10/06/2012
De Rossi, Buffon, Chiellini e Di Natale soddisfatti dopo il pareggio con la Spagna (foto Reuters).
Difficile capire se
la Nazionale di Prandelli al suo avvio europeo ha perso, pareggiando 1 a 1
contro la Spagna favoritissima, una grande occasione, se ha colto una occasione
straordinaria, se ha giocato molto bene, se ha giocato appena decorosamente, se
ha addirittura pareggiato contro la Spagna campione continentale e mondiale
uscente, se ha appena pareggiato contro la Spagna all’occaso quanto a uomini
“arrivati” e a idee di gioco imitate e
consumate.
La risposta forse non sta nell’Italia, che ha fatto il suo
massimo se si tiene conto di tutte le
difficoltà mica solamente calcistiche in senso stretto che ha dovuto
affrontare. La risposta sta nella Spagna che produce troppo gioco e troppa poca
pericolosità, che non ha davanti un finalizzatore cinico o uno sfondatore tipo
ariete, e che soltanto nel finale ha messo al centro dell’attacco un atleta di
stazza, Torres, non rischiando ancora Llorente gigante inesperto di grandi
vetrine.
La Spagna giocherà il14 contro l’Irlanda sconfitta ieri da quella Croazia che poche ore prima avrà, in quello stesso giorno,
testato l’Italia. Il nostro
raggruppamento ci offre adesso la possibilità di arrivare almeno al secondo
posto superando appunto i croati. La partita ritenuta per noi basilare nel
torneo, quella appunto contro la Spagna, di colpo è diventata test (superato)
puro e semplice”di passaggio”, “di collaudo”. Conta la Croazia, adesso, e magari c’è chi pensa che pareggiarla non
sarebbe un brutto affare, gettando poi tutto, anima e cuore e muscoli e polmoni
e cervello e stellone nell’ultimo match della prima fase, quello del 18 contro
l’Irlanda.
Prandelli con Mario Balotelli, solita incognita della Nazionale (foto Ansa).
Sono cose del calcio, stranezze del calcio, così bello quando è bello, così matto quando è matto, così bello quando è matto. Prendiamo questo Italia-Spagna. Se si vuole, Prandelli ha fallito i suoi esperimenti più o meno coatti. L’attacco senza punta pura, senza sfondatore classico, l’attacco insomma di Cassano e Balotelli, ha fallito. Messo dentro Di Natale al posto di Balotelli subito irritante e spento, ecco il suo gol, ecco il sogno nostro massimo, ecco soprattutto la vivacità, la reattività, superstiti anche al quasi immediato pareggio spagnolo.
Sconfitto nel particolare dell’attacco, nell’insieme del match alla fine Prandelli ha avuto ragione, con il suo “ottimismo nonostante”. La difesa che preoccupava ha tenuto bene di fronte al superattaccare, con mosse e anche mossette, della Spagna.Come occasioni mancate, come episodi favorevoli siamo alla pari con gli spagnoli, e questo è sconvolgente se si pensa ai valori che si credevano marmorizzati. Senza bisogno nostro di nessuna prodezza particolare, di nessun eroe di giornata. Senza speciali recriminazioni e senza un arbitraggio irritante o imbarazzante. Una partita normalissima, dunque il massimo considerando l’anormalità complessiva della nostra situazione, in termini assoluti e in termini relativi al divenire del torneo europeo.
Non abbiamo fatto niente di troppo speciale, nel bene o nel male, e reperire e frequentare questa normalità era il difficile. Una partita con le tensioni logiche di un grande torneo, non anche quelle speciali tutte nostre. Un buon onesto gioco di passaggi e schemi, nessun nervosismo, nessun senso di ultima spiaggia. Non dobbiamo aprire nessun processo, non dobbiamo frenare nessun ottimismo di circostanza, da scampato pericolo, eccessivo e quindi folle. Ben altri sono i problemi della titolatissima Spagna, a questo punto. Incrementati se si vuole dal fatto che l’Italia non è stata una brutta bella bestia capace di miracoli assortiti, è stata semplicemente una buona squadra, non mai squadrone e non mai squadretta.
Magari il passaggio ai quarti, nel nostro gruppo, sarà deciso, se direttamente o indirettamente proprio non sappiamo, se da protagoniste o comprimarie idem, proprio da Croazia e (meno) Irlanda. Intanto le due presunte outsiders si sono affrontate, ha vinto (3 a 1) la Croazia intanto che l’Irlanda di Trapattoni tanto per stare in allenamento lamenta la solita ingiustizia arbitrale (secondo gol creato in fuorigioco). A proposito: come raramente accade all’Italia del pallone, stavolta non abbiamo niente da dire contro l’arbitro, un ungherese che, ammonendoci presto Balotelli, forse ha fatto un favore a lui, a noi, a Prandelli.
Gian Paolo Ormezzano