14/04/2013
L'esultanza di Alonso dopo la vittoria in Cina (Reuters).
Fernando Alonso ha portato la Ferrari ad uno dei più importanti successi nella storia della Formula 1: vincere e in modo insieme spavaldo e regolare il Gran Premio di Shangai significa ottenere una spinta pubblicitaria enorme nel più grande mercato del mondo, quello della Cina, mercato nascente anche ai consumi “ricchi”.
Il risvolto economico comunque non deve sovrapporsi a quello sportivo: è stata una grande gara, e i telespettatori (la diretta anche sulla Rai, dopo due gare tutte Sky) possono comodamente dividersi fra quelli che hanno capito tutto di gomme molli, dure, medie e chissà, e poi sorpassi, kers sì kers no, pit -stop, tattiche eccetera e si sono goduti l’alta inteligente sofisticazione di ogni mossa vincente e l’alto balordo mistero di qualche mossa perdente (il tutto con una escursione termica di 11 gradi fra partenza e arrivo), e fra quelli che non hanno capito niente di tutto questo ambararadam tecnologico e però si sono goduti battaglie al centimetro e ai 300 orari, soste con superacrobazie di meccanici per cambiare pneumatici e non solo (Massa record, appena 2 secondi e 4 decimi per operazioni che al signor Brambilla impongono mezza giornata senza auto).
E si sono goduti anche incidenti spettacolari ancorché non mai tragici, per fortuna: auto in pezzi, gomme staccate e lasciate sole a percorrere la pista, sorpassi ora euclidei per geometrie sicure ora picassiani per traiettorie follemente e bizzarramente audaci.
A due terzi circa dei sui 56 giri la corsa presentava cinque campioni del mondo, cioè tutta la aristocrazia iridata presente al via della stagione, ai primi cinque posti e in soli otto secondi. Alonso, Vettel, Raikkonen, Button e Hamilton. Alonso è stato sempre nelle prime posizioni, subito al via passando dal terzo posto al secondo, dietro a Hamilton che con la Mercedes poco attesa aveva conquistato la pole position. Al quarto giro lui e Massa, suo compagno in Ferrari, hanno superato insieme Hamilton: sontuoso e pazzesco. Poi Massa si è un poco “perduto”, ma alla fine eccolo sesto, niente male.
Intanto Alonso ha gestito tre soste al box con impeccabile senso della corsa,della tattica. Ha vinto benissimo, su Raikkonen che aveva vinto in Australia e su Hamilton, mentre Vettel, primo in Malesia beffando il compagno di scuderia Webber, ha perso il podio per un niente, precedendo comunque Button e Massa.
Ma il bello, il superbello tutto è che Alonso l’aveva detto, autopronosticandosi una bella gara, e pronosticando l’inizio, per la Ferrari, di una stagione finalmente grossa e grassa: questo anche se, secondo in Australia all’avvio della stagione, nella seconda prova iridata, Alonso era stato diciamo pure stupidamente messo fuori gara dopo pochi metri, per una collisione e poteva anche avvertire e patire la presenza beffarda del fato, ostile subito o quasi.
Alonso sentiva il momento giusto, sentiva il motore parlargli bene, pensava anzi sapeva domabili le gomme, anche se ogni tanto i pneumatici sembrano chewing gum per come si consumano, ogni tanto sembrano fatti di ferro e non di mescola specialissima per come rifiutano di adattarsi alla strada e di assecondare l’assetto dell’auto. Grande Alonso, davvero, al successo n. 31 della sua carriera, al successo n.10 su Ferrari, lui che non vinceva dal Gran Premio di Germania dello scorso anno. E tutto senza bisogno di nessuna bacchetta magica, e neppure di sfortuna altrui (casomai iellatisssimo è stato Webber, ma si tratta“soltanto” del numero2 della Red Bull di Vettel, si tratta di un vecchio australiano fermato nelle prove da una paradossale mancanza di benzina che però denuncia forse gli affanni di una scuderia nelle due ultime stagioni imbattibile).
In classifica mondiale, a sedici prove dalla fine, guida ancora con 52 punti Vettel, e guida ancora su Raikkonen (49) che si profila come il vero nuovo nemico dei sogni Ferrari. Alonso terzo ha 43 punti, raccolti in due sole gare finite. Domenica si corre in Bahrein, niente Rai che tornerà il 5 maggio in Spagna. La sensazione migliore per i ferraristi è quella di una frequentabilissima serenità totale, di una calma senza nessun cedimento all’entusiasmo facile, di una equazione semplice che tiene conto del lavoro fatto dai tecnici e del talento del pilota. Nessuna euforia, tanta soddisfazione di tipo molto logico. Nessun urlo, ma un gran bel discorrere di fiducia. E quanto vale in denaro per pubblicità una vittoria così a Shangai?
Gian Paolo Ormezzano