avevano un reddito medio di 21.514 euro/anno (inflazione 3,3%), nel 2009 era di 21.841 euro (inflazione 0,8%), mentre nel 2010 è stato di 21.933 euro (inflazione 1,5%) pari all’incremento dell’1,43% del triennio a fronte dell’inflazione che nel periodo considerato è stata pari al 5,6% con una perdita del 4,17% del potere di acquisto dei salari. (Fonte Caaf ACLI e Istat) I pensionati in Italia sono 16.774.000. Di questi il 39,1% (6.560.000) percepiscono meno di 500 euro mensili, mentre il 31,4% (5.267.000) percepisce una pensione tra i 500 e i 1.000 euro mensili, più fortunati sono il 13,4 (2.248.000) dei pensionati che hanno una pensione tra i 1000 e i 1.500 euro mensili, mentre solo il 16,1% (2.696.000) ha una pensione superiore a 1.500 euro al mese (Fonte Istat). Anche per i pensionati valgono gli stessi dati sull’inflazioni sopra riportati. Questi sono i redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati italiani. Prendendo in considerazione i lavoratori autonomi, secondo quanto risulta dalla dichiarazione dei redditi 2009, si ha, dei loro redditi medi lordi, questa fotografia: i notai oltre 400 mila euro, i farmacisti di 126 mila euro, i medici dichiarano meno di 60 mila euro, i commercialisti meno di 50 mila, i dentisti meno di 45 mila, appena più degli avvocati, gli assicuratori circa 30 mila, architetti e geometri fra 25 e 28 mila, poco più di mille euro nette al mese, i concessionari di automobili 18.400 euro l'anno, più o meno quanto un maestro elementare, sempre più, comunque, dei gioiellieri, costretti a sbarcare il lunario con un reddito medio al di sotto dei 16 mila euro l'anno, la busta paga di un precario. Secondo la Banca d’Italia il 5,7% della ricchezza netta posseduta nel mondo è in Italia sebbene la popolazione sia solo l’1% di quella mondiale e il PIL interno sia pari al 3% del PIL globale Secondo le stime della Banca d'Italia, la ricchezza netta degli italiani è pari a 8.283 miliardi di euro, di cui poco più della metà - 4.667 miliardi - è costituita da abitazioni (l’80% degli italiani vive in una casa di cui è proprietario), mentre le attività finanziarie (titoli, azioni, depositi) erano pari, nel 2008, a 3.374 miliardi di euro. C’è una evidente e macroscopica differenza fra reddito e ricchezza spiegabile con l’elevato livello dell'evasione fiscale (120 miliardi di euro all’anno), che esaspera l'ineguaglianza crescente della società italiana. La piramide dei redditi (dichiarati) è svelta, sottile, quasi egualitaria. Mentre quella della ricchezza (stimata dalla Banca d'Italia) appare pesantemente squilibrato, più un paralume che una piramide: quasi il 45 per cento della ricchezza nazionale, equivalente a 3.700 miliardi è nelle mani di 2,4 milioni di famiglie, il 10 per cento più ricco. Se, come è stato ipotizzato, la patrimoniale si dovesse applicare solo ai patrimoni superiori a 1,5 milioni di euro, il grosso dei ricchi italiani ne sarebbe fuori. Ma anche una patrimoniale per i soli straricchi darebbe un gettito cospicuo. Il 13 per cento della ricchezza italiana (sempre secondo Banca d’Italia) è nelle mani di 240 mila famiglie italiane, l'1 per cento del totale. Si tratta di 1.076 miliardi di euro. Una patrimoniale alla francese, con un'aliquota allo 0,5 per cento della ricchezza, darebbe un gettito di oltre 5 miliardi di euro l'anno. Per ognuna delle 240.000 famiglie significherebbe pagare, su un patrimonio che è in media di quasi 4,5 milioni di euro a famiglia, 22.500 euro l'anno, onere, da loro, pienamente sostenibile. % reddito familiare Fasce Popolazione % ricchezza familiare 2,5 10% più povero 0,03 4,2 Secondo 10% 0,2 5,4 Terzo 10% 1,2 6,4 Quarto 10% 3,1 7,5 Quinto 10% 5,17 8,8 Sesto 10% 7,1 10,5 Settimo 10% 9,2 12,6 Ottavo 10% 12 15,7 Nono 10% 17,5 26,4 Decimo 10% 44,5 La crisi che il nostro Paese sta vivendo, questa fotografia della distribuzione del reddito e della ricchezza e l’assoluta necessità di assumere decisioni e scelte che rispondano a criteri di equità e giustizia sociale, sollecitano alcune riflessioni: 1) ha forse ragione David Harvey, economista sociologo alla City University di New York, quando afferma che “le crisi sono funzionali al sistema: servono a ristabilire i rapporti di forza. D'altronde – diceva un banchiere negli anni venti del secolo scorso – è proprio grazie ad una crisi che le ricchezze ritornano ai loro legittimi proprietari. Servono a questo, appunto?”. 2) Ci rendiamo conto che ha ragione Dirk Mueller, Broker Borsa Francoforte, quando afferma che le speculazioni o le scommesse in Borsa, non danno nessun contributo alla creazione di valore, alle imprese, alla produzione reale, e che le scommesse sono circa dieci volte più grandi del PIL globale e in grado di mettere in ginocchio il mondo? 3) In tutto questo la politica, quella nazionale, europea e mondiale, dov’è e che ruolo svolge? 4) Aveva forse ragione Ronald Reagan quando affermando che “Lo Stato non è la soluzione ai nostri problemi, lo Stato è il problema” indicava un programma di demolizione del welfare fatto proprio, da noi, dalla maggioranza di centrodestra e in America dal Tea Party, movimento conservatore che partecipa alla campagna per le presidenziali e che afferma”Dobbiamo dimagrire lo Stato fin quando sarà così piccolo che potremo finalmente affogarlo nella vasca da bagno”?. 5) Il nostro Paese, le decisioni e le scelte per affrontare e uscire dalla crisi, si collocano dentro a questa prospettiva di individualismo ed egoismo spinti alle loro estreme conseguenze ? 6) La gravità e la profondità della crisi che stiamo vivendo non richiede forse un di più di equità, di solidarietà, di comunità?

Postato da GP il 01/12/2011 14:39

Già iniziamo? A quando il contrordine compagni? Un saluto.

Postato da vitorusso49 il 01/12/2011 14:07

Condivido pienamente ciò che ha scritto Fulvio Scaglione e ciò che hanno detto gli Italiani che hanno partecipato al sondaggio: la parola chiave è equità.

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