Su Google i Rotoli del Mar Morto

Un frammento di Rotolo che si riferisce al "Deuteronomio", il quinto libro della Torah ebraica e della Bibbia cristiana.

Anche i Rotoli del Mar Morto sbarcano su Google. Il maggiore motore di ricerca ha stipulato un accordo con le Autorità archeologiche israeliane per mettere sul web, a disposizione di tutti, l'intera collezione dei Rotoli del Mar Morto, i testi biblici più antichi. Verranno impiegate le tecnologie più avanzate e multispettrali – le stesse usate dalla Nasa - per creare le immagini, in alta risoluzione, dell'intera collezione di 900 manoscritti con 30.000 frammenti dei Rotoli.

È la prima volta, dal 1950 che la collezione dei Rotoli del Mar Morto verrà interamente fotografata. Altri dati, in varie lingue e in diversi formati, verranno inseriti on line, per consentire agli utenti di eseguire ricerche approfondite. Si tratta di una nuova tecnica che permetterà di riscoprire lettere e parole dei Rotoli, cancellate dall'usura del tempo, per riportarle a nuova vita.

Una buona notizia anche per i tanti ricercatori che, in tutto il mondo, studiano questo documento e che ora potranno farlo senza doverlo esporre alla luce e all'aria, preservandolo quindi il più possibile. Solo qualche mese fa ai Laboratori Nazionali del Sud (LNS) di Catania dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) avevano provato a rispondere, impiegando un acceleratore di particelle, a uno dei tanti interrogativi ancora aperti: dove sono state lavorate le pergamene?

La pergamena di pelle di cammello di cui sono fatti 900 documenti sarebbe stata prodotta proprio nel luogo in cui sono stati trovati, vicino alle rovine dell'antico insediamento di Khirbet Qumran, sulla riva nord-occidentale del Mar Morto. I residui di bromo trovati nei campioni analizzati risultano compatibili, infatti, con la composizione delle acque di quella zona, che contengono una quantità di bromo tre volte superiore a quella di qualunque altro mare. Si tratta di uno studio ancora in fase preliminare, ma ci sono buone probabilità che l'origine sia quella. La datazione si aggira fra il 200 a.C. e il 60-70 d.C., ma non è detto che i testi siano stati scritti nello stesso luogo in cui sono stati creati. Solo l'analisi degli inchiostri ci darà delle risposte.

I rotoli del mar Morto sono riconosciuti come gli scritti di una setta ebraica dissidente che, a partire dal primo secolo avanti Cristo, si sarebbe volontariamente autoesiliata sulle rive desertiche del Mar Morto, a circa trenta chilometri in linea d’aria da Gerusalemme, gli Esseni. Le prime immagini saranno pubblicate on-line entro dicembre, mentre l’intero processo di acquisizione durerà 5 anni. Chi volesse invece vedere gli originali deve recarsi a Qumran e ad Amman in Giordania, nel Museo d'Israele e nel Museo Rockfeller di Gerusalemme, e alla Biblioteca nazionale di Parigi. Alcuni purtroppo sono ancora in mano a privati, perché subito dopo la scoperta, scoppiò la guerra arabo-israeliana del ‘48, che cancellò gli scavi archeologici progettati a Qumran e facilitò la dispersione di parte dei rotoli.