02/08/2011
La sala d'aspetto della stazione di Bologna distrutta dall'esplosione della bomba del 2 agosto 1980 in una foto d'archivio.
Un cuore torbido, un nucleo oscuro e corruttore che detiene potere e sopravvive all'interno stesso delle istituzioni, di tanto in tanto tragicamente emergendo e sovrapponendosi alla democrazia. Questa è una delle certezze che l'anniversario della strage della stazione di Bologna propone ancora al Paese o a ciò che attualmente ne forma la sfibrata trama. Dunque c'è da temere che quel nucleo perduri e operi, in qualche forma. E tuttavia si continua a opporre da parte del governo il segreto di Stato.
I parenti delle vittime sfilano per la cerimonia nel 31° anniversario della strage alla stazione di Bologna.
Lo si fa ora da parte di un primo ministro che aveva la tessera della P2, quando, condannati gli imputati dell'esecuzione materiale dell'attentato, non si sa nulla di definitivo sui mandanti. E però vi è stata la condanna di Licio Gelli, capo della loggia, ritenuto-come rammentano oggi Il fatto Quotidiano e La Repubblica - autore di un 'depistaggio', cioè sviamento delle indagini. Sia chiaro, non si vuol dire che Berlusconi in quanto tesserato sapesse della trama o vi prendesse in qualche modo parte: ma è pensabile che le oscurità di sciolgano per opera di un affiliato a simile struttura?
A maggior ragione appare grave la mancata partecipazione di un rappresentante del Governo, che però suona genuina conferma della debolezza di un esecutivo impermalito dalla enunciazione della verità di quella vergognosa appartenenza.
Anniversario strage stazione di Bologna: un momento della cerimonia per il 31mo anniversario della strage alla stazione di Bologna i parenti delle vittime rendono omaggio alla lapide
E ancora, i parenti di quegli uomini, donne e bambini travolti dalla guerra di un potere arbitrario contro la cittadinanza aspettano ancora un giusto risarcimento: è una vergogna che superiamo da anni con la complicità della smemoratezza vacanziera. Ma, insieme con altre, questa incapacità di fare e avere giustizia, ci rende cinici e disgrega la comunità civile. La ferocia verso i migranti, sterminati nel mare che vogliamo limpido per i bagni ed è impregnato della linfa di migliaia di giovani morti, la simpatia ammirata per gli esibizionisti prepotenti e i demagoghi, l'indulgenza per corrotti ed evasori, la decadenza dei servizi pubblici più vitali sono cose diverse, eppure, svolgendosi nel medesimo tempo e presso la stessa società, ne descrivono la decadenza.
Il corteo per il 31° anniversario della strage alla stazione di Bologna.
Non c'è alternativa più comoda: dobbiamo ammettere i nostri errori, le debolezze, le complicità, la pigrizia egoistica almeno e la volontà di non vedere. Non è più tempo di annunci allarmati, il Paese si sta disfacendo in ogni sua sede. Dove resiste, è soprattutto per le individualità che tengono e per robuste minoranze e associazioni. Ma non basta. Bologna è un duro memento e probabilmente una delle ultime occasioni per risalire.
Adriano Sansa