30/03/2012
(Foto: Ansa)
La Torino-Lione “low cost”, cioè a costo ridotto (per le casse degli Stati e dell’Europa) è stata presentata ai sindaci nella sede della Regione Piemonte. S'è trattato di una riunione tecnica veloce, quasi senza dibattito e liquidata dal giudizio lapidario di Sandro Plano, presidente della Comunità Montana: “La vera questione riguarda la nuova linea che, per noi, rimane un’opera inopportuna”. Tuttavia non sono mancate le novità. Come sottolinea Mario Virano, presidente dell’Osservatorio: “Il progetto “per fasi successive” (procedendo per gradi e verificando di volta in volta esigenze e risultati, ndr.), recepisce l'insistita richiesta dei Comuni No Tav di utilizzare la vecchi linea, ritenuta più che sufficiente”. Il tracciato storico rimane punto fermo di riferimento da Susa in giù, verso Torino e la pianura. “Mentre verso la Francia, da Bussoleno in su abbiamo dimostrato che la vecchia linea e il vecchio traforo non bastano”, puntualizza ancora Virano. Ecco allora la necessità del tunnel di base da Susa a St. Jean de Maurienne, lungo 57 chilometri, con le relative stazioni delle Alpi, due in tutto, una per versante, poco distanti dai rispettivi imbocchi della galleria.
Nuove sono le idee circa le connessioni tra il nuovo tracciato ad alta velocità e la linea storica tra Susa e Bussoleno. Di sicuro, chiosa Virano, “decade definitivamente l’ipotesi dell'interconnessione prevista inizialmente a Chiusa San Michele, ovvero all'imbocco della Valle di Susa, ovvero più vicino a Torino”. Di più: la connessione del futuro, su cui s'è cominciato a discutere, “sarà completamente in tunnel, dunque con un impatto ambientale molto basso”. Ciò comporta che nessun edificio verrà espropriato e abbattuto né a Chiusa S. Michele né a Sant’Ambrogio, proprio perché, a differenza di quel che si pensava e si diceva fino a qualche giorno fa, lì si continuerà ad utilizzare l'attuale linea ferroviaria.
E a Susa invece cosa succederà? “Prima di tutto ci sarà una grande attenzione nel limitare le aree interessate dalla linea e, ancor prima, dai cantieri”. Ed ecco il numero pronunciato da Virano, destinato a far discutere chi, a suo tempo, immaginava lo sventramento della frazione San Giuliano. Il linguaggio di Virano è tecnico: “Gli edifici abitativi potenzialmente interferiti a Susa sono quattro. E non metto limiti alla Provvidenza sulla possibilità di affinare ancora il progetto”. Virano lo ripete quattro volte e fa il numero con le dita di una mano: “Quattro, quattro, quattro, quattro... quattro edifici più la pizzeria. ”Poi c’è la movimentazione che, con la cancellazione della galleria dell’Orsiera, vedrà dimezzata la quantità di materiale di scavo da spostare”. Virano lo conferma: “Avverrà tutto con i treni e non più, come inizialmente ipotizzato, via autostrada e teleferica”.
Ma quanto costerà l’alta velocità “low cost”? “Il tunnel di base comprensivo delle stazioni costa 8,2 miliardi; secondo le previsioni il 40% sarà finanziato dall’Unione Europea. La restante parte viene suddivisa tra Italia e Francia secondo il recente accordo. Tradotto in soldoni, per l’Italia significa spendere 2.8 miliardi in dieci anni”.
Rimane la realtà dei sindaci contrari all’opera, che proprio giovedì 29 marzo, in piazza Castello, hanno spiegato per bocca del presidente Sandro Plano le ragioni del No: “Non chiediamo a nessuno di abiurare, lasciamo ognuno libero di pensarla come crede ma, visto che l’opera si farà, ci auguriamo che possa esserci il contributo di tutti, anche di chi mantiene una pregiudiziale negativa” .
Quindi, alla fine, il progetto a Susa sembra riguardare “solo" quattro case. Il sindaco Gemma Amprino ribadisce: “La documentazione che ci è stata presentata conferma questo dato. Ma vorrei verificare la possibilità di salvare almeno una di queste quattro abitazioni”. Poi ci sono gli altri temi: “La decisione di realizzare l’infrastruttura è del Governo ma la sua realizzazione chiama in campo le amministrazioni comunali. La richiesta di rivedere tutta la logistica dei lavori avanzata dai No Tav è fondamentale: perchè un conto è avere 120 camion che percorrono le strade, un conto è caricare i materiali di scavo solo su due treni”.
E infine, la questione della Casa di Riposo San Giacomo: la notizia è che sarà salvata. Ancora il sindaco, Gemma Amprino: “C’è un’elaborazione del progetto definitivo che prevede il prolungamento artificiale del tunnel, cosa che permetterà di evitare impatti dolorosi sulla struttura che, lo ricordo, all’inizio doveva addirittura essere espropriata e trasferita”. E adesso? “Non tutto è risolto - aggiunge Gemma Amprino - e sono ancora preoccupata da una serie di questioni. Certo, i dati rassicurano oggi più di ieri, ma abbiamo chiesto di avere a disposizione gli strumenti necessari per monitorare momento per momento ogni aspetto. Per questo chiediamo un tavolo specifico per risolvere ogni problema nel migliore dei modi”.
Bruno Andolfatto