19/01/2012
Profughi a Pibor, in Sud Sudan. Il Programma alimentare mondiale ha cominciato a distribuire cibo a 60mila sudanesi (foto Ansa).
I due sacerdoti rapiti stanno bene e si sta cercando di avviare un negoziato per il loro rilascio. È quanto trapela dall’Arcovescovado di Khartoum in relazione al sequestro dei due religiosi, avvenuto domenica 15 gennaio in Sudan, nella parrocchia di Santa Josephine Bakhita, a Rabak, una località a 260 kilometri a Sud della capitale sudanese.
I due preti, padre Joseph Makwey di 40 anni e padre Sylvester Mogga di 35, sarebbero in buone condizioni e verrebbero tenuti in prigionia in un luogo nei pressi della frontiera tra Nord e Sud Sudan.
L’Arcivescovado di Khartoum sarebbe in procinto di inviare una delegazione per negoziare il rilascio dei due sacerdoti, accusati dai rapitori di appartenere a una milizia sudista che opera contro il governo sud sudanese.
Il presidente sudanese Omar al-Bashir (foto Ansa).
È l’ennesimo episodio di tensione e instabilità che colpisce i due Sudan (quello del Sud è diventato indipendente dal luglio 2011).
Per quanto riguarda il Nord, infatti, è da mesi che si combatte nei due Stati della federazione confinanti con la frontiera meridionale, nel Sud Kordofan e nel Nilo Blu. Si parla di radi aerei dell’esercito governativo che avrebbero provocato centinaia di vittime e decine di migliaia di sfollati (privi di qualsiasi assistenza perché il governo di Khartoum impedisce l’accesso alle Nazioni Unite e alle agenzie umanitarie).
Quanto al Sud Sudan, è in corso un violento scontro etnico fra le tribù dei Lou-Nuer e dei Murle che hanno costretto alla fuga già 50-60 mila persone, mentre le stime parlano di un migliaio di vittime.
Come se non bastasse sono tesissimi i rapporti fra i due Governi: un tentativo di aprire un tavolo di negoziato sulle questioni rimaste irrisolte al momento dell’indipendenza del Sud Sudan è saltato prima ancora di cominciare.
La trattativa dovrebbe dirimere diversi nodi, fra i quali soprattutto la spartizione dei proventi petroliferi e alcune aree contese lungo la linea del nuovo confine.
Inoltre, da mesi il Sud Sudan accusa Khartoum di appoggiare alcune milizie sudiste anti-governative, mentre il Nord sostiene che il governo di Juba fornirebbe aiuto a gruppi armati che agiscono nelle regioni meridionali degli Stati del Nord.
Luciano Scalettari