Stampa diocesana: i giornali della gente

Durante la tappa a Pesaro di "Tobia. Famiglia e parole in viaggio" si è discusso del ruolo e delle sfide dell'informazione cattolica legata al territorio.

06/07/2011
Uno degli incontri organizzati da "Tobia" in piazzale della Libertà a Pesaro.
Uno degli incontri organizzati da "Tobia" in piazzale della Libertà a Pesaro.

    I settimanali diocesani salveranno l'informazione? Si potrebbe rispondere di sì, a giudicare dalla vitalità e dalla "tenuta" della stampa cattolica locale. Una stampa che, tra l'altro, spesso finisce per occupare le pagine dei giornali nazionali, facendo discutere e creando opinione. Una rete vasta e capillare, quella dei settimanali diocesani, diffusa su tutto il territorio italiano, riunita e organizzata nella Fisc, la Federazione italiana stampa cattolica, che da gennaio 2011 è presieduta (fino al 2013) da Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate. E proprio Zanotti è stato uno dei relatori del convegno "Il ruolo dell'informazione locale nel sistema della comunicazione: sfide, difficoltà, opportunità", curato dalla redazione di Famiglia Cristiana a Pesaro, nell'ambito dell'iniziativa itinerante "Tobia. Famiglia e parole in viaggio" (dopo la tappa pesarese fino al 3 luglio, la prossima è a Fiuggi dal 27 al 31 luglio).

    Radicati nel tessuto sociale della comunità, i settimanali diocesani sono i veri rilevatori degli umori della società e delle sue diverse anime, danno voce ai cittadini facendosi interpreti delle loro esigenze e delle loro aspettative. Sono familiari - come ha ricordato il professor Sergio Pretelli, presidente dell'Università libera itinerante della terza età di Pesaro e Urbino - nel senso di intergenerazionali, garantendo continuità fra genitori e figli. Il radicamento forte nel territorio è il grande punto di forza della stampa cattolica locale. Ma, in alcuni casi, anche una fonte di debolezza: come ha spiegato Zanotti, «i settimanali diocesani sono molto letti e seguiti nei paesi e nelle piccole realtà cittadine; ma nelle grandi città hanno scarsissima voce: in realtà come Torino e Milano, dove la maggior parte dei cittadini proviene da fuori, il senso di aderenza al territorio e di comunità è molto più labile». Di conseguenza, il giornale espressione del territorio non trova largo seguito.

    Guardando alla realtà di Pesaro, Il Nuovo Amico, settimanale interdiocesano di Pesaro-Fano-Urbino, conta settemila copie a numero. E' un dato di tutto rispetto, certo, ma se si pensa che il territorio di riferimento investe tre diocesi, certo i numeri potrebbero essere molto più sostenuti. Ad affermarlo è stato il caporedattore Roberto Mazzoli, anche lui presente al convegno, il quale, parlando delle battaglie combattute di recente da Il Nuovo Amico, ha spiegato che i lettori chiedono che il settimanale cattolico porti avanti opinioni su temi forti, che indirizzi in qualche modo le coscienze sui problemi che investono l'etica. Ma chiedono anche informazione, dunque politica, cronaca, fatti quotidiani.

    Un'attenzione particolare va riservata al ruolo dei nuovi media, fondamentali anche per la stampa cattolica diocesana. Da circa un anno la diocesi di Fano ha fondato una web tv: fanodiocesitv.it, che al convegno è stata presentata da uno dei redattori, Marco Gasparini. La neonata televisione via Rete si integra con gli altri strumenti di comunicazione della realtà diocesana, Il Nuovo Amico, il sito della diocesi (www.fanodiocesi.it) e la newsletter Comunichiamo. I passi avanti da compiere sono ancora molti, gli investimenti devono essere ampliati e adeguati alle esigenze di qualità e copertura informativa. Ma lo strumento, come risorsa per il territorio, funziona. E Gasparini ne è convinto: «Il futuro della comunicazione diocesana sono i nuovi media e le web tv». 

Giulia Cerqueti
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