13/03/2012
Igor Budan del Palermo esulta con Andrea Mantovani durante la partita contro il Siena allo stadio Artemio Franchi (Ansa).
Palermo sogna un’atmosfera da mille e una notte. A distanza di oltre un millennio, una nuova dominazione araba potrebbe “colonizzare” la città, ma, in questo caso, soltanto dal punto di vista calcistico. Infatti, sceicchi e imprenditori sauditi sono intenzionati ad investire nella società guidata dal presidente friulano Maurizio Zamparini.
Nel giro di pochi anni, dunque, i “petrodollari” potrebbero condurre la squadra palermitana ai vertici del calcio nazionale e, perché no, anche europeo. D’altronde, i successi sportivi del Manchester City e del Paris St Germain, società in mano agli sceicchi, sono sotto gli occhi di tutti.
In Italia, invece, non esistono precedenti di “scalate arabe” nelle società calcistiche. E allora perché la scelta ricade su Palermo? Per comprendere meglio il contesto e le motivazioni, occorre un passo indietro, un tuffo nel glorioso passato multietnico della Sicilia.
Correva l’anno 827 dopo Cristo. Nel mese di giugno di più di mille anni fa, dopo precedenti tentativi andati a vuoto, una spedizione araba guidata dal giurista settantenne Asad sbarcò in Sicilia e, nel giro di alcuni anni, conquistò prima il capoluogo Palermo e poi le altre città. Gli Arabi garantirono alla Sicilia un periodo di splendore economico, sociale e culturale,favorirono l’integrazione tra mondi differenti, tutelarono la libertà di culto dei Cristiani e degli Ebrei.
Durante i due secoli della loro dominazione, tra l’altro, gli Arabi introdussero nell’Isola la poesia, la matematica e le scienze naturali; adornarono le già affascinanti città siciliani con splendidi monumenti; realizzarono importanti opere di canalizzazione contro il dissesto idrogeologico; insegnarono alle popolazioni locali la coltivazione degli agrumi e del riso.
Pertanto, i palermitani sono da sempre grati agli Arabi per fasti della loro epoca e, adesso, sognano ad occhi aperti per un futuro calcistico rosa, proprio come uno dei colori sociali della squadra, attualmente nelle zone nobili della classifica di serie A.
Di fronte a un piatto importato dagli Arabi in Sicilia, la famosa “cassata” di ricotta, si sono aperti scenari impensabili fino a qualche anno fa. Il presidente Maurizio Zamparini, infatti, prima della conferenza stampa di presentazione dei nuovi investitori interessati ad entrare in società, ha offerto loro la “cassata”, simbolo di amicizia tra i due popoli. Al tavolo, era presente Ahmed Al Zubeidi, fondatore della Hemaya Universal, prima azienda araba specializzata nella lotta contro la contraffazione e nella difesa del brand. Gli altri partecipanti erano Abdulrahman Owidan (un altro imprenditore saudita, titolare dell’Owidan Group) e Shabbir Vakil (titolare indiano del Al Vakil Group).
Zubeidi ha annunciato che al più presto presenterà il piano di investimenti nel Palermo calcio e il socio principale interessato all’operazione.
Il piano, a grandi linee già varato, prevede un primo investimento di circa 200 milioni di euro nel primo anno, per poi passare a una somma totale di circa 5 miliardi in cinque anni. I sauditi hanno anche indicato il primo obiettivo concreto: lo scudetto nel giro di tre anni. Il presidente continuerà ad essere Maurizio Zamparini, che dovrebbe confermare i giocatori più forti e rappresentativi (come il capitano Fabrizio Miccoli, idolo dei palermitani), puntellandoli con l’acquisto di nuovi giocatori, grazie agli investimenti sauditi.
Tra i progetti futuri, sarà costruito un nuovo stadio sul modello di Torino.
Nelle prossime settimane, dopo l’invito del Ministro del Petrolio iraniano, la squadra palermitana giocherà una partita amichevole a Teheran (anche per contribuire ad un clima di fratellanza e di pace tra Occidente e Iran, dopo gli inquietanti venti di guerra). In estate, invece, il Palermo potrebbe andare in ritiro a Dubai, come il Milan negli anni precedenti.
Pietro Scaglione