31/03/2012
Nel grafico i confronti tra Juventus e Napoli (Ansa Centimetri).
Il 20 maggio è in programma a Roma la finale di Coppa Italia, fra la Juventus e il Napoli che in semifinale hanno eliminato rispettivamente il Milan e il Siena. Si conta molto sulla qualità della sfida, sulla “fame” di trofei che i due club hanno, oltre si capisce che su un grande finale di campionato, con la Juventus in corsa per lo scudetto contro il Milan e con il Napoli teso al terzo posto che significherebbe la partecipazione nella prossima stagione alla Champions League, il che vuol subito dire una trentina di milioni di euro come gettone di presenza. Da notare infine che il calendario oppone la Juventus al Napoli già domenica a Torino, in campionato…
Due parole ancora sulla Coppa Italia, prima di passare ad un tema più “duro”. Il trofeo interessa in Italia soltanto nelle strette finali, quando finalmente ci sono eliminazioni di squadre grosse e il pubblico si appassiona (di solito a un punto della stagione in cui il campionato ha già detto molto). In Inghilterra la regina assiste alla partitissima che ha lo stesso valore di uno spareggio per il titolo. In Spagna idem, c’è il re, altissimo è l’interesse specialmente se la sfida finale è fra Barcellona e Real Madrid, insomma è una replica del ”clasico” di campionato.
Maurizio Beretta, presidente della Lega Calcio (Ansa).
In Francia la coppa, aperta anche a squadre di dilettanti, spesso vale
più del campionato quanto ad attenzione popolare: e nel 2000 quasi tutto
il paese tifò per il Calais, club amatoriale con lavoratori e studenti
in squadra, che giunse alla finale parigina contro il Nantes, dopo avere
eliminato le “grandi”, perdendo 1 a 0 soltanto in extremis e per un gol
discusso (Osvaldo Guerrieri ne ha fatto una bella commedia,
rappresentata anche a Parigi: “Allez Calais” il titolo). Da noi si spera
che all’Olimpico il 20 maggio ci sia anche, a dare lustro speciale alla
sfida, il presidente Napolitano, che magari tiferà più Napoli che
Juventus. Lo stadio romano sarà probabilmente riempito, Napoli è vicina a
Roma, Torino ma soprattutto l’Italia bianconera saranno in
mobilitazione piena per il ritorno della Signora ai vertici del calcio.
Ci sono state grosse avvisaglie di un conflitto Coni-Lega Calcio, a
proposito della disponibilità dell’Olimpico: il Coni, proprietario
dell’impianto, deplora che la Lega (dove continua la presidenza-fantasma
di Beretta, dimissionario solo a parole ancorché adesso abbia un altro
lavoro), tenda a svincolarsi sempre più da ogni autorità sportiva
istituzionale, bypassando la Federcalcio e dandosi alla gestione diretta
condotta dai club più grossi, che vogliono trasformarla in un comitato
d’affari. E così ha detto no allo stadio, mai richiestogli ufficialmente
dalla Lega, “usando” anche il supporto di fondati timori riguardanti
l’ordine pubblico: non per il conflitto tra la tifoseria napoletana e
quella torinese, ma tra la tifoseria napoletana e quella romana e
laziale. Poi Beretta ha chiesto formalmente l’impianto, la prefettura ha
detto sì, anche il Coni ha detto sì.
Massimo Moratti, presidente dell'Inter, e Adriano Galliani, presidente del Milan.
Ma il problema era ed è un altro. Il Coni in sostanza ha “usato” lo
stadio suo per far sapere che non gradisce l’atteggiamento della Lega
verso la Nazionale azzurra. Spieghiamo: l’8 giugno comincerà, in Polonia
e Ucraina, il campionato europeo, che si concluderà il 1° luglio.
L’Italia è qualificata, gli azzurri di Cesare Prandelli hanno svolto
bene il compito. Ma sul piano della preparazione necessaria per lunghi e
grandi confronti ci creano apprensioni i soli diciassette giorni senza
calcio fra la Coppa Italia e il via all’Europeo, come anche i
ventiquattro tra l’ultima giornata di campionato (13 maggio) e
l’Europeo.
Dopo la finale di Roma ci saranno almeno un paio di giorni di vacanza
per gli attori: e così, considerando le necessità di ambientazione
nell’Esteuropa, con spostamento “precoce” in loco, si può parlare al
massimo di una settimana di raduno azzurro chez nous. Da ricordare poi
che la Juventus, che “finisce” il 20 maggio, fornisce il maggior numero
di azzurri al citì. Prandelli ha chiesto ai club almeno di concedergli
giocatori per stages separati in aprile e inizio di maggio, raduni anche
di un solo giorno, preparazione smozzicata ma pazienza: i difensori, i
centrocampisti, gli attaccanti… Rifiuto netto da parte della Lega dei
club.
Da sinistra: Franz Koch, amministratore delegato dell'azienda Puma, Gianluigi Buffon, e il difensore Christian Maggio (Ansa).
La Nazionale canta già “Fratelli d’Italia”, grande esempio per il Paese,
e cosa si pretende di più? C’è tensione, Prandelli vuole sempre
portare avanti un discorso etico, e i club non hanno gli strumenti,
culturali oltre che morali, per seguirlo. E hanno anzi interessi
contrari. Il denaro comanda, il denaro impone al club di usare molto i
giocatori, per produrre altro denaro. La Nazionale è spesso scomoda,
allontana un atleta dai compagni abituali, se giovane gli mette in testa
brutti pensieri di orgoglio, di affermazione di nuovi diritti.
La Nazionale può essere occasione di incidenti, la Nazionale stanca,
toglie giorni al riposo, il prossimo campionato comincerà già il 26
agosto e prima del via si dovranno disputare partite amichevoli, tante
perché tanto utili per fare cassa. E si pensa anche a tournées
postcampionato, senza azzurri ma con tutti gli altri. Prandelli
scoccia, insomma, con le sue richieste. E lui, che sa di scocciare, e sa
che il Coni è con lo sport azzurro quindi con lui, potrebbe anche
essere tentato, in caso magari di insuccesso europeo ovviamente
scaricato dai club addosso a lui, di cedere a sirene di club. E’ un
argomento delicato, ma intanto il confronto è quasi brutale. Voi per chi
tifate?
Gian Paolo Ormezzano