Wikileaks, chiacchiere e notizie

I documenti delle ambasciate Usa non sempre rivelano grandi segreti. il gelo calato nei rapporti con l'Italia.

29/11/2010
Julian Assange, fondatore di Wikileaks, con la sua scorta.
Julian Assange, fondatore di Wikileaks, con la sua scorta.

Tanto tuonò che piovve. Ma i termini usati per l'ultimo, clamoroso successo di Wikileaks e del suo fondatore, Julian Assange, cioè la messa in rete di 251 mila file riservati (ma solo in piccola parte segreti o segretissimi) delle ambasciate Usa, a cose fatte paiono un po' esagerati. Tempesta, bufera, tornado, si diceva. Si preannunciavano disastri. In qualche caso a ragione, nella maggior parte dei documenti a torto.

    Anche se si tratta di comunicazioni diplomatiche, nei documenti abbondano le chiacchiere e i pettegolezzi. Sarkozy presuntuoso e iracondo? Perché, qualcuno ha mai pensato il contrario? Karzai nevrotico e circondato da una parentela corrotta, Gheddafi vanitoso, ipocondriaco e circondato da donne procaci e gentili a pagamento? Davvero è una sorpresa? Silvio Berlusconi amante dei "party sfrenati"? Sai che novità.

     Nella massa, però, sono spuntate anche notizie interessanti che potrebbero avere ripercussioni concrete su questo o quel Paese. I molti Governi arabi (soprattutto quelli del Golfo) che hanno chiesto con insistenza agli Usa di bombardare l'Iran avrebbero di certo preferito che le loro richieste restassero riservate: gli ayatollah e il presidente Ahmadinejad non sembrano dotati di grande senso dell'umorismo. Allo stesso modo il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, non sarà stato contento di sapere che gli Usa lo spiavano, e il presidente Karzai avrà preso debita nota del disprezzo personale e politico che gli riserva il Governo Usa.

     Nella gara all'esagerazione si è distinto, come spesso gli accade, il nostro Governo. Che prima dell'uscita di Wikileaks ha parlato di "11 settembre della diplomazia" e, per bocca dei portavoce del partito di maggioranza, addirittura di "terrorismo", mentre dopo ha sostenuto di essersi fatto una bella risata. Resta il fatto che i documenti americani dimostrano che, a livello politico, tra Usa e Italia si è creato un distacco inedito e preoccupante per due Paesi tradizionalmente alleati.
 
     Bisogna tenere in conto il relativo disinteresse per l'Europa che l'amministrazione Obama, impegnata a contenere l'espansione della Cina, mostra non da oggi. Ma il giudizio sulla politica estera del Cavaliere ("sembra il portavoce di Putin") è aspro come non mai, e non può essere sottovalutato. L'Italia e il suo Governo hanno tutto il diritto di frequentare chiunque ritengano utile agli interessi del Paese e la Russia, per noi, vuol dire accordi sul gas e sul petrolio, oltre che commesse più che interessanti per grandi aziende come Eni, Enel, Finmeccanica e altre. Ma anche se le cose sono cambiate e nuove potenze sono alla ribalta, gli Usa restano gli Usa. Rompere con la Casa Bianca (fino a farsi disprezzare) per abbracciare il Cremlino è tuttora un'impresa piena di rischi. 

Fulvio Scaglione
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Postato da Chiara Borsato il 01/12/2010 00:16

Se queste sono le grandi rivelazioni fanno un pò ridere.Speriamo che le prossime puntate non siano peggiori .Purtroppo queste cose le sappiamo da tempo e il guaio è che molti italiani questi vizi li chiamano virtù.Spero tanto che siamo arrivati al fondo così da cominciare a risalire,anche se un mio amico sacerdote dice che dobbiamo ancora grattare il fondo.

Postato da Libero Leo il 30/11/2010 01:07

Fulvio Scaglione dimostra di essere un abile politico. Riesce ad apparire moderato ed imparziale per poi colpire il suo avversario con una stoccata finale decisiva: “Rompere con la Casa Bianca (fino a farsi disprezzare) per abbracciare il Cremlino è tuttora un'impresa piena di rischi.”. Sulla base di notizie non provate e che possono essere state manipolate, egli, senza alcuna verifica e conferma delle stesse, fa intendere ai suoi lettori che tutta la Casa Bianca disprezza il nostro capo del governo, dimenticando, molto opportunamente, di ricordare che recentemente Obama ha pubblicamente ringraziato il nostro capo del governo. D’altra parte, quando, a carico di persone appartenenti alla sua parte politica o contrarie ai suoi avversari, vi sono fatti ben provati con documenti e testimonianze di alto livello, ritarda, esita, tace o minimizza il più possibile. Certamente applica il doppiopesismo. Ma quale buon politico non lo applica al fine di convincere i suoi lettori? Complimenti al politico Fulvio Scaglione.

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