08/06/2012
Astori, Di Natale, Ballottelli, Giovinco e Cassano in allenamento (foto Reuters).
Ci sono due
grandi temi ai quali intitolare in assoluto, a priori si capisce, il campionato
europeo di calcio che si svolge in Polonia ed Ucraina dall’8 giugno (Varsavia) al
1° luglio (Kiev).
Il primo tema è etico, il secondo è tecnico. Il primo
riguarda la moralità del calcio e la sua capacità di essere sport nel senso
pieno, e come tale di bypassare anche le perplessità di natura giudiziaria e le
istanze politiche (lo scandalo delle scommesse, italiano ma non solo, e quello
della ex leader ucraina incarcerata dai suoi nemici politici, e si capisce – ci
sono i maledetti prodromi - quello dei razzisti esteuropei contro i neri di
Olanda, Inghilterra, magari Italia, persino Repubblica Ceka…).
Il secondo
riguarda il tipo di gioco che verrà svolto e che soprattutto verrà premiato dai
risultati.
Il primo tema è intitolabile all’Italia, il
secondo alla Spagna: per comodità ma anche per validità contingente dell’intestazione.
L’Italia è la sperimentatrice più coinvolta, peggio coinvolta nel nuovo
criminoso corso internazionale on line delle scommesse, con la partecipazione
di giocatori intesi come scommettitori ma in qualche caso anche come calciatori:
da come l’Italia reagirà in campo, con la sua Nazionale visitata continuamente
da accuse e sospetti dalle indiscrezioni ed anche dalle notizie esplicite e
brutte che piovono ogni giorno, l’ultima addirittura sul “sacro” derby
Sampdoria-Genoa oggetto di manipolazioni, si potranno dedurre interessanti considerazioni
sullo stato dell’etica nello sport più popolare.
La Spagna, che ha vinto l’ultimo Mondiale due anni
fa e l’ultimo Europeo quattro anni fa, dovrà decidere, e sulla sua pelle, se
insistere sul gioco tipo Barcellona, mille passaggi e nessuna punta vera,
nessun ariete di sfondamento (e questo senza un Messi, l’argentino che nel club
catalano esalta con la sua classe qualsiasi formula), o se affidarsi a un nuovo
Llorente, Fernando, 1,95 centimetri per 90 chili, l’attaccante dell’Atletico
Bilbao, 27 anni e a quanto pare meglio di Fernando Torres eterno bambinone inespresso
e comunque confermato anche contro l’Italia.
Italia e Spagna si affrontano a Danzica, Polonia, oggi 10 giugno, nella terza
giornata del torneo che si è iniziato a Varsavia con la Polonia opposta alla Grecia,
il Paese della grande crisi economica: è finita 1a 1, la Grecia ha fallito il
penalty decisivo, facile e inevitabile la battuta del rigore che non si addice agli
ellenici). Poi Russia facile sui ceki, 4 a 1. Per il il secondo giorno il
tabellone proponeva già Germania-Portogallo, cioè Germania vs Cristano Ronaldo:
ha vinto a fatica (1 a 0, gol di Gomez dal cognome iberico) la squadra tedesca,
col suo calcio in sicura progressione, un calcio-diesel. Ma prima c’era stata
la sorpresa: Danimarca-Olanda 1 a 0 e con merito, al di là anche di un rigore
negato agli “oranje” nel finale.
La Spagna, primo ostico avversario (Ansa).
Nel terzo giorno, subito dopo Italia e Spagna scendono in campo stasera Croazia e Irlanda (l’Irlanda di Trapattoni, simpatica e atleticissima monella), le altre due squadre del girone all’italiana di sola andata dove dobbiamo arrivare almeno secondi per accedere agli ottavi di finale con eliminazione diretta (primi o secondi in fondo non interessa troppo, visto che poi probabilmente ci toccherebbe l’Inghilterra o la Francia, di eguale osticità).
Cesare Prandelli, citì azzurro, ha lasciato a casa tutti i nostri attaccanti puri, le nostre punte di ruolo: Matri, Quagliarella, Borriello, Pazzini, Gilardino...
Barcelloneggiando (anche se nel Barcellona non c’è più, per “consumazione” del rapporto, Guardiola, il tecnico artefice del gioco nuovo e vincente dei catalani), Prandelli punta, per un gioco di attacco manovriero e non sfondatore, su Pirlo il grande che ispira Balotelli e Cassano, sin troppo artisti, condizionati il primo dal carattere, il secondo pure, ma in più condizionato dal cuore inteso come muscolo cardiaco, per un attacco di manovra.
Ma intanto deve pensare ai guai della difesa.
Con Criscito non portato all’Europeo perché indagato (e polemico), con Bonucci in bilico per le stesse ragioni, con Barzagli e Chiellini reduci da freschi infortuni, con Buffon magari turbato dalle sue stesse improvvide uscite (e non parliamo di uscite fuori porta), i problemi sono pessimi e abbondanti. Forse finirà per avere un ruolo grosso Ogbonna, direttamente dalla B del Torino alla Nazionale, sicuramente ce l’ha già De Rossi, spostato a centrale per dare al reparto difensivo classe ed esperienza.
Prandelli ci ha offerto sin qui una Nazionale seria, etica, attenta ai problemi di moralità relativi ed assoluti, degnissima insomma di simpatia ed appoggio. Ma ci ha anche ammollato una Nazionale difficile da capire, sconfitta (Uruguay, Usa e Russia, pesantemente Russia) tre volte nelle ultime tre partite amichevoli.
Dai club ha avuto a disposizione i suoi uomini per poco tempo, e li ha avuti turbati. Non è civile pensare che i nostri diano il meglio solo se nella procella, e dunque ci permettiamo il lusso, se si vuole etico anch’esso, del pessimismo: nonostante i precedenti nostri due successi mondiali, quello del 1982 con il lungo provvido silenzio stampa, quello del 2006 con la reazione positiva a Calciopoli.
Varsavia invasa dai tifosi (Ansa).
Quanto al resto del tabellone a 16 squadre (fra quattro anni in Francia saranno 24), ci chiediamo come almeno una delle due nazioni ospitanti possa essere superstite alla prima fase. La Polonia comunque sta meglio, nel senso di meno peggio, dell’Ucraina. Ha nel suo girone Grecia, Russia e Repubblica Ceka, qualche speranzucola è ancora lecita, e nel match di apertura la Grecia sciupona le ha dato una mano, anzi un piede fasullo (rigore parato cioè sbagliato), per il pari. La Russia, strapazzando (già detto, 4 a 1) la Repubblica Ceka sempre nella giornata d’avvio del torneo, si è confermata forte in assoluto e ricca di forma contingente.
Sulla carta Il girone più duro è stato subito proclamato quello con Germania, Olanda, Portogallo e Danimarca. Il successo dei danesi sugli olandesi manda adesso avanti la squadra che era ritenuta cenerentola. Alla fine della prima fase si dirà magari che tutte quattro meritavano gli ottavi, lo sport è crudele e talora ingiusto. L’Ucraina, la co-padrona di casa che deve ancora cominciare il torneo, ha nel suo raggruppamento Francia, Inghilterra e Svezia, troppa roba forte.
Infortuni vari hanno falcidiato un po’ tutte le rappresentative, che pagano le fatiche dei loro uomini nel campionati di club e nelle coppe europee.
Comunque si parla a priori di grande manifestazione, con grossa prevendita dei biglietti, con all’orizzonte i soliti problemi di ordine pubblico peraltro precombattuti da duri proclami delle polizie, con un discreto turismo di tifosi (non troppi hooligans ma purtroppo anche turismo sessuale, lo hanno denunciato le donne ucraine, intanto che i prezzi degli alberghi e dei ristoranti sono impazziti).
Insomma, parlando di politica – nel senso lato del termine - che invade o cerca di invadere lo sport, una manifestazione che si presenta anche come ottima e sicura e pessima cassa di multiple risonanze, problema ormai tipico di ogni grande avvenimento sportivo.
Gian Paolo Ormezzano