24/01/2011
Il grande tappeto che racconta la storia dell'Ungheria, opera dell'artista Livia Papai, nell'atrio di Palazzo Justus Lipsius a Bruxelles, sede del Consiglio Ue.
L’Ungheria è dal primo gennaio scorso presidente di turno dell’Unione
Europea e ha pensato bene, come altri prima di lei in occasioni simili,
di arredare i palazzi di Bruxelles con opere d’arte e oggetti di design
che mostrino ai visitatori qualche aspetto della storia e della cultura
ungherese.
Nell’enorme atrio di Palazzo Justus Lipsius, sede del Consiglio UE, è
stato steso un tappetone di ragguardevoli dimensioni nel quale sono
sistemate, come in un patchwork, immagini varie del glorioso passato
magiaro: da una stele romana che cita la Pannonia al cubo di Rubik, dai
disegni della penna a sfera inventata da Laszlo Biro a una grande carta
geografica dell'impero austro-ungarico.
E proprio questa carta non è andata giù ai diplomatici dei Paesi vicini,
ai quali non è piaciuto rivedersi vassalli della Grande Ungheria,
smembrata con il Trattato del Trianon del 1920, dopo la sconfitta della
prima guerra mondiale. Peraltro il tappetone, che in realtà è un enorme
telo di plastica, non è certo l’opera migliore di Livia Papai,
un’artista almeno in patria di un certo rilievo per le sue opere di
textile.
Certo, pare difficile reagire con creatività a sfide del genere. Ma uno
c’è riuscito egregiamente. Parliamo del pittore spagnolo Miguel Barcelò,
che ha dipinto la cupola della “Camera per i diritti umani e l’alleanza
tra le civiltà” nella sede ONU a Ginevra. Cosetta non da poco se per
realizzarla sono stati utilizzati 35 mila chilogrammi di vernici e
pigmenti “sparati” con una specie di idrante sulla volta della cupola,
che ha un diametro di 1.500 metri quadri.
Il costo esorbitante – si parla di 20 milioni di euro – è stato coperto
dal governo spagnolo e da sponsor privati e non ha mancato di suscitare
il solito vespaio di sacrosante polemiche. L’opera però non è affatto
male, anche se non è la migliore dell’artista.
La cupola della “Camera per i diritti umani e l’alleanza tra le civiltà” nella sede ONU a Ginevra, dipinta dal pittore spagnolo Miguel Barcelò con 35 mila chilogrammi di vernici.
Mauro Broggi