11/07/2010
La Spagna vince la finale mondiale del calcio e alla fine quasi tutti dicono che è giusto, ha vinto la squadra con il gioco più piacevole, evviva la Spagna. Avesse vinto l'Olanda, alla fine quasi tutti avrebbero detto che era giusto, aveva vinto la squadra col gioco più atletico. Il calcio è questa cosa qui, è un pongo che può prendere tutte le forme. E i suoi tifosi e i suoi esperti sono bambini.
Se si fosse andato nella finale ai rigori (questione di altri quattro minuti senza reti) sarebbe stato persino più bello, perché a quel punto quasi tutti sarebbero stati esentati anche da un embrione di ragionamento, avrebbero detto di lotteria: e cosa c'è al mondo di più affascinante e regolare e giusto di una lotteria? Facciamo gli spagnoli, è facile e bello. La Spagna ha vinto perché due anni fa è diventata campione d'Europa e ha insistito non solo su certi uomini, ma su un certo tipo di gioco “artistico”. La Spagna ha vinto nonostante che mai, prima di questa finale, il titolo fosse andato ad una squadra sconfitta nella partita d'avvio (dalla Svizzera, ricordate?).
La Spagna ha vinto nonostante che l'Olanda fosse reduce da un filotto di una trentina di partite vittoriose. La Spagna ha vinto per un bellissimo gol di un suo grande giocatore, Iniesta. La Spagna ha patito il gioco spesso falloso e quasi violento dell'Olanda, che in fondo se l'è cavata bene con un solo espulso. La Spagna ha vinto “ricambiando” all'Olanda il favore del gol sbagliato da Robben con i due gol sbagliati da Ramos e da Fabregas. Per quello che ha voluto dire la Spagna al calcio, era più la Spagna a mancare all'albo d'oro del Mondiale che la vittoria del Mondiale a mancare alla Spagna. Facciamo gli olandesi, adesso. E meno bello ma persino più interessante. L'Olanda ha perso per un gol segnato sullo sviluppo di una rimessa spagnola dal fondo, mentre invece doveva essere corner peri tulipani. L'Olanda doveva giocare con un uomo in più già nel primo tempo perchè pujol era da espellere. Non c'era fuorigioco nella posizione di Iniesta per il gol decisivo, ma forse c'era, millimetrico, nella fase immediatamente precedente dell'azione spagnola.
L'Olanda è una piccola nazione che al calcio ha dato molto quanto a bel calcio, e moltissimo ha dato, con i suoi assi, proprio al calcio di club spagnolo. L'Olanda mancava (e manca tuttora) al palmarès del Mondiale persino più della Spagna:perché era alla sua terza finale, non alla prima, e perché nelle prime due aveva dovuto giocare in casa dell'altra finalista, la Germania nel 1974 e addirittura, nel 1978, l'Argentina del dittatore Videla che aveva ordinato ai suoi sudditi, e non solo a loro, la vittoria dei suoi calciatori. Come si vede, si può andare su e giù per ragionamenti, considerazioni, supposizioni, cattiverie, persino statistiche. A proposito: prima volta che una squadra europea vince una finale non disputata in Europa. Ma questo lo si sapeva già dopo che Spagna e Olanda avevano conquistato la finale. Però adesso ripeterlo fa brodo, adesso tutto fa brodo.
Anche il polipo famoso fa brodo, in fondo, visto che ha pronosticato la Spagna e ora è maturo per la fine più gloriosa, in pentola, anche perché meglio di così non può fare. Non stiamo scherzando, assolutamente no. Il calcio è la follia più seria e coinvolgente che ci sia. Ogni partita cambia teoricamente di risultato, se la si esamina con questa lente qui e non con quella lente là. Alla fine tutti hanno ragione, soprattutto quelli che magari hanno torto. Quelli che avevano preannunciato la non resistibile ascesa dell'Africa, quelli che sapevano a priori che avrebbe vinto il Brasile, casomai l'Argentina, e che di tutto il loro Sudamerica si sono trovati in semifinale soltanto il derelitto trascuratissimo sfortunato Uruguay. Quelli che ad un certo punto avevano deciso che soltanto la Germania era una squadra vera, degna del pronostico pieno. E sicuramente, considerato il basso tasso tecnico del torneo, c'è chi dice che se Pepe avesse pareggiato in extremis con la Slovacchia, consentendo agli azzurri di andare avanti, avrebbe vinto, alla fine, l'Italia.
Per noi comunque ha vinto il Sudafrica: doveva essere, questo Mondiale, la sagra della criminalità, del terrorismo, della paura, e invece tutto è andato bene e si ricorda più un cretino invasore (uno “de noantri”, ci mancherebbe altro) che non qualche clamorosa illegalità. Per qualcuno ha vinto la tecnologia: nel senso che, per un pallone al di là della linea ed un fuorigioco non visto, finalmente la Fifa sembra convinta a fare spazio a qualche marchingegno che eviti errori clamorosi. Non sappiamo però come ci divertiremo dopo, a tecnologia presto o tardi imperante, quando ci verrà tolta ogni possibilità di palleggiare con i “se”. Ma questo è un discorso cosmico, non solo mondiale.
Gianpaolo Ormezzano