15/06/2012
Il ministro Corrado Passera con il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi (Ansa).
Il Consiglio dei ministri ha approvato il Decreto Sviluppo, ovvero la cosiddetta fase due. Tutte iniziative meritorie, ma dopo tante attese, la montagna ha partorito un topolino. Non stiamo certo parlando di New Deal. Non si tratta certo di interventi tesi ad aumentare la domanda di beni e servizi delle famiglie, non solo per dare ossigeno ai redditi ma anche per incentivare il ciclo virtuoso consumi-produzione-occupazione. Qualcosa, intendiamoci, c'è. Tra le novità l’esclusione dall’Imu per le aziende (immobili, magazzini, fabbricati costruiti e destinati alla vendita), la detrazione Irpef fino al 50 per cento sulle ristrutturazioni per incrementare l’edilizia, l’Agenzia Italia Digitale per la diffusione della tecnologia e le innovazioni e i contributi a imprese oltre mille euro. Le coperture necessarie a finanziare alcuni articoli del decreto saranno fatte mediante tagli alla pubblica amministrazione e ai ministeri. Novità anche per l’agricoltura: viene istituito nell’ambito dell’Agenzia per le erogazioni un fondo per il finanziamento dei programmi nazionali di distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti nel territorio italiano.
Qualche incentivo anche per le imprese sul fronte dell’occupazione. Arriva infatti un credito d’imposta del 35 per cento, con un limite massimo pari a 200 mila euro annui, per l’assunzione di personale qualificato. C’è anche un provvedimento per tamponare l’emorragia di fallimenti: le aziende colpite dalla crisi con prospettive di ripresa non saranno obbligate a dichiarare il fallimento ma potranno ricorrere direttamente al concordato preventivo. Arrivano anche i project bond: obbligazioni emesse dalle società di progetto per realizzare nuove infrastrutture anche grazie al capitale privato. Sul fronte della green economy, si prevedono finanziamenti a tasso agevolato concessi agli investimenti che prevedono l’occupazione aggiuntiva a tempo indeterminato di giovani (con età non superiore ai 35 anni). Davvero il Governo conta di risollevare un Paese col freno a mano tirato, il cui Pil è diminuito di quasi un punto, con questi provvedimenti che fanno il solletico alla domanda aggregata?
Francesco Anfossi