A chi all’epoca non c’era, ai giovani di oggi che manifestano nelle piazze il loro disagio, a chi è lontano dalla politica e a chi invece è attratto da un impegno civile e sociale più forte. A chi non sa dei morti di Reggio Emilia e non sa attribuire la paternità della strage di piazza Fontana. A chi non sa che l’Italia è stata in guerra. Alla generazione di oggi Giovanni Bianconi racconta, con il suo libro Figli della notte (Dalai editore, pagg. 392, euro 18), il ventennio degli anni di piombo, gli anni che hanno insanguinato il nostro Paese lasciando ferite profonde non ancora rimarginate. Un’Italia dalla memoria intermittente viene disegnata dalla prospettiva dei figli di quelle centinaia di vittime alle quali è stata tolta la vita per il proprio lavoro, per lo schieramento politico, perché simboli dello Stato, per caso. Una tragedia nazionale che ancora divide il nostro Paese, ma che Bianconi racconta - scavando nella testimonianza delle vittime e nei documenti della storia - rintracciando il filo conduttore, rimettendo i tasselli al loro posto. E dando un contributo importante alla comprensione di ciò che è accaduto. Per le nuove generazioni, come recita il sottotitolo (Gli anni di piombo raccontati ai ragazzi), ma anche per quelle che, a distanza di tempo, cercano ancora delle risposte.
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