Imu, Irap, Irpef, Iva, Tares, recupero del
fiscal drag, patrimoniale. I partiti hanno fatto a gara nel promettere sgravi fiscali
di ogni tipo, nel disorientamento crescente degli elettori. Il “Sole 24 Ore”, la scorsa settimana, ha voluto mettere a confronto le ricette
fiscali di tutti i partiti, calcolando che se si sommano le proposte
complessive, si arriva alla cifra di 180 miliardi di euro in 5 anni. Cifre assolutamente incompatibili con
lo stato attuale dei nostri conti pubblici. Per sostenere il nostro bilancio statale in Italia il prelievo sulle buste paga è del 53,5 per
cento, contro la media Ocse del 35,3, mentre la pressione totale sulle imprese
è del 68 per cento, contro il 43 per cento medio dei Paesi dell’Ocse.
Promettere di abbassare le tasse a pioggia senza
indicare da dove si reperiranno le risorse, dato che il nostro Prodotto interno
lordo ha percentuali da prefisso telefonico e il gettito è destinato, se non a
diminuire, a rimanere stabile, è solo una chimera. Da lunedì la maggioranza che andrà al governo (sempre che si trovi una condizione di stabilità) sarà chiamata a una sana concretezza, dovrà cominciare a lavorare a una
serie di riforme possibili ma sensate che prevedono, tra l'altro, incentivi per il lavoro, il taglio di alcuni settori
di spesa e un freno alla spesa pubblica. Sarebbe già un risultato eroico e
ragguardevole evitare il ventilato aumento dell’Iva di un punto dal prossimo
luglio.