15/10/2011
Gli scontri nella zona di San Giovanni in Laterano.
Nella loro furia cieca le frange violente degli indignati hanno preso di mira anche una parrocchia, nei pressi di San Giovanni in Laterano. Si tratta della chiesa di San Marcellino e Pietro, tra via Labicana e via Merulana. I blac bloc hanno tentato di sfondare la porta della chiesa, distruggendo poi alcuni arredi sacri della casa parrocchiale. È quanto ricostruisce il portavoce del vicariato di Roma, don Walter Insero. In parrocchia, nel momento dell’assalto, non c’erano fedeli, ma il parroco, don Pino Ciucci, insieme con diversi sacerdoti. "Sono sconcertato", ha affermato il portavoce, "abbiamo visto scoppiare la protesta dalle finestre della parrocchia".
"Dei giovani incappucciati", ha spiegato il portavoce, "hanno divelto la porta della sala utilizzata per il catechismo, sono entrati, hanno affisso un manifesto e hanno distrutto quello che c’era dentro. Poi hanno preso una statua della Madonna di Lourdes e un crocefisso, li hanno portati in strada e li hanno frantumati. Un gesto blasfemo di profanazione che non ha alcun senso. Hanno tentato anche di sfondare la porta d'ingresso della chiesa, ma non ci sono riusciti, fortunatamente". Poi si sono spostati verso San Giovanni in Laterano. "Non ci aspettavamo atti così violenti contro simboli religiosi" ammette don Insero, "nè ci aspettavamo una situazione così grave, anche se erano scattate misure preventive e la basilica di San Giovanni e l'area attigua sono state chiuse».
"Condanniamo senza esitazioni il gesto blasfemo di oltraggiare e distruggere la statua della Madonna e il crocifisso della Parrocchia di San Marcellino. La protesta in questa maniera ha perso ogni significato propositivo e democratico". È quanto dichiarano congiuntamente le Acli di Roma, l'Unitalsi e il Ceis (che venne fondato da don Mario Picchi), in merito agli scontri tra polizia e black bloc. "Non possiamo permettere a nessuno – prosegue il comunicato - di trasformare una manifestazione in un attacco ad immagini sacre e in una sistematica distruzione della città. Queste vicende ci devono comunque fare riflettere sul clima di tensione che ha conquistato soprattutto i giovani.
"Questi atti di violenza feriscono la fede dei credenti di Roma, offendono il sentimento religioso di tutti i romani. Sono sgomento, rattristato, molto preoccupato per quanto sta accadendo. È uno choc vedere queste scene di guerriglia". Lo afferma il vicario di Roma, il cardinale Agostino Vallini, sugli scontri al corteo degli indignati. Nei momenti più drammatici degli scontri il cardinale aveva dato ordine di aprire le porte di San Giovanni in Laterano affinchè trovassero rifugio i manifestanti pacifici che si trovavano tra i due fuochi, tra forze dell’ordine e violenti. Mentre i seminaristi hanno distribuito acqua e prestato le prime cure di soccorso a chi ne aveva bisogno.
Francesco Anfossi