31/05/2012
Sul sito dell’Ordine degli Architetti di Reggio Emilia si trova
l’invito ai professionisti ad andare in Umbria, a Foligno, per
frequentare un master in “Miglioramento sismico restauro e
consolidamento del costruito storico e monumentale”. Delle borse di
studio coprono l'intero importo della tassa di immatricolazione e per
quanto riguarda gli alloggi “sono state predisposte convenzioni
particolarmente convenienti con l'ostello e la mensa universitaria”.
Difficilmente gli architetti emiliani potevano pensare che queste
conoscenze potessero tornare utili proprio nella loro regione e infatti
nessun emiliano figura tra i 20 tra ingegneri e architetti iscritti a
quello che è probabilmente l’unico master in Italia che forma professionisti della ricostruzione post sisma e che inizierà tra due settimane.
Organizzato dall’Università di Perugia e dal Comune di Foligno e
finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, il master è
nato nel 2004 in seguito alle esperienze maturate a Foligno, centro
dell’attività di ricostruzione postsismica. Quest’anno sarà
coinvolta anche l’università dell’Aquila, perché proprio nel capoluogo
abruzzese è prevista un’importante componente di tirocinio e di visite
nei cantieri, in collegamento con la ricostruzione di quelle zone
colpite dal sisma del 2009. “Cerchiamo di preparare professionisti in un
tema difficile come quello dell’edilizia monumentale, che richiede
interventi conservativi efficaci ma rispettosi” spiega il coordinatore
del master, Antonio Borri, docente di Scienza delle Costruzioni dell'Università di Perugia.
“Mi ha colpito che in Emilia degli edifici realizzati con laterizi, che
sono un materiale ricco, sono stati colpiti in quella maniera. Non era
immaginabile. Dal Friuli in avanti, ogni volta si impara qualcosa, anche
se sarebbe meglio che non avessimo quest’occasione”.
A Ferrara la prima casa antisismica nel ‘500
Il primo progetto di casa antisismica è nato a Ferrara, dopo il terremoto del 1570 -74. Pirro Ligorio,
architetto ed erudito illustre, già successore di Michelangelo come
responsabile della fabbrica di San Pietro, nel suo Libro, “Trattato de’
diversi terremoti” si pose il problema: ma perché le case cadono con i
terremoti? Perché non ci si difende? Se lo chiese camminando per una
Ferrara semi distrutta dal un forte terremoto, accaduto appena due anni
dopo al suo arrivo alla corte estense, nel novembre 1570. L’insegnamento
di Ligorio è stato ricordato da Emanuela Guidoboni, direttore del
Centro euro-mediterraneo di documentazione sui disastri naturali, che ha
sede a Spoleto, in Umbria. Dal terremoto del 1997 l’Umbria ha
imparato molto. La ricostruzione è stata portata avanti rispettando il
più possibile il contesto storico e continuando a far vivere le persone
nel loro territorio senza sradicarle. Si è capito poi che è
importante studiare meglio questi fenomeni e conservarne la memoria e
così Spoleto ospita ora questo prestigioso centro di ricerca.
In questa regione si è compreso anche come la risposta debba essere tempestiva è lo è quanto più viene coordinata l’attività di Protezione civile.
Alle porte di Foligno è nato così il Centro di Protezione civile della
Regione Umbria, dove lavorano fianco a fianco tutti, dai Vigili del
fuoco ai Forestali, fino alle organizzazioni del volontariato. Da
Foligno sono partite già tre squadre di volontari impegnati nel campo
allestito in Piazza Donatori di sangue, a Finale Emilia e nel campo di
Massa Finalese, dove fin da domenica 20 maggio, dopo le prime scosse di
terremoto, l'Umbria insieme alla Regione Marche ha installato tende che
hanno permesso di dare assistenza ai primi 500 sfollati. Volontari umbri
e funzionari del Centro regionale di protezione civile continueranno a
garantire gli aiuti fino a quando sarà necessario.
Gabriele Salari