Caro Alex, non accetti quel cerino

Alex Schwazer ha deluso tutti, ma ha anche ammesso le proprie responsabilità. Ora che è rimasto solo dica quello che sa, squarci la foglia di fico che protegge il doping nello sport.

07/08/2012
Alex Schwazer durante la 50 km di marcia alle Olimpiadi di Pechino del 2008, dove vinse la medaglia d'oro (Ansa).
Alex Schwazer durante la 50 km di marcia alle Olimpiadi di Pechino del 2008, dove vinse la medaglia d'oro (Ansa).

Adesso Alex Schwazer è un uomo solo. A differenza della media non ha cercato scuse, non ha chiamato in causa improbabili bistecche dagli effetti dopanti, non è entrato nell'immenso girone di coloro che mettono le mani nella marmellata a loro insaputa. Ha detto sì, è vero, ho sbagliato. È un discorso da uomini, in un mondo, il nostro, pieno di quaquaraquà che ne fanno di ogni colore senza rendersene conto. Non servono esempi, li conosciamo, i più abitano piani più alti dello sport.


Però c'è di mezzo un problema più grande. È credibile che Alex Schwazer abbia fatto tutto da solo scambiandosi informazioni con corridori della domenica nei forum su Internet e acquistando prodotti da siti di chissà dove nel mondo, magari di quelli che promettono l'anonimato nel recapitare il prezioso, disonesto, pacchettino al riparo da occhi indiscreti? Possibile che un atleta di altissimo livello incappi in una ingenuità così grande? Che si bombi alla carlona come un amatore qualsiasi desideroso di stracciare il vicino di casa alla prossima strapaesana? 

La disperazione di Alex Schwazer dopo il terzo posto ai Mondiali di atletica di Osaka, in Giappone, nel settembre 2007 (Ansa).
La disperazione di Alex Schwazer dopo il terzo posto ai Mondiali di atletica di Osaka, in Giappone, nel settembre 2007 (Ansa).


A noi sembra quantomeno improbabile. Lo sport d'alto livello è una cosa seria e anche il doping a quel livello lo è. Lo sport d'alto livello chiede corpi che sono macchine perfette, non c'è spazio per esperimenti da dilettanti nei loro motori. La solitudine di Schwazer, che accetta di fare la figura del «cretino» (parola sua, testuale) in prima persona, è triste e ingiusta, serve a tenere ben saldo il paraocchi su coloro che stando intorno a lui, a vario titolo, non hanno visto, sentito, detto nulla. In tutta onestà facciamo una fatica nera a immaginarci un campione olimpico che si bomba di nascosto da tutti, senza che nessuno, vicino o lontano, abbia un dubbio sulla continuità delle sue prestazioni quotidiane, sui valori ematici che cambiano, sull'umore che magari non era quello di sempre. 

Alex Schwazer ha una possibilità di cambiare l'andazzo che abbandona i campioni caduti nelle maglie del doping con in mano il cerino. Vada da chi di dovere, racconti quello che sa dei meccanismi che nello sport favoriscono il doping, aiuti la Wada e la magistratura a fare pulizia, dica chiaro chi si presta a indicare la scorciatoia ai campioni in crisi, rompa il silenzio che da troppo tempo avvolge lo sport di vertice e che troppe volte somiglia all'omertà. Sarebbe un grande atto di coraggio e di onestà, un bel modo di tornare a guardare a testa alta lo specchio che ora ammette di temere.  Ci sono ragazzi che l'hanno ammirato e che ancora lo guardano, dia loro una buona ragione per ammirarlo ancora.

Elisa Chiari
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Postato da giogo il 09/08/2012 12:31

Ma qualcuno mi sa dire una cosa direi banale...ma i controlli vengono fatti a sorteggio o per tutti?? E sopratutto chi vince medaglie,oro,argento,bronzo viene sicuramente controllato?? Mi pare cosa assai sicura e di sicuro effetto controllare SEMPRE A FINE GARE i vincitore 1,2,3,perchè non si fa?? Saluti

Postato da Filippo1184 il 08/08/2012 11:35

Facile mettere alla gogna. Una cosa proprio italiana, quel cercare la pagliuzza nell'occhio degli altri. Come quando ho chiamato il 118 perché un barbone si era rotto la testa cadendo ubriaco una domenica mattina mentre ero in bici e nessuno passandoci davanti si è fermato. Magari le stesse persone si indignano per il doping. Magari si. Ma magari il caro Alex, che è solo all'inizio della fine della sua carriera , non ha retto la pressione. E' facile condannare ma chi è esnza peccato scagli la prima pietra. Ha sbagliato e verrà punito, ma dal CIO e dal GS Carabinieri. Pensiamo piuttosto a chi non viene beccato e tanto meno punito.

Postato da folgore il 07/08/2012 19:24

Dottoressa Chiari, massimo rispetto per l'atleta, ma ora non facciamone un martire, che non è esattamente il caso. Non facciamo la solita sceneggiata all'italiana per cui tutto finisce colla lacrimuccia e la colpa della società. Ha sbagliato, e ha detto di averlo fatto da solo, non facciamo il gioco al "ha una possibilità di cambiare l'andazzo che abbandona i campioni caduti nelle maglie del doping con in mano il cerino.". Altri hanno avuto controlli a raffica (un atleta s'è lamentato solo che in una settimana l'hanno controllato TRE VOLTE) e sempre era negativo. Chi è a quei vertici viene, giustamente, controllato. Lui era POSITIVO gli altri alle olimpiadi NEGATIVI. IL RESTO SONO CHIACCHIERE!

Postato da martinporres il 07/08/2012 14:55

Concordo con l'articolo. E' chiaro che Alex Schwazer non ha fatto tutto da solo ed è giusto che parli. Però spesse volte il silenzio ha un prezzo e chi accetta di tenere "il cerino in mano" può essere lautamente ricompensato.

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