23/10/2011
Le immagini di un precedente rapimento attribuito all'Aqmi.
Rossella Urru, cooperante del Cisp (Comitato Italiano per lo Sviluppo dei Popoli) è
stata sequestrata nella notte tra il 22 e il 23 ottobre nei pressi della città
di Tinduf, in Algeria. Insieme a lei sono stati rapiti anche due cooperanti
spagnoli, Ainhoa Fernandez de Rincon,
dell’Asociacion de Amigos del Pueblo
Saharawi de Extremadura e Enric
Gonyalons, membro dell'Ong Mundobat.
I tre volontari
internazionali si trovavano a Rabuni, in un campo di rifugiati dei saharawi,
dove operavano in progetti di assistenza
a favore dei profughi. I rapitori sarebbero arrivati dal Mali a bordo di un
fuoristrada, in piena notte e avrebbero attaccato la foresteria della tendopoli.
Rossella Urru è una
rappresentante del Cisp, Comitato Italiano Sviluppo dei Popoli. L'Unità di
Crisi della Farnesina e l'Ambasciata italiana ad Algeri hanno subito attivato
tutti i canali utili per arrivare presto a una soluzione positiva della
vicenda.
Rossella, 27 anni, è originaria
di Samugheo, in provincia di Oristano. È laureata in Conservazione dei Beni
Culturali, indirizzo in Cooperazione internazionale, con una tesi sul popolo Saharawi.
Nonostante la giovane età è un'esperta di cooperazione decentrata e lavorava in
Algeria già da due anni.
«È la coordinatrice dei nostri progetti nei campi
saharawi», spiega Paolo Dieci, direttore generale del Cisp. «Si tratta di
programmi d’assistenza alle famiglie rifugiate nei campi».
«Lavoriamo con i
saharawi fin dal 1985», aggiunge il direttore del Cisp, «cioè fin dagli inizi
della nostra attività, dato che l’Ong è nata nel 1983, ma non abbiamo mai avuto
problemi di sicurezza». Paolo Dieci è stato il primo in Italia ad aver saputo
del sequestro, alle 2,00 della notte fra il 22 e 23 ottobre (l’una in Algeria).
«Colleghi di altre Ong ci hanno avvisato. Non era passata più di mezz’ora dal
sequestro», dice. «Ho immediatamente chiamato l’Unità di Crisi della Farnesina,
con la quale siamo da allora in contatto continuo».
Il direttore del Cisp
sottolinea che le notizie circolate in queste ore secondo le quali il rapimento
sarebbe stato messo in atto dall’organizzazione estremista maliana Aqmi, vicina
ad Al Qaeda, non hanno alcuna conferma: «Non sappiamo chi sono i sequestratori,
non abbiamo alcun elemento nemmeno per ipotizzare la responsabilità di
qualcuno. Né c’erano sentori o avvisaglie di pericolo. Vorremmo raccomandare ai
mezzi d’informazione di dare solo notizie aderenti ai fatti, e non valutazioni
o ipotesi che possono creare problemi a una rapida e positiva soluzione del
sequestro».
Luciano Scalettari