20/07/2011
Luigi Caringella durante la maratona del Sahara.
Lo chiamano il “nonno no-limits”. Luigi Caringella, a dispetto dei suoi 71
anni, è un maratoneta temerario che affronta le sfide più impossibili. A
vederlo correre sembra che i segni della vecchiaia non abbiamo per nulla
scalfito il suo fisico atletico e asciutto. A dispetto dell’età, riesce a
compiere imprese incredibili come la più recente traversata
Spagna-Portogallo: è partito da Siviglia per toccare Caceres, Muxia, Fatima,
Santiago de Compostela fino a raggiungere Finisterra.
Ben 1.368 chilometri
percorsi in venticinque giorni, da solo e in condizioni quasi proibitive,
portandosi dietro pochi indumenti, uno zaino di quattro chili dove c’era
anche posto per i bustoni della spazzatura contro le intemperie e per una
piccola tenda che lui stesso si è costruito artigianalmente. Con coraggio,
tenacia e spirito di sacrificio ha attraversato boschi, radure, terreni
accidentati, laghetti, fiumi, sterrati e tracciati fangosi, dormendo sotto
le stelle.
Luigi Caringella al termine di una delle sue prove.
Anche questa volta Luigi Caringella, pensionato di Adelfia in
provincia di Bari, ce l’ha fatta. “E’ stata una prova durissima, una
traversata all’insegna dello sport e della fede", racconta con un
filo di
emozione, "ho voluto portare la mia testimonianza di atleta puro a tutti
gli effetti in alcuni dei luoghi più sacri d’Europa. Ho vissuto dei
momenti
difficili, impegnativi. In un paio di circostanze mi sono anche perso
per
poi ritornare nuovamente al punto di partenza. Ma, con l’aiuto di Dio ho
sempre ritrovato la strada maestra. Quando ho raggiunto Finisterra, dove
secondo gli antichi saggi lì finisce il mondo, sono rimasto quasi
paralizzato dalla bellezza dello scenario che mi circondava. Come vuole
la
tradizione, mi sono tolto gli indumenti e li ho buttati in mare in segno
di
purificazione”.
Luigi Caringella, che negli anni Sessanta fece parte della
Nazionale dilettanti allenata da Ferruccio Valcareggi come terzino
sinistro,
ha cominciato la sua carriera di maratoneta una quindicina di anni fa.
Fu il
fratello Trifone ad incoraggiarlo e a convincerlo che fare sport in età
avanzata era una sorta di elisir di lunga vita. Da allora ha percorso
oltre 7 mila chilometri. Nel suo singolare palmares spiccano la maratona
di
New York nel 2004, le gare di Berlino e San Pietroburgo, le tre
traversate
nel deserto del Sinai.
Caringella con Orlando Pizzolato.
Ma il suo fiore all’occhiello è senza dubbio la
maratona del Sahara di 120 chilometri nel marzo del 2007. A metà
percorso fu
travolto e avvolto da una tempesta di sabbia. Con gli occhi arrossati,
la
gola arsa e un nuvolone di polvere addosso perse l’orientamento. Grazie a
un orologio satellitare ritrovò la direzione giusta e giunse 135° al
traguardo, provato ma felice, precedendo un campione del calibro di
Orlando
Pizzolato.
Luigi Caringella è davvero un atleta senza età che continua ad
allenarsi ogni giorno, imperterrito, nei campi coltivati vicino al suo
paese
sotto il sole o con la pioggia e persino lungo i binari della
ferrovia per
adattarsi ai percorsi più accidentati. “Se vuoi resistere a qualsiasi
tipo
di difficoltà devi prepararti al meglio senza tralasciare alcun
particolare”, dice con la serenità che lo contraddistingue. La sua
maratona non è ancora
finita perché, come ripete spesso, “io nella mia vita non mi sono mai
arreso, non ho mai mollato e correre, spesso nella solitudine, mi dà una
sensazione di vera libertà”.
Nicola Lavacca