18/10/2012
Simone Farina al ritiro dell'Italia la scorsa estate (Ansa).
Simone Farina, il calciatore del Gubbio che ha rinunciato a 200.000 euro e denunciato la combine delle scommesse va all’Aston Villa, come community coach, qualcosa che potremmo tradurre come allenatore civico: va insegnare il rispetto delle regole del gioco ai futuri campioni del calcio inglese. Una bella notizia il fatto che chiamino un italiano: segno che gli italiani non sono tutti disonesti come dicono e che almeno uno porti per il mondo la faccia degli italiani onesti aiuta.
La cattiva notizia è che lo assuma una squadra straniera, di un Paese, la Gran Bretagna, che il senso delle regole ce l’ha già dentro. Dà da pensare, invece, e sono cattivi pensieri, il fatto che il calcio italiano, dopo aver trovato il modo di lasciare a piedi Farina come calciatore, ritenga di poter fare serenamente a meno di lui come cittadino che ha mostrato senso civico e rigore morale.
Evidentemente nessuna grande squadra italiana ha sentito l’esigenza di far tesoro, almeno in prospettiva, del suo esempio. In un Paese in cui un Parlamento non prova il minimo imbarazzo a farsi porre il voto di fiducia su una legge anticorruzione, che è come dire “se non ci costringete non la votiamo” non è che ci si possa meravigliare. Ma dover constatare che alla fuga dei cervelli segue la fuga schiene dritte non si può dire che ci faccia onore.
Elisa Chiari