Un taxi chiamato desiderio

SuperMario Monti non si è fermato di fronte a nessuno: pensionati, statali, proprietari di case, sindacati. Ma ha dovuto arretrare di fronte ai tassisti. Perché?

18/12/2011
Nel fotomontaggio, il presidente Monti nei panni di Super Mario.
Nel fotomontaggio, il presidente Monti nei panni di Super Mario.

Come mai Super Mario Monti, l’ex granitico commissario europeo alla Concorrenza, l’uomo che non cedette di un passo di fronte a multinazionali americane protette dalla Casa Bianca, con un fatturato pari al Pil dell’Olanda, ha dovuto arretrare di fronte alla categoria dei tassisti? Il suo Governo infatti non è riuscito a liberalizzare le licenze, come del resto non riuscirono i suoi predecessori Berlusconi e Prodi. Ce l’ha fatta con le farmacie, con una mossa che ha scatenato il finimondo ma che abbasserà i prezzi dei farmaci del 30 per cento. Ha abolito le pensioni di anzianità, tenendo botta non tanto alle allegre comari della Lega in Parlamento, ma a tutte e tre le potentissime confederazioni sindacali cui fanno capo più di dieci milioni di iscritti. Ha imposto una tassa sulla casa a tutti gli italiani, o quasi. Ha decretato con polso fermo accise sulla benzina tali da rendere un litro di benzina equivalente a una bottiglia di Barolo. Ma coi tassisti no, niente da fare, restano quanti sono, con le loro licenze, non una di più. Il decreto è scivolato come pioggia sul parabrezza. Come nella tamurriata i governi contro i tassisti fanno un passo avanti e uno immediatamente indietro.

Su questa piccola potente categoria va fatta un premessa importante. Trattasi di lavoratori seri, che fanno un mestiere usurante, anche se non è riconosciuto. Eroi metropolitani che ogni giorno si cimentano con il traffico impossibile delle città. Gente che a costo di sacrifici spesso si è indebitata per ottenere licenze che valgono la fatica di una vita, e che costituiscono una liquidazione quando vanno in pensione. Operai del volante che si trascinano dietro malattie professionali di ogni genere (patologie della spalla, del collo e della schiena, guai cardiovascolari, emicranie e cefalee). Per non parlare dello stress cui vengono sottoposti e alla violenza di cui sono potenziale oggetto (come non ricordare il martirio del tassista ucciso perché aveva investito suo malgrado un cane sfuggito al guinzaglio?). Onore e rispetto dunque, per un nobile mestiere.

Il punto è un altro. Tralasciamo pure le diatribe sulla qualità del servizio (quelli italiani sembrano essere tra gli ultimi d'Europa). Ma non si capisce perché, di fronte ai tanti sacrifici cui sono stati sottoposti quasi tutte le categorie degli italiani, i tassisti debbano essere esentati. La liberalizzazione delle licenze non significherebbe perdere il lavoro, ma rinunciare a posizioni di privilegio, alla perdita di una percentuale del loro fatturato che potrebbero riconquistare con qualche corsa in più. A nessuno piace compromettere il proprio business e il proprio reddito. Ma non è piaciuto nemmeno agli statali vedersi congelato lo stipendio per tre anni (il che significa che l’inflazione glielo mangerà per una percentuale che andrà dal dieci al venti per cento). E non è piaciuto a un infermiere che stava per andare in pensione doversi dedicare alla sala operatoria alla cura di un reparto per altri anni. Non è cosa gradita per un pensionato che guadagna come e meno di un tassista dover rinunciare all’indicizzazione della sua pensione (mentre il tassista può sempre ricaricare l’aumento).

La liberalizzazione delle licenze (o almeno una loro maggiore estensione, tenendo conto di vincoli e protezioni, magari arrivando a una mediazione "creativa", perché nessuno vuole ridurre sul lastrico o proletarizzare la categoria) porterebbe indubbi vantaggi per la collettività. Per i clienti innanzitutto: le comparazioni internazionali dimostrano che i taxi sono pochi e le tariffe sono ancora alte rispetto alla media europea, in rapporto al costo della vita. A New York con cinque dollari ti giri tutta Manhattan e ci sono più taxi che auto. E in Italia? Lo scrittore Luciano De Crescenzo diceva che a Napoli si poteva prendere un taxi solo per andare in ospedale, ma attenzione: solamente in caso di fratture ad arti inferiori (per fratture ad arti superiori invece c’era il bus). La situazione non è molto diversa nel resto del Paese. Si dice che il prestito per le banche è come un ombrello che ti mettono a disposizione quando fa bello e ti tolgono quando piove. Spesso per il taxi è la stessa cosa. Provate a cercare un taxi in una giornata piovosa a Milano, magari durante un appuntamento fieristico o nel periodo natalizio.

Più licenze inoltre significa più posti di lavoro. In un’Italia con un giovane su tre disoccupato, anche i tassisti devono fare la propria parte e mollare spazi  e privilegi. Resta da chiarire il perché di un tale potere. Per certi aspetti è un mistero. La categoria dei tassisti ha certo il potere di interdizione del traffico, ma no può bastare. Forse i politici temono i tassisti perché i taxi sono delle piccole centrali di propaganda: tengono il cliente per dieci minuti e possono intrattenerlo con qualsiasi argomento, portando in giro non solo persone ma anche idee, opinioni politiche, a volte leggende metropolitane, temutissime dagli amministratori. Sono dei veri e propri terminali sociali. Possono riflettere, senza generalizzare, la pancia del Paese. Il candidato sindaco Pisapia capì che a Milano il vento era cambiato e che ce l’avrebbe fatta a battere la Moratti proprio dalle mutate opinioni dei tassisti. Veltroni cercava di non accarezzarli mai contropelo. Alemanno idem. Monti promete di ritornare all'attacco a gennaio, extramanovra. Vedremo come andrà a finire. Uno come Super Mario, l'uomo che sta facendo una corsa contro il tempo per salvare l'Italia, non dovrebbe fermarsi di fronte a un tassametro.

Francesco Anfossi
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

Postato da spitfire il 22/12/2011 15:18

Non voglio ripetere quanto e' gia' stato esposto dai precedenti commenti sui quali mi trovo perfettamente in accordo. Mi sono pero' meravigliato di leggere su una testata cattolica quale Famiglia Cristiana una sorta di "giustificazione di una guerra tra poveri" nell'ottica di una riduzione del numero di disoccupati. Ricordo che la disoccupazione giovanile in Italia e' ai primi posti in Europa non perche' i giovani non hanno voglia di lavorare ma e' stata prodotta dei contratti atipici chiesti a gran voce dai poteri forti industriali con la scusa della competitivita' e della crescita economica. Risultato la situazione attuale con contratti a chiamata, intermittenti e altri ancora meno etici. Qui mi fermo perche' non voglio ripetere concetti che dovrebbero, secondo me, essere alla base del pensiero cattolico.

Postato da orsa20 il 21/12/2011 18:07

Al “Genio” che ancora una volta ha partorito il solito sondaggio su "La liberalizzazione delle licenze Taxi"mettendo alla gogna i tassisti paragonandoli "La casta,La Lobby" pari a professioni ben retribuite come Politici,Notai,Avvocati ecc. Siamo una categoria che lavora (il 99%dei tassisti)10 ore al giorno(parlo di Milano),6 giorni su 7 e avvolte anche 7 su 7.Spesso si lavora quando la maggior parte dei lavoratori Italiani fanno Festa,difficilmente un Tassista sta a riposo 2 giorni di seguito se non durante le vacanze estive.Il Tassista non abita in villa con piscina e non ha nessun privilegio se non quello di ………….viaggiare in Taxi. Faccio questo lavoro da 25 anni e immancabilmente quando ce' da colpire una categoria o si parla appunto di Liberalizzazione ,vengono tirati in ballo i Taxisti come se la liberalizzazione diventasse cura per questa Italia,come se la liberalizzazione dimezzerebbe lo SPREAD,aumenterebbe il PIL,eliminerebbe la disoccupazione,il debito pubblico,insomma l’Italia volerebbe in BORSA.Mi chiedo ,se una mattina il vostro datore di lavoro si svegliasse ,preso da un pulpito di Patriottismo,riunisse tutti i suoi dipendenti per dare loro un annuncio importante,assumere ,per ogni lavoratore altri 3 collaboratori,sembrerebbe un ottima cosa,cercare di dimezzare i disoccupati e magari far ripartire l’economia,come qualche giornalista di Famiglia Cristiana sostiene,ma naturalmente il vostro datore di lavoro vi dirà anche che la paga sarà divisa per 4(mica ci deve rimettere il proprietario dell’azienda)voi cosa direste? Liberalizzare le licenze Taxi non vuol dire dare lavoro a molti disoccupati,o principalmente diminuire il prezzo delle corse ,al contrario nel giro di pochi mesi i 6 mila(circa) Taxisti di Milano diventerebbero magari 12 mila,dimezzando notevolmente l’incasso giornaliero,siccome i costi sono tanti in poco tempo i 12 mila taxisti si troverebbero a far la fame o cercare di arrangiarsi con i malcapitati clienti(come sta succedendo,grazie alla liberalizzazione,in Irlanda). Credo che nessuno sappia,dei tanti giornalisti o dei nostri politici quanto guadagni un Tassista al giorno.La media giornaliera si aggira sui 150,00 euro ,lavorando 10 ore,a questi bisogna tirar via il costo del carburante,le tasse,l’inps,inail,il commercialista,il costo dell’auto,la manutenzione,l’assicurazione,il bollo ,il canone del tassametro ecc.ecc.ecc………..Naturalmente bisogna pregare i Santi in paradisco ,di stare sempre in buona salute e che l’auto funzioni sempre,in caso contrario sono c……!!!!!!Sento dire spesso che a Milano mancano i taxi,questo succede poche ore al giorno nel resto della giornata si fa fatica persino fermarsi al posteggio riservato ai Taxi.Si lamentano ,quelle poche volte,che fanno la fila per un taxi,ma non ho mai sentito lamentarsi persone che fanno la fila in Banca o alle Poste o addirittura al Bar.Quindi,a nome di tutti i Tassisti chiedo ai ,Giornalisti ai Politici e a Persone comuni di lasciarci lavorare!!!!!Grazie. Orsa20TaxiMilano

Postato da EdBologna il 20/12/2011 22:23

Alcuni commenti al suo scritto, da parte di un tassista, procedendo con ordine: - lei sostiene che la qualità del servizio taxi italiano sembri essere "tra le ultime in Europa", ebbene presenta una parte limitata della realtà, dal momento che, come da studio ADAC (l'autorevole automobile club tedesco), la città di Milano, ad esempio, è giudicata 4a su 22 città europee in termini di qualità del servizio (e in 15a posizione in termini di tariffe): http://www.aci.it/fileadmin/documenti/notizie/Comunicati/dossier_taxi_2011.pdf - Lei sostiene di non capire perchè "di fronte ai tanti sacrifici cui sono stati sottoposti quasi tutte le categorie degli italiani, i tassisti debbano essere esentati", ebbene io non credo che i tassisti siano stati esentati: anche i tassisti, in quanto lavoratori, vengono colpiti dalla riforma del sistema pensionistico (più versamenti e più anni di contributi necessari per ottenere il diritto alla pensione), vengono colpiti dalle maggiori tasse sulla casa e, soprattutto, vengono colpiti, molto più di altri, dal recente aumento dell'iva (che non "scaricano") e delle accise sui carburanti. - Ancora, lei sostiene che "La liberalizzazione delle licenze... significherebbe... la perdita di una percentuale del loro fatturato che potrebbero riconquistare con qualche corsa in più", ebbene il taxista ha un turno di servizio, nella mia città, di 12 ore, per 300 giorni lavorativi/anno, la metà dei quali servono per recuperare i costi di gestione/produzione del servizio, secondo lei è giusto/sicuro che un lavoratore, per quanto autonomo, sia costretto a lavorare oltre questi limiti? - Lei cita il disappunto degli statali, ai quali "non è piaciuto... vedersi congelato lo stipendio per tre anni (il che significa che l’inflazione glielo mangerà per una percentuale che andrà dal dieci al venti per cento)", citazione assai fuori luogo, dal momento che "lo stipendio" dei tassisti è congelato, in alcune città italiane, da oltre 6 anni, a Roma da 4, a Bologna da 3 e lo rimarrà sicuramente fino ad almeno l'anno prossimo, con la differenza che, mentre gli statali si devono preoccupare "solo" dell'erosione del loro potere d'acquisto causata dall'inflazione, i lavoratori taxisti devono far fronte, con le tariffe bloccate, oltre che all'inflazione, anche ai costi di gestione in aumento, negli anni, di percentuali a 2 cifre... e quindi sono più che doppiamente colpiti. - lei asserisce che "il tassista può sempre ricaricare l’aumento" ! Nientemeno! Infatti le tariffe, concordate coi Comuni e le associazioni dei consumatori, sono aggiornate, in media, ogni 3 anni (a fronte di costi, come i carburanti, che fluttuano al rialzo anche nel giro di 24 ore). - Poi lei cita le "comparazioni internazionali", che dimostrerebbero che "che i taxi sono pochi e le tariffe sono ancora alte rispetto alla media europea", e io le chiedo: QUALI comparazioni internazionali?? Perchè quelle che ho visto io raccontano una realtà diversa. - Infine, non poco demagogicamente, lei sostiene che "più licenze... significa più posti di lavoro", e io le domando: ma posti di lavoro DI CHE QUALITA' ? Posti di lavoro precari e sottopagati, ovviamente, ma di quelli credo che ne siano già stati creati abbastanza, non è daccordo? Un'ultima considerazione a proposito del presunto "potere" dei taxisti italiani: una categoria di lavoratori che non gode di nessuna protezione sociale (niente indennità malattia/maternità/ferie, niente CIG, niente mobilità, niente 626/104/ecc), che non costa NULLA allo Stato, perchè non sovvenzionata (come invece accade in Paesi con tariffe più basse), regolamentata come nella maggioranza dei Paesi europei e delle maggiori città statunitensi (licenze a numero chiuso e trasferibili a titolo oneroso), che però si trova a dover lavorare in ambienti urbani meno "curati" dal punto di vista puramente viabilistico (corsie preferenziali inesistenti o mal sorvegliate, nessun rispetto del CdS, quindi maggiori rischi nello svolgimento del servizio, controllo del territorio da parte delle FFOO insufficiente, ecc)... che potere dimostra di avere? Quasi nessuno, direi! Se non quello di avere, dalla sua parte, il potere dei fatti: chi governa il Paese e le Città, SA MOLTO BENE che il servizio offerto da questi lavoratori ha, in media, un rapporto qualità/prezzo ai primi posti in Europa, anche se i media asserviti agli interessi dei propri editori cercano di convicere la cittadinanza del contrario, e che ogni eventuale deregolamentazione potrebbe avere effetti deleteri su questo rapporto (diminuendo la qualità del servizio e/o facendo aumentare le tariffe), come nei fatti è avvenuto in tutte le precedenti esperienze internazionali: è chiaro che ogni amministratore, Sindaco o Primo Ministro che sia, dovendo "metterci la faccia", debba procedere con molta cautela, perchè la figuraccia (davanti ai cittadini, a cui si promettono risultati che non possono essere ottenuti con una liberalizzazione, come invece anche lei suggerisce), e conseguente perdita di credibilità, è dietro l'angolo!

Postato da giovanni maggiolo UNICA FILT CGIL il 20/12/2011 19:52

Cara redazione di Famiglia Cristiana, come vedete da tutte queste risposte, siamo in molti a richiedere che venga ripreso l'argomento, questa volta verificando le fonti e non riprendendo le bugie che sono state dette da vari mezzi di informazione. E' l'occasione di fare vero giornalismo e non è detto che non si riesca a scoprire il vero motivo di questa creazione di un capro espiatorio. Additare all'opinione pubblica un colpevole da linciare, non è mai un comportamento etico, ma se questo è addirittura innocente, questo è un crimine. Siamo a vostra disposizione per un eventuale incontro. Cordiali saluti Giovanni Maggiolo UNICA FILT CGIL

Postato da martinporres il 20/12/2011 06:08

Non voglio difendere la categoria dei taxisti, ma è chiaro a tutti che, dietro alla richiesta di liberalizzazione del loro settore, vi sono, soprattutto, gli interessi delle Coop rosse e, forse, di altri vettori del grande trasporto ; per questo l'onorevole Bersani e il PD insistono tanto.

Postato da folgore il 19/12/2011 22:06

Se il buon giorno si vede dal mattino, beh allegria. Liberalizziamo i taxi, beh anche no. Liberalizziamo i farmaci di fascia C nella parafarmacie, beh anche no. Se continua così si finirà per dare ragione a chi in un celebre vertice europeo rideva dell'Italia.

Postato da ironyman il 19/12/2011 20:32

Effettivamente la cura degli interessi particolari in Italia finisce sempre per prevalere. Troppe lobbies e potentati difficili da scardinare quando si trasformano in serbatoi di voti che evidentemente ai nostri politici fanno gola. Riguardo ai tassisti è evidente che sia una categoria protetta al punto che nemmeno questa manovra “lacrime e sangue” è riuscita a scalfirne i privilegi. Con tutto il rispetto per la categoria e senza nessun astio, mi sembra però dalle opinioni espresse, tutte più o meno allineate, che sia impossibile introdurre norme per liberalizzare il settore e facilitare la libera concorrenza. E’ curioso ma pare che sia un settore immune dalla leggi dell’economia. Sarà, ma io non capisco perché non sono libero di scegliere il taxi a cui rivolgermi ma devo per forza prendere quello che mi viene segnalato dalla centrale, oppure perché non dovrei trovare più conveniente prendere il taxi se le tariffe calano, o infine perché alla categoria dei dipendenti pubblici devono essere imposti dalla P.A. contratti con forti restrizioni delle retribuzioni e aumento delle performances mentre ad altre categorie (non solo i tassisti ovviamente) è permesso stabilire quasi autonomamente e liberamente le tariffe dei servizi. Riguardo alle modalità di accesso, quella al pubblico impiego è libera, nel senso che chiunque o quasi può partecipare ai concorsi pubblici (o perlomeno poteva partecipare visto il blocco del turn-over che dura da più di tredici anni), mentre non tutti possono permettersi di comprare una licenza di taxi o una farmacia e se costano così tanto una ragione ci sarà, visto che il prezzo di una attività, secondo elementari regole economiche, è commisurato ai guadagni futuri attesi. Senza sottacere che la possibilità di reintegrare i guadagni che la liberalizzazione rosicchierebbe attraverso un maggior numero di corse non è consentita ai dipendenti pubblici che hanno visto pressoché azzerate le ore di straordinario e sono sottoposti ad un divieto assoluto di svolgere altre attività (paradossale per un sistema che tollera, per altre categorie protette, conflitti di interessi grandi quanto montagne). Circa la qualità dei servizi, senza voler fare di ogni erba un fascio, però basta riguardarsi i tanti reportage televisivi con telecamere nascoste per capire che non tutto fila liscio. Non penso che sarà capitato solo a me si essere scarrozzato in lungo ed in largo per la città prima di arrivare alla meta stabilita o di non trovare il tassametro azzerato.

Postato da luciocroce il 19/12/2011 17:14

Penso che ora cominci ad essere chiaro a tutti perchè quella di Monti è una "missione impossibile": tassisti, farmacisti, avvocati, notai etc.etc.; ma come fai a schiodarla una società corporativizzata qual'è quella italiana? Tutti hanno le loro valide ragioni perchè le cose rimangano come sono; d'altronde, non a caso siamo il Paese che riesce a trovare giutificazioni anche per coloro che evadono il fisco...Il corporativismo avvelena ogni settore di lavoro del Paese - pubblico e privato, autonomo e dipendente - evidentemente perchè siamo figli di Guicciardini e le classi dirigenti - o meglio, quelle che si sono trovate a dirigere l'Italia - invece di contrastare questo virus letale lo hanno quasi sempre alimentato; e adesso è diventato un groviglio difficile da districare . Saluti cordiali

Postato da paolo berna12 il 19/12/2011 14:47

Sono un tassista di Bologna che esercita questo “nobile mestiere” insieme a sua moglie. In pratica ci dividiamo l’orario del servizio ed il taxi è quindi l’unica forma di sostentamento della nostra famiglia. Abbiamo tre figli. Quando sei anni fa dovetti cambiare lavoro, nonostante un laurea non trovai molte possibilità. Avrei fatto anche il postino o il vigile urbano, ma ovviamente concorsi non ce n’erano e la mia età mi precludeva altre possibilità. L’unica possibilità allora era quella di entrare nella potente lobby dei tassisti o delle auto blu. E’ quindi ridicolo dire che quella dei tassisti è una casta chiusa, perché è l’unica categoria nella quale sono riuscito ad entrare e con me tanti altri. Non sono figlio di tassista e ho potuto iniziare questo mestiere perché ho accettato di rischiare del mio per poter lavorare. Dal mio punto di vista allora, per paradossale che possa sembrare, le caste chiuse sono quelle nelle quali non sono riuscito e nessuno più riesce ad entrare, per esempio quelle dei dipendenti pubblici. Per acquistare la licenza mio padre mi ha dato “la parte di eredità che mi spettava” ed ho acceso un mutuo di 15 anni che sinora mi è costato annualmente dai 15.000 ai 20.000 euro a seconda del tasso di interesse, ovviamente ipotecando la casa. Attualmente mi mancano ancora per estinguerlo 9 anni e 3 mesi. Nostro Signore ci ordina di non giurare, ma vi posso assicurare che pur lavorando tante ore al giorno e facendo una decina di giorni di ferie all’anno non riusciamo a mettere via un soldo! Al contrario di quanto pensa la maggior parte della gente gli incassi non sono granchè, mentre le spese sono molto alte e continuano ad aumentare. Sono molto amareggiato dall’articolo di Francesco Anfossi e dal fatto che Famiglia Cristiana l’abbia pubblicato. Cerco di spiegarne i motivi. Innanzitutto come si fa a dire che, di fronte ai tanti sacrifici cui sono stati sottoposti quasi tutte le categorie degli italiani, i tassisti, in caso di non liberalizzazione, ne sarebbero esentati? Questo è falso ed è triste leggere queste cose su un giornale che dovrebbe essere ispirato all’Amore ed alla Verità. 1) Anche se dobbiamo avere la partita IVA, il taxi non è in regime di IVA e quindi per noi l’IVA è un costo, siamo cioè consumatori finali. Tutto quello che spendiamo per la nostra attività ci costa già di più: canone mensile del radiotaxi, acquisto del taxi, manutenzione, gomme, commercialista e carburante, che noi consumiamo mediamente molto di più di tante categorie di italiani. Faccio presente che le tariffe di Bologna sono ferme da più di 3 anni e mezzo, quando i carburanti costavano molto meno e nel frattempo molte tariffe degli altri mezzi di trasporto sono aumentate di molto. 2) Forse che noi non pagheremo l’IMU perché siamo tassisti? 3) La percentuale del contributo INPS (che io e mia moglie entrambi paghiamo) per noi lavoratori autonomi è aumentata del 2% 4) Forse che andremo in pensione prima degli altri? Secondo voi tutte queste non ci hanno già abbondantemente colpito? Io credo di sì. Altra cosa: cosa significa il tassista può sempre ricaricare l’aumento? Le tariffe dei taxi sono determinate dai Comuni che rilasciano le licenze ed i tassametri sono piombati, sono cioè immodificabili. Questa è una delle differenze principali con i noleggiatori, i cosiddetti NCC o più comunemente conosciuti come auto blu, che concordano il prezzo con il cliente. Se poi c’è qualche tassista disonesto che in qualche città non usa il tassametro, questo è altro problema, ma ho l’impressione che non si faccia nulla per risolverlo. Circa le licenze bisogna fare chiarezza. Per aumentare il numero dei taxi non è indispensabile liberalizzare, ogni Comune può già farlo, come è stato fatto per esempio nel comprensorio bolognese (41nuove licenze dopo il decreto Bersani del 2006). Se poi vogliamo liberalizzare anche le tariffe pensando che calino con tanti taxi in più credo che sia vero il contrario, come dimostrano le esperienze delle liberalizzazione dei taxi in Irlanda, dove il conducente , facendo ormai pochissime corse al giorno, per sopravvivere deve spennare i clienti. Sapete che a Dublino dopo la liberalizzazione ci sono circa 20.000 taxi e che si sono suicidati 3 tassisti? Anche io allora dovrei adeguarmi ed in giorni di fiera o di pioggia o di sciopero dei mezzi pubblici farei come già fanno alberghi e ristoranti: raddoppierei o triplicherei la tariffa. Il tassametro è una garanzia per il cliente! Circa gli effetti delle liberalizzazioni sui prezzi per l’utenza andate a vedere cosa dice la CGIA di Mestre. Quanto poi al fatto che si fa fatica a trovare taxi in determinate situazioni, bisogna dire che nella stragrande maggioranza del tempo, almeno nella mia città, sono i tassisti ad aspettare i clienti che non arrivano. Ovviamente la crisi colpisce profondamente un settore quale il nostro. Il nostro è un lavoro strano: stai fermo un sacco di tempo ma in certi momenti all’aeroporto atterra il mondo (molto spesso molto tardi alla sera quando molti turni finiscono, come il mio a mezzanotte) oppure arrivano contemporaneamente più treni importanti in stazione, di cui uno in orario e gli altri in ritardo ed escono un sacco di clienti. Il problema principale è il traffico. Quando piove o c’è sciopero dei mezzi pubblici tutti prendono l’auto e siccome tra l’altro di solito le corsie preferenziali sono poche e spesso occupate da tutti, si crea un traffico pazzesco ed una corsa che di solito dura 5 minuti in quelle situazioni ne dura anche 20. Se poi una volta che hai scaricato il cliente vuoi tornare in stazione ti serve altrettanto tempo. Ma tutto ciò, lo ripeto, avviene poche volte e non è per questo che bisogna aumentare il numero dei taxi, perché in condizioni di normalità siamo così tanti ai posteggi che bisognerebbe ad esempio buttare giù San Petronio perché non ci staremmo più nel posteggio di Piazza Maggiore. Più licenze significa più posti di lavoro, dice l’articolista. Se si vogliono aumentare i posti di lavoro con questa logica allora raddoppiamo il numero dei postini, dei dipendenti pubblici, dei parlamentari, dei giornalisti e paghiamoli la metà. Ribadendo che l’aumento dei taxi lo puoi ottenere anche ora senza fare una vera e propria liberalizzazione, il risultato è che il reddito del tassista diminuisce in proporzione e migliaia di famiglie sono nella mia situazione. Non è pensabile che anche diminuendo le tariffe ci sia molta più gente che prende il taxi. Le spese sono tutte a carico nostro e sono altissime. E’ giusto quindi che il taxi sia caro. Solo il fatto di avere il radio taxi mi costa 3.000 euro all’anno! I cittadini devono sapere che se non prendono il taxi non lo pagano, mentre se non prendono il bus o il treno o l’aereo lo pagano lo stesso con parte delle loro tasse!!! Perché nessun giornalista dice mai queste cose? Sarei ben contento di abbassare anche di molto le tariffe, perché questo vorrebbe dire che lo Stato o il mio Comune mi pagano il carburante, l’assicurazione, l’auto che cambio ogni 3 anni, il canone radio taxi e tutte le manutenzioni. Se ciò non avviene si può fare ben poco sulle tariffe. Forse che un cliente che ora non prende il taxi per una corsa da 10 euro l’accetta se il prezzo si abbassa a 8 o 9? Sul fatto poi che il taxi costi molto meno all’estero ho molte testimonianze di amici e clienti che vanno in senso opposto. L’affermazione che i tassisti sono dei veri e propri terminali sociali e piccole centrali di propaganda si commenta da sola. Il fatto che sia fatta da un giornalista, che per professione ha ben più potere dei tassisti di influenzare le idee delle persone, mi pare ridicola. Ci sono tassisti di ogni tendenza politica, che addirittura nelle campagne elettorali tappezzano l’auto con pubblicità per i più diversi partiti politici (qui a Bologna soprattutto per il partito che ci contrasta di più!). Inoltre la percentuale di persone che prende il taxi è bassissima e gran parte della clientela non è “manipolabile” per diversi motivi (è straniero, non è interessato a parlare , ecc). Ci sarebbe ancora un aspetto molto importante che vorrei affrontare. Lo accenno solamente. Il valore delle licenze taxi in Italia ammonta a miliardi di euro e per ogni compravendita lo Stato incassa con le tasse molte migliaia di euro Ad esempio le ultime licenze a Bologna sono state vendute a 200.000 euro, con un incasso per lo Stato di circa 50.00 euro (credo anche di più). Che interesse lo Stato avrebbe a mandare in fumo tale ricchezza? Con tanti taxi in più il reddito per il singolo tassista sarebbe così basso che quello che pagherebbe in tasse sarebbe pochissimo. In conclusione vorrei dire che non avrei mai pensato di passare nuovamente certi momenti (come quelli del 2006), additato dall’opinione pubblica come appartenente ad una potentissima lobby di potere che non paga mai, non vuole rinunciare ai suoi grandi privilegi e per egoismo non vuole che giovani bisognosi di lavoro vengano a rompere loro le scatole. Se venisse fatta una vera liberalizzazione dei taxi probabilmente io e mia moglie dovremmo lavorare non più 14 ore al giorno, ma 24. Forse un nostro figlio farebbe il tassista, ma con uno stipendio da fame. Tra pochi giorni sarà Natale. Al Signore che viene in mezzo a noi quest’anno non credo che chiederò solo che porti la Pace, ma anche che liberi tante migliaia di famiglie di tassisti da questo pericolo che ci angoscia.

Postato da stefania2 il 19/12/2011 13:53

Da risultati del "Quality Safety Mobility" di ottobre, oltre ad altri dati interessanti, risulta che Milano sia la quarta città in Europa ad offrire il miglior servizio. Anche a Firenze da un''indagine condotta direttamente dal Comune, risulta che i fiorentini sono ampiamente soddisfatti del servizio, così in altre città. Eventualmente si tratta di migliorarlo nelle altre e non di distruggerlo in tutte. Spesso il servizio è carente, per la pessima viabilità. I tassisti fanno parte di molte categorie esposte al sacrificio, quali proprietari di case, uomini vicini alla pensione, (non capisco cosa vuol dire ricaricano) aumento dell'IRPEF e dell'IVA per beni come l'auto e i suoi annessi, anche le assicurazioni che per loro sono le più alte fra tutti gli automobilisti, aumento dei carburanti. Tutto questo con tariffe ferme in alcune città da diversi anni, in alcuni casi da cinque, nonostante gli accordi con le amministrazioni.In più in questa fase, dovranno fare i conti con il calo del lavoro generato da questa ultima crisi, ma già partito nel settore da diversi anni. Quindi dire che i tassisti non fanno la loro parte e sono esentati non corrisponde a verità. Si è ormai capito che è inutile fare comparazioni di prezzi, numeri di taxi anche nelle città italiane, non omogenee per il costo della vita e con realtà sociali completamente diverse. E difatti le tariffe ogni Comune le fa in maniera autonoma. A New York, non è vero che con 5 dollari giri tutta Manhattan,ma se vogliamo prenderla d'esempio, va precisato che è la città dove le licenze costano di più: due licenze aziendali per un milione di euro, vendute pochi giorni fa, il proprietario manderà i suoi autisti al lavoro, sottopagandoli, ma non facendo tariffe basse. Un giovane su tre è disoccupato, è vero. Ma non è possibile non pensare anche ai 50 enni che oggi non hanno lavoro (a tutti) o come in questo caso, non potrebbero assolutamente fare fronte con quello attuale ai loro impegni familiari. Pensiamo ai giovani, ma non dimentichiamoci di quelli che sono a metà della vita lavorativa. Vivere, non vuol dire sopravvivere. Quindi creare nuovi posti di lavoro, riducendo gli esistenti, non può risolvere la situazione. Sarebbe come entrare in una fabbrica e raddoppiare il numero degli operai dimezzando le ore di lavoro di quelli che ci sono. Questo vuol dire creare e dare lavoro? Non si capisce chi ancora crede che i tassisti possono interfenire con le vittorie politiche parlando con la gente o per lo meno, lo possono fare come altri che offrono servizi al pubblico, per esempio bar, i parrucchieri, macellai,fornai ecc. E' vero che in una giornata piovosa non si trovano i taxi. Ma non piove 365 all'anno. I posteggi sono ormai pieni, a tutte le ore di tutti i giorni, di auto bianche in attesa di clienti. D' altro canto nei giorni di scadenza alle poste si fanno code interminabili, oppure il sabato al supermercato e anche trovare un idraulico, un elettricista che ti venga in giornata per un guasto urgente non è facile, ma nemmeno lo si pretende. Come mai invece chi chiama il taxi lo vorrebbe in tre minuti sulla porta di casa? Credo che articoli come questo, non fanno altro che alimentare livore nei confronti della categoria, creando inoltre illusioni, miraggi di un lavoro facile da fare e ben pagato. Bisognerebbe spiegare che già ora i costi sono insostenibili, inutile elencarli tutti, ma soprattutto far sapere che il taxi è il più piccolo tassello del trasporto pubblico e che dovrebbe funzionare da supporto. Inoltre, oltre a non costare assolutamente alla società pur essendo pubblico, è fonte di reddito per le amministrazioni comunali, e, paradossalmente, sgrava di tasse anche gli altri cittadini. Tutto è a carico del tassista. Una considerazione sugli attuali sindaci: tacciono tutti di fronte a questa ventilata liberalizzazione, diciamo selvaggia. non credo ci sia un solo Sindaco in Italia, che vorrebbe avere un suo servizio, senza poterlo controllare, non avendo limiti di numero, territorio e di tariffe. Il Far West, insomma. L'unico che si è esposto, ma non solo per un appoggio di voti, è il Sindaco Alemanno, che per il buon funzionamento del servizio anche a tutela dell'utente, sta continuamente firmando accordi con la categoria. Non entro in merito ad altre questioni, ma Vi ringrazio, per non aver comunque offeso la categoria, come ormai stanno facendo in toto, tutti i giornali. E' la categoria meno amata di Italia, peggio delle vere lobby, gli insulti sono diventati inverosimili, oltre a ladro, evasore, violento, ora si sente dire anche mafioso. Vi ringrazio per la cortese attenzione e Vi auguro Buone feste. Stefania Ceccarelli Moglie di tassista fiorentino

Postato da delta17 il 19/12/2011 12:31

Quanta disinformazione... Come al solito del resto, in questi giorni, ma forse anche prima! Tanto per iniziare Monti non ce l'ha fatta nemmeno con le farmacie, ed il prezzo dei farmaci di fascia C (quelli che volevano far vendere anche alle parafarmacie ed alle coop...) rimmarra' dov'e', in quanto fissato dallo Stato! Non volevano certo liberalizzare le licenze, ma togliere il vincolo societario (siamo tutti padroncini dal 1992) forse a favore dei soliti noti imprenditori italiani, ed il vincolo di territorialita': lei salirebbe mai su un taxi di Napoli a Milano, o viceversa? i taxi di Milano solo al terzo posto nella classifica degli Automobile Club per la qualita' del servizo, e se il gasolio (oggi a piu' di 1,7 euro al litro) costasse come a New York (che e' fuori dalla UE...) anche da noi le corse costerebbero meno. Ma comunque con 5 dollari non gira tutta Manhattan, vada a vedere il costo chilometrico, e ci aggiunga fisso e mancia. Anche a NY le licenze sono contingentate, come nella quasi totalita' dei Paesi ONU, e giusto per la cornaca, due di queste sono state vendute per circa un milione di dollari ciascuna, solo un paio di mesi fa. Riguardo i disoccupati, ne conosco parecchi che si sono indebitati per comprarsi una licenza taxi, impegnando anche liquidazione e risparmi: hanno avuto il coraggio di scommettere su loro stessi, non di aspettare il solito assistenzialismo statale nella speranza di poter diventare tutti tassisti! A Milano c'e' un taxi ogni 250 abitanti circa (4855 taxi/1,25 milione di abitanti), mi creda, piu' che in molte altre capitali europee. Vogliamo far risparmiare l'utente, da subito? Piu' corsie preferenziali per i mezzi pubblici e meno traffico privato!

Postato da delta17 il 19/12/2011 12:17

Quanta disinformazione... Come al solito del resto, in questi giorni, ma forse anche prima! Tanto per iniziare Monti non ce l'ha fatta nemmeno con le farmacie, ed il prezzo dei farmaci di fascia C (quelli che volevano far vendere anche alle parafarmacie ed alle coop...) rimmarra' dov'e', in quanto fissato dallo Stato! Non volevano certo liberalizzare le licenze, ma togliere il vincolo societario (siamo tutti padroncini dal 1992) forse a favore dei soliti noti imprenditori italiani, ed il vincolo di territorialita': lei salirebbe mai su un taxi di Napoli a Milano, o viceversa? i taxi di Milano solo al terzo posto nella classifica degli Automobile Club per la qualita' del servizo, e se il gasolio (oggi a piu' di 1,7 euro al litro) costasse come a New York (che e' fuori dalla UE...) anche da noi le corse costerebbero meno. Ma comunque con 5 dollari non gira tutta Manhattan, vada a vedere il costo chilometrico, e ci aggiunga fisso e mancia. Anche a NY le licenze sono contingentate, come nella quasi totalita' dei Paesi ONU, e giusto per la cornaca, due di queste sono state vendute per circa un milione di dollari ciascuna, solo un paio di mesi fa. Riguardo i disoccupati, ne conosco parecchi che si sono indebitati per comprarsi una licenza taxi, impegnando anche liquidazione e risparmi: hanno avuto il coraggio di scommettere su loro stessi, non di aspettare il solito assistenzialismo statale nella speranza di poter diventare tutti tassisti! A Milano c'e' un taxi ogni 250 abitanti circa (4855 taxi/1,25 milione di abitanti), mi creda, piu' che in molte altre capitali europee. Vogliamo far risparmiare l'utente, da subito? Piu' corsie preferenziali per i mezzi pubblici e meno traffico privato!

Postato da taxi in famiglia il 19/12/2011 06:41

francamente questo articolo ci stupisce e non vi ringrazieremo per aver chiamato i nostri mariti e figli "eroi metropolitani". Forse per voi il servizio sarà scadente ma un’indagine svolta da un ente indipendente a cui collaborano 18 automobile club europei ha assegnato il quarto posto nella qualità del servizio proprio alla città di Milano. Qui il link dell’inchiesta: http://www.aci.it/fileadmin/documenti/notizie/Comunicati/dossier_taxi_2011.pdf. Quanto alle liberalizzazioni che creeranno più posti di lavoro, sappiamo bene tutti che si tratta solo di un falso mito: si creeranno situazioni di oligopoli con lavoratori destinati allo sfruttamento (per abbassare il prezzo della corsa, indovinate quale "costo" sarà tagliato?) e alla fine i prezzi saliranno lo stesso ma non gli stipendi dei nuovi lavoratori. nessuno ne avrà benefici, tranne chi già oggi ha potere (vero) e capitali (veri) da investire nel settore taxi. Lo dimostrano Irlanda e Olanda dove si è tentata la liberalizzazione del servizio. Non vogliamo difendere presunti privilegi ma dire no ad un falso modello di sviluppo

Postato da FRANCOTAXI il 18/12/2011 23:58

"Gentile Sign.Anfossi, faccio fatica a comprendere il perchè di tante inesattezze e falsità presenti nel Suo articolo frutto del tentativo di fare della facile demagogia. Mi permetto di sottolinearLe alcune di queste che ho trovato qua e là, ma proprio senza entrare in un'analisi approfondita del Suo articolo, così di primo acchitto. 1) Non lo dice palesemente, ma auspica un abbassamento delle tariffe. Ebbene in un regime concorrenziale le tariffe possono diminuire solo ed esclusivamente se vi è la possibilità da parte dell'utente di scegliere in base a parametri di qualità/prezzo questo o quel dentista, notaio, avvocato, meccanico ecc., ma i tassametri comportano la stessa tariffa per tutti gli operatori nell'ambito del territorio comunale: se lei atterra a Linate e prende il mio taxi, od il collega dietro, od il decimo, per andare a P.zza Duomo paga sempre la stessa cifra, sia che ci siano in aeroporto 100, 1000 o 10000 vetture (eccezione fatta per le causali variabili: traffico, semafori ecc.), Le dirò di più: Lei mi trovasse simpatico e mi chiedesse: "Mi viene a prendere tra mezz'ora?", ebbene non posso, e specificatamente vietato nelle caratteristiche del servizio pubblico da piazza, e pensi che questa violazione viene definita...adescamento (si, ha letto bene). Lei potrebbe dire:"E allora liberalizziamo le tariffe", ed io Le rispondo:"Dio non voglia, sia per noi operatori, ma soprattutto per Voi utenti!!!". 2) "Quelli italiani sembrano essere tra gli ultimi d'Europa". Ma forse sembrano a Lei e a quelli prevenuti come Lei. Nella graduatoria Eurotest fatta sulla base di tutte le maggiori città europee della UE, Milano si è classificata al QUARTO (Si ha letto bene: QUARTO) posto! Certo, si può migliorare, ma penso che non fossero 4 le città campioni, sì da poter essere considerati "...tra gli ultimi d'Europa..." come da Lei dichiarato. 3) "Mentre il tassista può sempre ricaricare l'aumento". Ma ne è certo? Sono 25 anni che faccio questo lavoro, il mio fisso INPS è salito da 370.000 lire del 1986 ai 780 euro odierni, quindi una maggiorazione del 400%. Mi creda i miei incassi non si sono assolutamente rimpinguati nell'ordine di siffatta percentuale (e non voglio parlarLe del carburante o dell'assicuarzione, con percentuali di rincaro ben più alte....ah, ha notato che queste ultime sono state liberalizzate da anni????) 4) "I taxi sono pochi e le tariffe sono alte". La prego, controlli le tariffe dei paesi dove i taxi sono stati liberalizzati (se Le serve Le fornisco io l'ultima comparazione effettuata dall'UBS, Unione Banche Svizzere, troverebbe delle belle e ahimè non piacevoli sorprese), si accorgerà che in media hanno costi da 1.3 a 3 volte di più delle nostre, e sulla difficoltà nel reperire una vettura? Quando vuole mi contatti (ha la mia mail), venga qui a Milano, se già non vi abita, e proviamo a chiamare un qualsiasi radiotaxi meneghino in qualsiasi momento della giornata, vediamo quante chiamate vengono evase a più di 6 minuti e quante a 2 (no, ha ragione, meno di 2 minuti no! E' il tempo minimo dei nostri apparecchi di smistamento chiamata). Ma La saluterei, non prima di averLa ringraziata per l'attenzione, rispondendo alla Sua domanda iniziale: "Come mai Super Mario Monti, l’ex granitico commissario europeo alla Concorrenza, l’uomo che non cedette di un passo di fronte a multinazionali americane protette dalla Casa Bianca, con un fatturato pari al Pil dell’Olanda, ha dovuto arretrare di fronte alla categoria dei tassisti?". Probabilmente perchè Super Mario che ha avuto un grande passato con ruoli fondamentali nella UE è ben a conoscenza di quanto prescritto dalla normativa madre sulle liberalizzazioni, la Bolkenstein, che non essendo asservita a poteri forti italiani che vorrebbero fagocitare il nostro lavoro col loro capitalismo sfruttatore a scapito di qualche disperato (come guarda caso avviene a New York con portoricani o messicani e dove tra l'altro le licenze hanno avuto una vendita pari ad 1.000.000 di dollari cadauna), ci ha totalmente estromesso dalla suddetta normativa proprio in considerazione del carattere di pubblica utilità del nostro lavoro e delle considerazioni finora qui espresse. Buona vita a Lei e ai Suoi collaboratori."

Postato da FRANCOTAXI il 18/12/2011 23:08

Gentile Signor Anfossi, quante inesattezze e quanta superficialità nel suo articolo, pregno di populismo e facile demagogia. Guardi, rileggo velocemente il suo articolo e mi permetto di sottolineare i punti che proprio di primo acchitto mi fanno pensare che lei non possa avere un'immagine così distorta dalla realtà: 1) Non lo dice apertamente, ma auspica un abbassamento delle tariffe. Mi spiega come questo potrebbe accadere? Le tariffe si abbassano dove c'è concorrenza ed il cliente sceglie il dentista, il notaio, l'idraulico da cui servirsi, dopo aver fatto una comparazione qualità/prezzo. Nel nostro caso le tariffe sono imposte e tutti gli operatori hanno le stesse a livello comunale (e mi creda, Dio ci liberi dalla minaccia di una totale liberalizzazione dalle tariffe, sia per noi operatori, ma soprattutto per V

Postato da luigidecesaris il 18/12/2011 21:47

Vorrei sfatare alcune miti metropolitani sui taxi: 1) le tariffe dei taxi sono nella media dei Paesi OSCE, lo dice un rapporto UBS scaricabile all'indirizzo http://digilander.libero.it/federtaxiroma/RAPPORTO%20DELL%20UNIONE%20BANCHE%20SVIZZERE.pdf 2) il servizio taxi e' regolamentato e contingentato, la direttiva Bolkestein che liberalizza il mercato interno e recepita dall'italia con dlgs 59/2010 ha escluso i taxi dalla liberalizzazione 3) liberalizzare taxi non vuoldire piu' crescita, c'e' il tassametro, quindi le tariffe rimangono immutate, cambia il reddito del tassita che ad un aumento di licenze diminuisce proporzionalmente che vuol dire degradare il servizio, come gia' successo a NewYork, Amsterdam e Barcellona tanto per fare alcuni esempi e le Amministrazini locali hanno dovuto ripristinare regole e contingentamento. barvellona addirittura riacquistare le licenze date. 4) Oramai è chiaro che c'e' un disegno a prescindere dal merito. I poteri forti cioe' Confindustria in questo caso, hanno scatenato questa campagna per denigrare i TAXI in maniera da assorbirli e creare un monopolio sui trasporti. Ed io che sono un cattolico rimango sbalordito dal fatto che Famiglia Cristiana possa mostrare dare fiato a questi signori, stigmatizzati dalla Chiesa, che chiede equità e solidarietà.

Postato da antonel il 18/12/2011 21:46

Scusi, signor Anfossi, ma mi devo essere persa qualcosa: a me risulta che anche con le farmacie Monti ha fatto un clamoroso (e, a mio giudizio, vergognoso) passo indietro. Proprio perché i prezzi dei farmaci di fascia C sarebbero scesi. E di molto. Sa che cosa penso? Che è facile fare il gradasso con Bill Gates, con l'appoggio di tutti i Governi europei, molto meno quando giochi in casa. Questi tecnici incominciano a deludermi.

Postato da antonel il 18/12/2011 21:45

Scusi, signor Anfossi, ma mi devo essere persa qualcosa: a me risulta che anche con le farmacie Monti ha fatto un clamoroso (e, a mio giudizio, vergognoso) passo indietro. Proprio perché i prezzi dei farmaci di fascia C sarebbero scesi. E di molto. Sa che cosa penso? Che è facile fare il gradasso con Bill Gates, con l'appoggio di tutti i Governi europei, molto meno quando giochi in casa. Questi tecnici incominciano a deludermi.

Postato da lucaluca il 18/12/2011 21:40

Dall'articolo par di capire che il problema sia la poca generosità dei tassisti. non è così. la categoria lotta contro una liberalizzazione che punta ad affidare il settore a poche società di capitali. le quali poi gestirebbero il servizio come "mirabilmente" spiegato dal professor Marco Ponti del politecnico di Milano a Radio Popolare: impiegando lavoratori stranieri sottopagati (ecco la trascrizione dell'intervento del professor Ponti: “Beh… ovviamente è crudele dirlo, ma se ci sono delle società che prendono con adeguati esami, di patente, di lingua italiana, di conoscenza della rete viaria, dei dipendenti extracomunitari, le tariffe andranno giù MOOLTO rapidamente… E’ crudo dirlo, ma intanto tutti questi extracomunitari staranno meglio. E’ un esempio rozzo, ma il tipo di ragionamento vale anche per il trasporto pubblico locale, è lo stesso"). Sulla qualità del servizio esistono comparazioni internazionali nelle quali Milano, per fare solo un esempio, risulta quarta su ventidue città europee (http://www.aci.it/fileadmin/documenti/notizie/Comunicati/dossier_taxi_2011.pdf). Anche rispetto alle tariffe devo segnalare che l'Italia si colloca tra le realtà più competitive a livello europeo, come vedrete consultando il sito taximilanocgil.it. Questi i fatti. I tassisti sono solidali con infermieri, statali e pensionati. Così come con gli operai della Fiat e con quanti legittimamente si oppongono a una politica economica tutta a svantaggio delle persone.

Postato da giovanni maggiolo UNICA FILT CGIL il 18/12/2011 21:38

Stupisce che proprio Famiglia Cristiana, solitamente molto attenta, riprenda luoghi comuni senza operare un controllo delle fonti. Le tariffe taxi italiane, nonostante le voci sono nella fascia bassa fra quelle europee, basta controllare (http://www.taximilanocgil.it/cartella%20excel%20tariffe%20taxi.pdf aggiornata a sei mesi fa). inoltre viene citata come città ideale proprio New York che non solo non ha le licenze liberalizzate, ma anzi ha le licenze più care in assoluto. Ad ottobre hanno toccato la cifra record di un milione di dollari. Sul numero di licenze operanti poi basta fare due conti: a Milano circolano circa 5.000 autovetture per una popolazione di 1.200.000 abitanti, a New York le licenze sono poco più di 13.000 per una popolazione di quasi 9.000.000. Le cifre che vengono citate nell'articolo vengono ripetute su vari organi di informazione e tutta questa ostinazione nel mettere in cattiva luce dei lavoratori dovrebbe mettere un dubbio. Chi si avvantaggerebbe di un'eventuale iberalizzazione del servizio? Non gli utenti, nelle città dove hanno liberalizzato, le tariffe sono (logicamente) salite e anche questo è dimostrato (Olanda, Svezia...) Siamo disponibili ad un confronto per migliorare un servizio che, come tutti, è migliorabile, ma ragionare sulla base di dati errati non può che portare a conclusioni errate. In più questo porterebbe sul lastrico migliaia di famiglie che hanno dovuto fare sacrifici, spesso facendo mutui con ipoteche sulle proprie case, per acquistarsi un posto di lavoro in questo periodo di crisi. I tassisti sanno di essere come tutti gli altri lavoratori e di poter perdere il posto di lavoro, ma perdere la propria casa, ci pare un sacrificio eccessivo. Cordiali saluti Giovanni Maggiolo UNICA FILT CGIL

Postato da Profe il 18/12/2011 20:59

E' vero,anch'io non capisco il potere di questa categoria; ma chi sono i loro referenti politici? Mi piacerebbe conoscerne i nomi, visto che Monti ha ceduto sapendo che in parlamento la norma non sarebbe passata. Chi e quanti avrebbero votato contro? Secondo me Monti dovrebbe costringerli a metterci la faccia.

Postato da giogo il 18/12/2011 17:57

Perchè che dovrebbero dire i camionisti e autisti di tir, inoltre x quelli a lunga distanza un lavoro massacrante, con delle responsabilità assai più grandi di un tassista, pensare a un conduttore di simili mostri che viaggiano a oltre 100 km. orari...se prende un colpo di sonno...altro che tassisti !! Saluti

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare
%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati