11/10/2011
Kobe Bryant, fuoriclasse del basket Usa.
Basket, campionato italiano, frammenti della giornata d'esordio. Torna il Gallo, al secolo Danilo Gallinari, e Milano surclassa Varese. A Bologna ancora aspettano Kobe Bryant, ma intanto si godono Homan, che stoppa Roma all'overtime. Questo, e poco altro.
L'estate è finita da un pezzo, con l'autunno è arrivato pure il campionato. Tra la bella stagione e quella delle foglie cadenti, il pieno di basket-follie. La Nazionale, innanzitutto. Individualità di spicco, scarso gioco d'assieme. Il risultato? Cocente delusione all'Europeo, mancata qualificazione olimpica. E poi, ancora settimane di polemiche, veleni, accuse, guerre striscianti. Tra cause (in senso di tribunali) e caos. Fino all'ultima idea brillante.
La Nba chiude le porte per un po'? Proviamo il gran colpo, portare Bryant, un mito a canestro, a Bologna. E via col tira e mollla. Qualche mese per lui, in quella che per anni è stata la capitale del basket italiano. Arriva o non arriva? Intanto, va in scena il varo del calendario. Con una postilla finale: se arriva il grande Kobe si cambia. Non arriva, però. Almeno non per un lungo periodo. E si prova l'alternativa: una partita "una tantum", Bryant con la maglia di Bologna (contro Treviso), per la modica cifra di un paio di milioni (sponsor da trovare in fretta, naturalmente).
Dino Meneghin, presidente della Federazione.
E io mi gioco la wild card
Nell'attesa (se
vana, si vedrà), scocca l'ora del campionato, il più folle da anni a
questa parte, figlio più che altro di carte bollate e pastrocchi vari.
La wild card, prima di tutto: un'invenzione tutta italiana, che
prevede come la penultima classificata in A1 possa decidere di
evitare la retrocessione ottenuta sul campo versando 500 mila euro alla
seconda classificata di LegaDue. Regolamento cervellotico, che non
poteva non creare problemi. Perchè accade che Teramo, metabolizzata la
retrocessione, decida di pagare la wild card (500mila euro che
dovranno finire nelle casse della Reyer Venezia, sconfitta nello
spareggio per l’A1), ma lo faccia in ritardo rispetto ai tempi stabiliti
dalla nuova norma. Così Venezia fa ricorso, la Corte Federale se la
prende comoda, se ne va quasi tutta l'estate tra i dubbi.
Poi, il verdetto,
pilatesco: Teramo ha sbagliato, ma può comunque iscriversi alla A1.
Ma Venezia non ci sta e si rivolge all’Alta Corte di Giustizia Sportiva
del Coni. Dopo 40 giorni, viene annullata la decisione della Corte
Federale, sancendo la validità del ricorso della Reyer, contro la
Federazione e nei confronti dello stesso Teramo Basket: iscrizione
diretta di Venezia nel massimo campionato italiano. Va a finire che in
A1 giocheranno sia Teramo che Venezia, il massimo campionato diventa a
17 squadre.
Che poi Dino
Meneghin, presidente federale, decida di non partecipare alla
presentazione del calendario, è una conseguenza del pasticcio:
Federazione e Lega non sono sintonizzate sulla stessa lunghezza d'onda.
Questa la storia di un'estate torrida.
Intanto, la A1 è è
partita, con altre novità. L'assenza di uno sponsor, come quella della
telecamere di Sky, che abbandona il basket italiano dopo 7 anni di
collaborazione. La pallacanestro resta in tv, comunque. Torna in chiaro
su RaiSport, La7 e una serie di emittenti private che proporranno tutte
le squadre di A in trasferta, digitale terrestre permettendo.
Ma i riflettori sono tutti puntato sul grande asso del canestro, Kobe Bryant, il numero 1
del basket Nba. Fallito un tentativo, s'è puntato su un altro (la presenza una tantum). Opzione di difficile attuazione. L'ultima puntata di una lunga telenovela cestistica. Male sul campo, pasticci fuori. Sperando che il campionato aiuti a dimenticare.
Ivo Romano