19/05/2012
Il luogo dell'attentato, nella scuola Francesca Morvillo di Brindisi.
“È sempre un sacrilegio violare il comandamento del non uccidere, ma quando si programma la strage dei ragazzini siamo di fronte a una soglia particolarmente delicata che viene violata. Uccidere i ragazzini è uccidere l’idea del futuro, uccidere i figli, violare qualunque sentimento di umanità, non essere in grado più di esercitare alcun discernimento tra il bene e il male. È il buio totale». Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia, ha ancora la voce incrinata di commozione a poche ore dall’attentato nel quale ha perso la vita la sedicenne Melissa Bassi.
Lei è subito accorso davanti alla scuola.Qual è adesso il compito delle istituzioni?
"Noi dobbiamo stringerci attorno a una città ferita, dobbiamo essere solidali in maniera molto concreta con le famiglie delle vittime, dobbiamo saperci impegnare nel lavoro di cura, la cura delle persone colpite. Le ragazze ferite dovranno salvarsi dalle ferite del corpo, ma faranno ancora più fatica a salvarsi dalle fatiche dell’anima. Dovremo recuperare fino in fondo una cifra di solidarietà attiva e, soprattutto, dovremo far sentire agli assassini la nostra capacità di reiezione".
In che modo?
"Dobbiamo rinsaldare le reti della vita democratica e continuare a immaginare che le nostre scuole sono, innanzitutto, presidi di legalità, luoghi di educazione alla cittadinanza. La scuola è il presidio anticrimine per eccellenza proprio perché è la trincea in cui si educa. Dovremo capire come nessun fatto di criminalità va sottovalutato, dovremo allenarci a essere sentinelle più esperte della notte quando la notte ha un buio fitto. Interrogarci molto perché questa è una ferita speciale che rappresenta un inedito nella storia dell’orrore in Italia".
Tante fiaccolate e marce di solidarietà, però si respira anche la paura. Il 22 parte la nave della legalità verso Palermo. Si sente di incoraggiare studenti e professori?
"Questo è il momento di rafforzare iniziative e progetti. Bisogna farlo a maggior ragione, persino per legittima difesa, proprio perché la legalità è il riparo: l’esercizio collettivo dei precetti della legalità è il nostro giubbotto antiproiettile. Sarebbe sbagliato darla vinta a chi semina il terrore per far arretrare la democrazia, per spingere la scuola a chiudersi in se stessa, a non occuparsi delle vicende del territorio. Chi semina il terrore ha un obiettivo molto chiaro: desertificare la polis e quindi noi , per sconfiggere chi semina il terrore, dobbiamo riempire la polis di umanità, di socialità, di festa, di accoglienza, di condivisione, di solidarietà".
Annachiara Valle