Nell'urna un "basta!" alle urla

Nel voto un vento di protesta contro una campagna elettorale all'insegna della rissa e vuota di impegni sui problemi concreti delle grandi città.

16/05/2011

In questa elezione amministrativa, che rovescia tanti luoghi comuni, soffia un vento di protesta i cui effetti diventano sempre più evidenti, invece che affievolirsi, col passare delle ore. Un vento che non ha preso di mira i due schieramenti (destra/sinistra) in quanto tali ma ha puntato dritto contro altri due obiettivi, non meno importanti: lo stile della campagna elettorale e l'oggetto della campagna elettorale.

     Dello stile, beh, sappiamo tutto. Urla e colpi bassi. Accuse più o meno falsificate e promesse più o meno fasulle (a meno di presupporre la volontà di mantenerle, quindi in quel caso tragiche). Minacce di querele. Tutti contro Uno e Uno contro tutti. Pretese di referendum: sul Governo, sul Cavaliere, sullo sfondamento della Lega, sull'esistenza in vita della sinistra, sulla conoscenza della storia del calcio. Risse da cortile più numerose dei dibattiti, risposte assai meno numerose delle risposte. Un modo come un altro, sembra che mandino a dire gli elettori col loro voto scompiglia previsioni, per prenderci in giro. Se non è così, dobbiamo presumere che a Milano quelli di sinistra siano nati sotto i funghi nelle ultime notti, che Bologna sia di colpo tornata "la rossa", che a Torino gli operai siano più numerosi di dieci anni fa, che a Napoli...

     E dopo il "come", il "cosa". La rissa come sistema ha cancellato dai radar della politica amministrativa i molti problemi e le tante opportunità che albergano in grandi città come Milano, Bologna, Torino, Napoli, e non solo loro. Chi ha più affrontato la sfida dell'Expo che Milano dovrà affrontare nel 2015, un'occasione che per altre metropoli (Siviglia, Shangai...) è stata volano di un formidabile rilancio? E di Napoli, che non è solo "munnezza" e mandolini, miseria e nobiltà? La Torino del referendum Fiat ha tranquillamente scelto il "comunista" Fassino per il proprio futuro, ci sarà un perché?

    Se anche il significato di queste elezioni fosse tutto qui, in questo "basta!" alle urla piene di nulla infilato nelle urne, sarebbe già qualcosa di enorme.
      

Fulvio Scaglione
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Postato da Mario Paloschi il 17/05/2011 10:37

E' vero, c'è ancora un ballottagio di mezzo, ma il segnale - perlomeno - è chiaro. Non se ne poteva più. Se anche il vecchio Piero Bassetti ha detto che oggi è come il 25 aprile una cosa è certa: si torna finalmente a respirare. Speriamo che presto si torni anche a ragionare. E non soltanto a Milano.

Postato da folgore il 16/05/2011 22:44

Come sempre tutti affermano d'avere vinto. Solo che De magistris non è il PDL. Il PD non ha fatto un'avanzata stratosferica a Milano e a Bologna non sfonda il 50%. I grillini avanzano alla grande e, come ha affermato un politico del PD questo pomeriggio, sono delle persone della cosidetta antpolitica che non fanno tanto delle distinzioni tra destra e sinistra, e mi sembra che li ritengono ugualmente....ci siamo capiti. Se prima era poco governabile ora siamo al ridicolo.

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