10/06/2012
Maddalena Casella, maestra di Antonio Cassano alle elementari.
Il Campionato Europeo di calcio evoca in Antonio Cassano il ricordo di un passato ormai lontano. Oggi in campo per difendere i colori della Nazionale italiana, vent’anni fa tra i banchi di scuola, al primo piccolo traguardo della vita. Era il 1992 quando l’imberbe Fantantonio, cresciuto nei vicoli di Bari Vecchia a pane e pallone, frequentava la quinta elementare del Circolo Didattico “Niccolò Piccinni”. Occhietti vispi, faccino furbesco, capelli biondi con la frangetta e quel grembiulino nero che gli dava un aspetto serioso quasi a voler nascondere il suo carattere esuberante. Magari un po’ birichino, ma non certo impertinente, tanto da essere comunque promosso pur non avendo una media alta.
“Era un bambino vivace, intelligente, poco incline alle discipline di studio, ma con una grande, irrefrenabile passione per il calcio", ricorda l’insegnante Maddalena Casella, che teneva le lezioni insieme alle colleghe Annamaria Violante e Giovanna De Canio. "In classe si comportava bene e anche con noi maestre era leale. Aveva già allora le idee chiare su quello che avrebbe fatto da grande. Spesso ripeteva con la sua cadenza dialettale: “Un giorno giocherò nella Juventus”. Beh, non è arrivato alla Juve ma fa parte pur sempre di un grande club come il Milan, dopo essere stato perfino nel Real Madrid”.
La scuola “Piccinni” era, e lo è ancora oggi, un importante punto di riferimento del quartiere murattiano, al centro di Bari, poco distante dal borgo antico, dove i ragazzi da sempre giocano a pallone nelle viuzze e nel cortile del Castello Svevo. La signora Giovanna, madre di Antonio, preferì iscriverlo alla Piccinni perché molte famiglie mandavano i figli fuori dal quartiere per tenerli un po’ lontani dall’ambiente della città vecchia.
“Tra l’altro", aggiunge Maddalena Casella, "la mamma di Cassano faceva la bidella alla materna “Principessa di Piemonte”, proprio di fronte alla nostra scuola. Seguiva molto il figlio, ci teneva che frequentasse le lezioni con una certa assiduità. Il piccolo Antonio non stava mai fermo un attimo. Faceva continuamente palle di carta perché il suo chiodo fisso era quello di calciare. Comunque, noi riuscivamo a disciplinarlo. In questo è stata brava Annamaria Violante, la più esperta di noi tre: con la sua forte personalità sapeva tenere le redini di una classe non facile”.
Frammenti di un passato in cui il “talentino” di Bari Vecchia rincorreva il grande sogno di diventare calciatore, facendosi già notare per qualche stramberia. “Come quella volta in cui si presentò in classe indossando i regali in oro che aveva ricevuto il giorno della Prima Comunione", racconta sorridendo l’insegnante Casella: "Era orgoglioso di farsi vedere dai compagni con tutti quei gioielli luccicanti. Si portò dietro anche la "serra colla", un laccetto di oro massiccio che si usa molto dalle nostre parti. Ad un certo punto arrivò in classe la madre infuriata perché a casa non trovava più i gioielli. Lo rimproverò per la bravata. Ma non c’era alcuna cattiveria in lui. Anzi, Antonio era un generoso. Offriva le merendine a tutti i compagni. In questo era unico”.
All’età di dieci anni Cassano trascorreva giusto il tempo necessario a scuola. La sua vita era fatta soprattutto di pallone. “Basti pensare", fa notare l’insegnante, "che nel salone di casa sua tolsero i mobili, mentre i muri furono coperti con della spugna in modo che lui potesse calciare liberamente. Mi devo allenare, ripeteva, devo tirare i rigori. E a furia di dare calci alla palla è poi riuscito a coronare il suo sogno".
“Le sue qualità sportive non sono mai state in discussione. Forse si è lasciato andare a qualche bizza di troppo ma fa parte del carattere. E’ comunque un campione del nostro calcio e lo dimostra la convocazione di Prandelli in Nazionale. E’ un vanto per Bari, credo per tutta la Puglia. Molti ragazzi della nostra città, soprattutto quelli che giocano a calcio per strada, lo considerano un idolo e vorrebbero imitarlo. Vedo tanti bambini che indossano la maglia con la scritta Cassano. Mi piace anche rimarcare la sua voglia di condividere con la famiglia le gioie, tutto quello che ha conquistato. Ho avuto in classe la cuginetta, Marika Manzari, che mi raccontava di aver trascorso due settimane di vacanze nella villa sull’Aurelia quando lui giocava nella Roma. A turno ospitava i suoi parenti. Il suo animo è buono”.
Maddalena Casella dopo tanto tempo ha incontrato Antonio Cassano di persona un paio di anni fa quando la Sampdoria, di cui faceva parte, giocò a Bari. “Una serata emozionante. Mi salutò affettuosamente, mi diede persino un bacio. Rimasi sorpresa dalla sua serenità e da come si esprimeva, senza alcuna cadenza dialettale. Trovai Antonio molto più maturo. Un ragazzo che, nonostante l’infanzia particolare, non si è perso per strada e ha conquistato meritatamente un posto nel calcio che conta. E’ un calciatore pulito e genuino, niente a che vedere con quanto sta purtroppo succedendo nel nostro calcio avvelenato dalla combine e dalle scommesse truffaldine”.
Un altro giorno indimenticabile fu la prima partita di Cassano con la maglia dell’Italia e con la fascia di capitano nel suo stadio, il “San Nicola” di Bari, il 10agosto scorso in occasione dell’amichevole con la Spagna. Maddalena Casella era sugli spalti con altre insegnanti e una cinquantina di scolari a fare il tifo per il suo ex alunno. Poi, il momento che mai nessuno avrebbe voluto vivere.“Quando Antonio si sentì male dopo la partita con la Roma, siamo rimaste tutte dispiaciute. Eravamo anche preoccupate che potesse addirittura smettere di giocare. Per fortuna, l’intervento al cuore è perfettamente riuscito. Abbiamo tirato un sospiro disollievo e siamo state felicissime di rivederlo in campo dopo cinque mesi dall’operazione. Io spero che la sua carriera duri il più a lungo possibile”.
Antonio Cassano è ora atteso dalla sua nuova avventura in maglia azzurra a Euro 2012. Maddalena Casella veste per un attimo i panni della maestra di un tempo e dispensa consigli: “Gli direi di essere soprattutto corretto, che il calcio è uno sport basato anche sulla lealtà e sulla disciplina. Lui è sempre stato inappuntabile e deve continuare su questa strada, al contrario di quei calciatori che con un comportamento discutibile hanno tradito i propri tifosi. Bari e l’Italia intera hanno piena fiducia in Antonio Cassano. Mi auguro che in questi Europei torni a brillare la sua stella e che possa regalarci qualcheprodezza, alcune geniali intuizioni e dei gol decisivi. E’ l’immagine più bella che mi viene in mente quando lo rivedo bambino sui banchi di scuola”.
Nicola Lavacca