05/08/2011
Una manifestante mostra un'immagine dell'ex premier ucraina Yulia Tymoshenko.
Il tribunale di Kiev ha ordinato l'arresto dell'ex premier Iulia
Timoshenko, oggi leader dell'opposizione in Ucraina, nel processo che la vede
imputata per il controverso contratto per la fornitura di gas russo
all'Ucraina. La protagonista della "rivoluzione arancione" stata arrestata in aula. Ora rischia fino a 10 anni di prigione. La bionda leader del partito "Patria" è accusata di abuso di potere per aver imposto alla società statale
energetica Naftogaz un accordo con il colosso russo Gazprom per le
importazioni di gas nel 2009, senza il parere del governo da lei
guidato. Secondo l'accusa, il prezzo concordato, di 450 dollari ogni
1000 metri cubi, sarebbe stato svantaggioso per l'Ucraina.
Il reato sarebbe stato
commesso nel 2009, quando la donna firmò un accordo con la Russia per la
fornitura di gas verso l'Ucraina. La Procura di Kiev sostiene che quell'accordo,
preso senza l'avallo del Governo, abbia causato allo Stato una perdita di circa
130 milioni di euro. Ma secondo la Tymoshenko, entrata in politica dopo una
brillante carriera affaristica nell'industria del gas al fianco del marito, il
processo non è altro che un modo usato dal suo rivale, l'attuale presidente
della repubblica Viktor Yanukovich, per metterla fuori dai giochi politici.
Nell'ottobre del 2012 in Ucraina si terranno le elezioni
parlamentari,
appuntamento fondamentale per capire se il Paese dopo due anni continua a
sostenere Yanukovich e il suo Partito delle Regioni. Poi, nel 2015, sarà
la
volta delle elezioni presidenziali. Il Financial Times ha
paragonato questo processo a quello tenutosi in Russia nei confronti di
Mikhail
Khodorkovsky, l'oligarca inviso a Vladimir Putin e condannato al carcere
in Siberia
per frode, evasione fiscale e furto di petrolio. Da quando è salito al
potere,
18 mesi fa, secondo il Financial Times Yanukovich ha adottato lo
stesso sistema
utilizzato dal leader russo, concentrando il potere nelle sue mani e
soffocando
i media più critici. Anche Stati Uniti e Unione europea hanno criticato
il
processo sostenendo che si tratta di una persecuzione politica nei
confronti
degli oppositori di Yanukovich.
Il dibattimento che coinvolge la Tymoshenko è
iniziato il 24 giugno scorso a Kiev, presso il tribunale di Pechersk,
situato
proprio sulla grande via Khreshcatyk, dove sette anni fa migliaia di
persone
diedero il via alla Rivoluzione arancione. Ad ogni udienza a sostenerla
ci sono
centinaia di manifestanti, ma sono in molti in Ucraina a credere che
quella
gente sia pagata direttamente dalla Tymoshenko e dal suo staff. Muniti
di megafoni
e campanacci, i supporter sventolano bandiere del suo partito: uno
sfondo bianco
e il cuore rosso al centro. Perchè ormai l'arancione non è più di moda
in questa
ex Repubblica sovietica abitata da 46 milioni di persone. Il colore
della
rivoluzione è sparito insieme alla coalizione che Yulia Tymoshenko aveva
formato con
Viktor Yushchenko.
In cinque anni di Governo, la coppia non è riuscita a
mantenere le promesse di giustizia sociale ed economica fatte alla
popolazione.
Per questo nel 2010 la maggioranza dei voti è andata al rivale
Yanukovich. Ora
che l'alleanza tra Tymoshenko e Yushchenko è saltata, di quest'ultimo
non si
parla quasi più; i sondaggi gli attribuiscono poco più dell'1 per cento
dei
consensi. Ad impensierire Yanukovich è rimasta solo lei, 50 anni, ex
regina del
gas trasformatasi in pasionaria della democrazia, nominata nel 2005
dalla
rivista staunitense Forbes la terza donna più potente del mondo.
Oggi Yulia Tymoshenko
ha perso buona parte del consenso popolare, ma forse proprio questo
processo la
aiuterà a riguadagnarlo.
Stefano Vergine