Belinelli, un cecchino a Chicago

Ambizioni di vittoria per Marco Belinelli, approdato al basket dei Chicago Bulls. All'ombra di un certo Michael Jordan...

01/04/2013
Marco Belinelli in azione con i Chicago Bulls (Reuters).
Marco Belinelli in azione con i Chicago Bulls (Reuters).

Già sei anni in Nba. Non un record assoluto per un italiano, comunque una lunga e brillante parentesi di carriera. Ingoiando qualche boccone amaro, ritrovandosi a suon di canestri vincenti. Marco Belinelli e i Chicago Bulls, il suo ultimo amore a stelle e strisce (dopo Golden State Warriors, Toronto Raptors e New Orleans Hornets): la squadra giusta per salire in cattedra sui parquet americani e sognare il grande trionfo finale. Intanto, si sta regalando una buona stagione, impreziosita da alcune prestazioni da sballo.

- Belinelli, come si sta a Chicago?

"A parte il gran freddo, si sta davvero bene".

- Nel basket, soprattutto?

"Era quello che intendevo. Grande società, eccezionale organizzazione, ottimo coach e staff, fantastici compagni. C’è tutto per arrivare in alto".

- E poi, è l’ex squadra di un certo Michael Jordan: sensazioni?

"Sapere di giocare dove lo ha fatto un fuoriclasse come lui in passato riempie di orgoglio e dà la carica per andare sempre al massimo. Del resto, qui si respira aria di storia del basket, quella fatta da Jordan e dai Bulls".
 
- Altro ambiente, rispetto a New Orleans?

"Naturalmente, s’è trattato di un importante salto di qualità, sotto tutti i punti di vista: squadre con differenti obiettivi e organizzazione. Ma non dimentico la parentesi di New Orleans: mi sono sentito a casa, ho avuto la fiducia di tutti".

- Dimenticati alcuni problemi del passato?

"Sì, assolutamente. E poi, si sa, nello sport è così che vanno le cose: e quando non vanno per il verso giusto bisogna anche saper accettare le critiche, dando il massimo per far ricredere chi le aveva avanzate".

- Nei momenti difficili le è mai venuta voglia di tornare a casa?

"Non scherziamo: l’Nba è il sogno di qualunque giocatore di basket, figurarsi se si può avere voglia di cambiare aria".

- Belinelli è sempre stato considerato un acquisto da Nba per il tiro da tre: ora ha fatto passi in avanti, vero?

"Era e resta la mia aspirazione. Non mi piace essere considerato solo un tiratore, uno specialista del tiro dalla distanza, ma voglio essere un giocatore quanto più completo è possibile. Certi risultati si ottengono solo con il lavoro, non conosco altri metodi: è quello che sto facendo per progredire, in attacco ma soprattutto in difesa".

- Cosa si aspetta dal futuro in Nba?

"Continuare a crescere sotto il profilo personale, innanzitutto".

- E poi?

"Sono nella squadra giusta per vincere qualcosa di importante: quindi…".

- Come vede i suoi colleghi italiani d’America? Gallinari?

"E’ cresciuto tanto, fino a diventare un vero leader. Del resto, non lo scopro io quanto sia forte Danilo".

- E Bargnani?

"Con Andrea abbiamo giocato insieme, durante la mia stagione a Toronto: è lì da tempo, magari potrebbe fare anche un’esperienza altrove".

- La Nazionale azzurra ha ripreso a vincere: sensazioni per il prossimo Europeo?

"E’ stato fatto un gran lavoro la scorsa estate: bisogna ricominciare da lì, senza porsi obiettivi".

 

Ivo Romano
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