29/03/2011
Una partita tra ragazzi in India.
In India la chiamano la “febbre
del cricket”. Piu' che una passione sportiva e' una malattia
nazionale, un'epidemia. Non c'e' cortile, ne' vicolo, ne' spiazzo
per quanto polveroso e desolato, senza qualche ragazzino intento a emulare le
gesta del suo campione preferito. Due mattoni a segnare le basi, un bastone al
posto della mazza e, per palla, un groviglio di stracci. E' tutto quello che
serve per far partire l'immaginazione e trasformare lo squallido scenario
quotidiano in uno stadio illuminato dai riflettori e gremito di tifosi.
E la
febbre raggiunge il delirio ogni quattro anni, cadenza con cui la Coppa
Mondiale di Cricket diventa il terzo evento sportivo piu' seguito al mondo.
Quando gioca la nazionale, il consueto e infernale frastuono delle metropoli
indiane cessa come per incanto. Una tregua che dura quasi tre ore, il tempo
della partita, il silenzio interrotto solo dal boato dei tifosi che esultano
alle palle vincenti. E che esplode insieme ai fuochi d'artificio in caso di vittoria.
L'esultanza dei giocatori del Pakistan.
Il miracolo contro l'Australia
Come giovedi' scorso, quando e' avvenuto il miracolo: nei quarti di
finale,
l'India ha battuto l'Australia, grande favorita e vincitrice della Coppa
per
ben quattro volte. Nulla ha potuto la forma fisica ne' l'aggressivita'
agonistica degli ex-campioni del mondo contro l'appassionata
determinazione dei
battitori indiani, che hanno squalificato gli avversari con ben 4 wicket
di
anticipo. Dall'Himalaya a Kanyakumari 3500 chilometri di gioia, per un
sogno
che ora potrebbe trasformarsi in realta': conquistare la Coppa del Mondo
dopo
28 anni.
Domani, per le semi-finali, l'India incontrera' il Pakistan, rivale
sul campo di gioco e storico nemico di frontiera. La squadra vincente si
contendera' il trofeo sabato prossimo con la finalista tra Nuova Zelanda
e Sri
Lanka. E' la prima volta nella storia del cricket che le semi-finali
vedono ben
tre squadre del subcontinente coinvolte. Ma e' sull'incontro
indo-pakistano che
sono puntati tutti i riflettori non solo sportivi, ma anche politici. Il
Primo
Ministro indiano Manmohan Singh infatti non si e' lasciato sfuggire
l'occasione
di usare questo evento sportivo come arma diplomatica, e ha prontamente
invitato il presidente pakistano Zardari e il primo ministro Gilani ad
assistere al match dal suo palco d'onore
presso lo Stadio di Mohali, in Punjab, dove si disputera' l'attesissima
gara. E l'invito e' stato accettato.
Anni di gelo
Riuscira' lo sport a sciogliere anni di
gelo, diventato ghiaccio dopo l'attentato terroristico di Mumbai del
2008?
Certo, una partita non puo' fare miracoli, e molto dipendera' dal
risultato. Ma
non e' la prima volta che la diplomazia, in India, prova la strada del
cricket,
anche se non sempre con risultati positivi. Nel 1987, durante una
partita
tra le due squadre, a cui assistevano l'allora presidente pakistano
Zia-ul-Haq
e il primo Ministro indiano Rajiv Gandhi, la partita fini' tra
contestazioni e
polemiche che inasprirono le tensioni gia' esistenti.
Nel 2005, Singh ci
riprovo' con Musharraf, senza tuttavia ottenere nient'altro che la
vittoria del
Pakistan sul campo da gioco. Ma la speranza e' l'ultima a morire, tanto
nello
sport, quanto nella diplomazia.
Marta Franceschini