30/06/2012
Cesare Prandelli con Mario Balotelli (foto del servizio: Reuters).
Credo siano stati Fruttero e Lucentini, cioè due grandi e
disincantati osservatori del genere umano, a dire che "dopo i
quarant'anni ognuno ha la faccia che si merita". Ci fa quindi piacere (e forse farà piacere anche a lui) poter dire che Cesare Prandelli, che il 19 agosto di anni ne farà 55, ha la faccia che tutti, ma proprio tutti, dalla casalinga al manager, definirebbero della "brava persona".
Sì, è vero, in Italia di solito non è un gran complimento. Anzi, suona spesso come una velata critica. Ma Prandelli ha indubitabilmente quella faccia lì, quella faccia un po' così, la faccia di uno che conosce bene il meccanismo e intanto evita con eleganza e senza supponenza di prendersi addosso gli schizzi d'olio. Chi avrebbe potuto accennare alla rinuncia agli Europei causa calcioscommesse senza essere sbranato, se non uno con quella faccia lì?
Prandelli ha stile, è compassato, non alza la voce in pubblico, non dice cose retoriche, fa scelte complicate senza menarla tanto. Prandelli ha rinunciato a grossi ingaggi per star vicino alla moglie malata. Prandelli sta bene con tutti, dal vecchio tanguero (con l'accento sulla "e", cioè ballerino di tango) del centrocampo Pirlo agli apprendisti Ogbonna, Borini e Giaccherini.
Prandelli, però, ha un'altra qualità. E' un italiano senza pregiudizi, uno con la faccia da brava persona che non diffida di chi la faccia ce l'ha da bullo. Perché questa Nazionale, comunque finisca l'Europeo, sarà la squadra delle due facce da teppa Cassano e Balotelli messe in riga, sportivamente parlando, da un allenatore con la faccia da brava persona. Che a pensarci bene, è giusto quel che succede ogni giorno in qualunque oratorio. E' la storia più italiana che c'è.
Fulvio Scaglione